NEW del 13 novembre 2005

 
     

No tav : non solo amianto
da Enrico Vair

Buongiorno, vi scrivo in riferimento ai Vs articoli dedicati al tema del TAV in Valsusa (da ultimo quello a firma di Rita Guma).

Prima di tutto, Vi ringrazio per lo spazio che state dedicando al problema. Volevo però invitarVi ad espandere l'area di interesse: finora mi pare Vi siate concentrati particolarmente sul problema della salute (legato alla questione amianto). E' in effetti un problema di importanza capitale, ma non è l'unico.

Concentrarsi unicamente su questo aspetto, può far sembrare, erroneamente, che sia l'unico motivo per cui i valsusini si oppongono all'opera, e potrebbe far sembrare illogico che si oppongano anche ai sondaggi. Invece non è così, e qualora lo riteneste opportuno, sarei felice di preparare e sottoporVi qualche scritto per dimostrarlo.

Riassumo brevemente: è pur vero che, se l'opera fosse strategica per l'Italia, la Valsusa dovrebbe "chinare la testa", ma questo solo se:
a) costruire l'opera provocasse dei disagi alla popolazione, ma non un sacrificio irreversibile (in termini di salute, ma anche di vivibilità della zona e di depauperamento economico e abitativo)
b) non avesse impatti irreversibili sull'ambiente
c) se fosse veramente utile, cosa che non è.

Questa è la cosa su cui, secondo me, bisognerebbe aumentare l'informazione, perché mentre gli italiani potrebbero anche -egoisticamente- infischiarsene della salute dei torinesi, alle proprie tasche dovrebbero tenerci. Dunque, è opportuno ricordare che la TAV E' INUTILE DAL PUNTO DI VISTA DEI TRASPORTI E DANNOSA PER L'ECONOMIA ITALIANA.

Un altro punto su cui varrebbe forse la pena di insistere, è l'assoluta mancanza di democrazia: un paese militarizzato, residenti che ad ogni passaggio devono esibire i documenti a tre diversi check-point, accesso impedito (perché non residente) anche ad una badante di una signora anziana ed invalida, impedito l'accesso al cimitero il giorno dei morti ai non residenti, un sindaco (donna) colpito al petto da uno scudo di un poliziotto fino a farle mancare il fiato. Questo è un attacco alla democrazia.

Non parliamo poi dei blitz notturni per spostare tecnici e trivelle, mancando fede agli accordi presi (tra sindaci e questore e prefetto). Se le massime istituzioni non mantengono fede alla parola data (ai sindaci!) come potrà la gente fidarsi ancora (anche quando ci chiedono di credergli sulla parola che verranno prese tutte le opportune precauzioni riguardo l'amianto)?

Grazie per lo spazio che già ci avete dedicato e quello che vorrete ancora dedicarci. Di seguito vi riporto alcuni documenti utili per approfondire la questione. Cordiali saluti.

Risponde Rita Guma

Gentile sig, Vair, vi sono a mio avviso alcuni problemi di fondo:

1- La nostra associazione puo' e deve occuparsi, per legge e per statuto, SOLO di legalita' e diritti civili.
Difendiamo percio' il diritto dei cittadini della Val Susa alla vita, a riunirsi pacificamente, a muoversi liberamente su terreni che non siano proprieta' privata o espropriati, ad esprimere il proprio pensiero e a rivendicare il diritto alla salute.
Denunciamo il poco spazio che i media nel tempo hanno dato alla vicenda, non parlandone affatto o dando solo una versione dei fatti ed omettendo (quasi ovunque) argomenti gravi e decisivi come la presenza di amianto e uranio nelle montagne da scavare per far passare il Tav e denunciamo la scorrettezza mediatica di attribuire a chi protesta gli ordigni trovati o minacce anonime.
Denunciamo gli aspetti relativi alla corruzione o i conflitti d'interesse nascosti o i voltafaccia palesi dei politici.
Peraltro denunciamo anche gli eventuali eccessi
dei cittadini (spese proletarie e simili), perche' illegali e lesivi dei diritti di altri.
Non e' nostro compito - e non possiamo farlo perche' usciremmo dai limiti che la legge ci impone - fare o riportare analisi economiche o ambientali o di giustizia sociale.

2 - In una democrazia rappresentativa, le diverse scelte non vanno discusse ad alto livello con la popolazione locale. Sarebbe la paralisi e la contraddizione del meccanismo elettivo.
Solo questioni riguardanti i meccanismi democratici e i diritti di tutti (variazioni della Costituzione o dell'ordinamento giudiziario o delle leggi elettorali), vanno discusse nell'intera societa' civile, perche' rimettono in discussione le regole fondamentali del patto democratico.

Per le altre questioni, in una democrazia rappresentativa come quella italiana, ciascuna comunita' locale o gruppo di interessi diffusi - minoranza o maggioranza che sia - puo' eleggere chi meglio rappresenta i suoi interessi, puo' esporre ai suoi eletti problemi e istanze, e via via questi li trasferiranno ai livelli superiori. In tal modo, se l'interesse di un gruppo minoritario contrasta con quello del resto della collettivita' e non e' ragionevolmente accoglibile da quest'ultima, esso non blocca l'intera societa' in cui si vive.

Si badi bene, sto parlando di interessi, non di diritti.
Per i diritti anche il singolo va difeso nei confronti dell'intera nazione. Anche se da' fasidio a tutti o se non ha amici che lo difendano in alto loco, la legge impone a tutti di rispettare i suoi diritti fondamentali e costituzionali.

Quindi il problema sono gli eletti che ciascun gruppo-comunita' sceglie.
Molti cittadini non votano o votano sotto la spinta ideologica o per clientela, per ordine di scuderia o per suggestione sul nome del personaggio o sulla base di un programma senza valutare chi sara' a portarlo avanti, e cosi' via, e continuano a dare il loro appoggio a candidati gia' in passato mostratisi incoerenti, salvo poi lamentarsi se la loro voce non viene veicolata correttamente.
Per amministrare eleggiamo gli amministratori, per fare le leggi i parlamentari, ed a quel punto sono loro a doversene occupare, confrontandosi ciascuno con i suoi elettori.
Se ciascuno, compreso l'elettore, fa bene il suo mestiere, questo sistema funziona, anche se si possono chiedere, sempre per via democratica, dei correttivi per far si' che il sistema aderisca sempre piu' alla composizione della societa'.

Certo i cittadini hanno diritto (e dovere) di denunciare chi tradisce le aspettative o le promesse, hanno diritto di manifestare e di chiedere piu' informazione, hanno diritto - laddove ve ne siano i presupposti - di ricorrere ai vari gradi della giustizia amministrativa o penale o dei diritti dell'uomo (comprese le Corti europee, che non e' affatto detto si allineino con le decisioni dei vari organismi UE) per ottenere giustizia, ma hanno lo strumento del voto per eliminare chi ha occupato immeritatamente le stanze del potere.

3 - La giustizia sociale non va confusa con la giustizia, e le proprie convinzioni con i diritti. Ad esempio, la difesa ambientale puo' essere attuata a tutto campo (nel qual caso la costruzione di ogni fabbrica, palazzo, strada, auto o porto potrebbe essere controproducente) o per nulla (cementificazione selvaggia) o con delle mediazioni in cui le percentuali di attenzione al paesaggio ed allo sviluppo variano a seconda della 'ideologia' della classe dirigente e quindi della maggioranza elettorale che l'ha espressa.
Questa e' democrazia.

Io posso avere ed esprimere (in altra sede) una mia idea sulle centrali nucleari, sul Tav, sul ponte di Messina, sulla scuola privata o sugli aiuti agli indigenti, ma e' la MIA idea (o quella di un gruppo), non una verita' inconfutabile.
Noi possiamo denunciare la scarsa informazione sulle posizioni delle varie parti in causa o sui fatti oggettivi, posso denunciare le collusioni, i conflitti d'interesse e gli interessi privati nelle opere in questione, gli effetti criminogeni o personalistici di una legge - ed e' appunto cio' che facciamo qui - tuttavia dobbiamo rispettare le scelte democratiche, siano esse leggi o scelte amministrative.

4 - Lei mi ha mandato alcune pagine - di cui pubblichiamo di seguito un suo estratto - di spunti vari. In esse sono contenute argomenti decisivi (amianto e uranio) e argomenti opinabili come, appunto, quelli attinenti la difesa ambientale o i profili economici.
Questi ultimi richiedono pagine e pagine di esposizione, ma poi tali posizioni potrebbero essere confutate una per una con altri argomenti da chi voglia la Tav, che non mi pare sia solo il ministro Lunardi.
Inoltre si potrebbe - come ho detto in passato - decidere di sacrificare, come si e' sempre fatto, l'interesse di una comunita' per i vantaggi di tutti.

Dunque gli unici argomenti inconfutabili e validi a prescindere dai numeri a favore o contro sono quelli dell'uranio e dell'amianto. I quali, peraltro - sotto il profilo della comunicazione - non richiedono pagine e pagine di dibattito, ma poche semplici parole.
La morte (di mille, cento, ma anche di uno) raffrontata con l'interesse (reale o supposto - e non e' questa la sede per stabilirlo) anche di decine di milioni di persone e' l'argomento che vince, a norma di legge, di Costituzione, di Carta dei diritti dell'uomo ed anche di buonsenso.
E se anche ai cittadini italiani fosse indifferente (ma non lo credo) il rischio di vita per gli abitanti della valle e della regione, ci sono sempre gli organismi UE a cui ricorrere.

segue scheda di Enrico Vair >

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