![]() ![]() |
|||
NEW del 11 novembre
2005
|
|||
![]() |
![]() |
||
![]() |
![]() |
||
No
Tav : il progresso richiede sacrifici ma salvando vita e salute Vivo con fastidio le dichiarazioni aggressive di certuni che, ideologizzati, o semplicemente per portare acqua al proprio mulino, proclamano il diritto all'autodeterminazione dei popoli della Val di Susa. Spesso sono gli stessi che di fronte alla proposta di modifica costituzionale in senso federalista - al di la' del merito - parlano sdegnati di unita' d'Italia compromessa, e lanciano altri richiami a principi di solidarieta' nazionale. Sono convinta europeista, ma ritengo che il federalismo in Italia, ove sussidiario e solidale e ben studiato, non sia in contraddizione e possa contrastare alcuni mali italiani, come la corruzione. Un modello intelligente, realmente democratico e vincente e' la Svizzera, che peraltro si sta avvicinando sempre piu' all'UE. Tuttavia ritengo che il discorso della Val di Susa non c'entri nulla con le autonomie o il libero arbitrio della popolazione locale. Se questo fosse stato il criterio non vi sarebbe stato quasi mai progresso, non avremmo l'autostrada del sole, l'elettricita' in alcuni comuni sperduti, i treni locali e nemmeno gli acquedotti, perche' tanti si sarebbero potuti opporre agli espropri o al passaggio di fili, rotaie e canali sui loro terreni a motivo della preservazione del paesaggio o dell'inquinamento conseguente (anche l'elettricita' inquina). Anche tanti piccoli e ridenti comuni turistici sono deturpati e in parte inquinati dalle autostrade che li tangono o li attraversano, portando tuttavia anche molta ricchezza e permettendo di raggiungere in poche ore siti molto distanti. Peraltro la Costituzione italiana cosi' recita: Art. 2. "La Repubblica.... richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale." e Art. 42. "La proprietà privata può essere, nei casi preveduti dalla legge, e salvo indennizzo, espropriata per motivi d'interesse generale". Questi due articoli ricordano il carattere mutualistico dell'organizzazione sociale e la priorita' in alcuni casi dell'interesse collettivo su quello personale. Non ci si puo' tirare indietro ogni volta che qualcosa che serve agli altri ci e' scomoda. La Val di Susa e altri territori devono l'illuminazione o l'acqua o altre risorse ad altri territori che sopportano i fastidi derivanti dalla produzione o erogazione di quelle fonti, che divengono quindi comuni. Sarebbe dunque corretto sacrificarsi se si accertasse che l'alta velocita' e' un servizio di elevata ultilita' e non arreca grave danno alla salute. L'art. Art. 32. della Costituzione ricorda infatti che "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività". Tale diritto quindi viene PRIMA di quello dell'interesse collettivo citato all'art 42, in quanto, Art. 2. "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo..." ed anche perche' ci rendiamo conto che la salute e la vita di una comunita' anche piccola vengono prima della comodita' e dello sviluppo generale. Ecco quindi che il problema, a mio avviso, va analizzato sotto il profilo della ricaduta sulla salute, considerando che in Val di Susa sono state rilevate presenza di amianto e uranio. Di fronte all'accertamento di questa presenza (da parte di autorita' indipendenti dal ministero delle infrastrutture, visto anche l'interesse del ministro Lunardi nella grande opera), non c'e' impegno politico, programmatico o europeo che tenga. Non si puo' ne' si deve cercare di nascondere questo grave problema, ne' si puo' sottovalutarlo. Il progresso di una nazione e' importante, e si riflette sull'economia, sui posti di lavoro, sulla qualita' della vita, ne' possiamo avere contemporaneamente l'uovo e la gallina, l'auto, il lettore CD, il PC e contemporaneamente l'assenza completa di inquinamento e di effetti sul panorama. Occorre valutare pro e contro ed in alcuni casi mediare, e lo dico da ingegnere energetico e fautrice dell'energy management e dell'energia solare e comunque alternativa. Sicuramente e' vero pero' che spesso le "scorie del progresso" vengono lasciate in carico alla parte debole della popolazione, mentre le comodita' e i profitti non marginali che conseguono a quel progresso finiscono con l'essere convogliati verso pochi fortunati, e sempre gli stessi. Questo e' anche un problema di informazione, informazione che non da' spazio al problema dell'amianto se non in caso di sentenze eclatanti e che ha ignorato nel suo complesso per anni le proteste dei valligiani piemontesi del No Tav. Cosi' come sarebbe informazione corretta e responsabile non dare per scontato che il plastico in valle o i proiettili in busta alla Bresso provengano dai contestatori del TAV, il che etichetta tutta la protesta. Non ci sono certezze in merito, e va detto per rispetto a tutti, lettori e spettatori per primi. Inoltre, anche se vi fosse qualche scriteriato anarchico che contesta tutto e tutti e decide di fare il gesto dimostrativo, non significa che le famiglie e i sindaci della valle presentatisi al raduno di protesta siano tutti sovversivi, cosa che fa ovviamente comodo a taluni far credere. Quindi un giornalista onesto non dice bombe anarchiche, ma semmai che le modalita' erano quelle degli anarchici, modalita' che sono note a mezo mondo, e quindi imitabili... E anche ove vi fosse una rivendicazione, un giornalista onesto dovrebbe dire "si e' trovato un volantino di rivendicazione", non dando per scontato nulla e non facendo scorretti paralleli fra le mamme in piazza e qualche folle (o depistatore) nel buio. Solidarieta' quindi alla Bresso per le pallottole, ma non deviamo l'obbietivo della telecamera dall'accertamento accurato delle ricadute del TAV sulla salute degli abitanti della Val di Susa e della regione circostante. ___________ NB:
I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE PRELEVATI CITANDO L'AUTORE
E LINKANDO
|