NEW del 31 dicembre 2005

 
     

Londra ha usato informazioni estorte con torture in Uzbekistan ?
di Gabriella Mira Marq

Un ex ambasciatore britannico ha reso pubblici documenti che dimostrerebbero come il governo della Gran Bretagna avesse ricevuto note di intelligence su torture ai prigionieri in Uzbekistan. Craig Murray, che e' stato rimosso come ambasciatore a Uzbekistan dopo aver esternato le sue preoccupazioni, ha sfidato un divieto del Foreign Office a pubblicare le note interne sul suo sito internet ieri.

I documenti includono gli appunti ai capi del Foreign Office in cui Murray aveva espresso la sua preoccupazione sull'uso della tortura. In un appunto, Murray ha detto che sir Michael Wood, consigliere legale del Foreign Office, gli aveva detto che non e' illegale usare le informazioni acquisite sotto tortura, eccetto che nelle azioni giudiziarie. Un agente segreto, Matthew Kydd, gli aveva detto inoltre che i servizi di intelligence a volte trovano tale materiale "molto utile effettivamente" nella guerra al terrore".

Murray ha detto che anche dopo che aveva sollevato il problema, le autorita' hanno continuato ad usare il materiale che sembrava essere stato ottenuto sotto tortura, con la giustificazione che il Regno Unito non potrebbe dimostrare che i diversi detenuti sono stati torturati per estrarre le informazioni. Murray ha detto di essersi "occupato di centinaia di casi di prigionieri politici o religiosi in Uzbekistan" e di averne "incontrato molto pochi dove la tortura - come definita nella convenzione dell'ONU - non fosse stata impiegata".

Un portavoce del Foreign Office ha detto ieri che mentre la Gran Bretagna condanna l'uso della tortura, sarebbe "irresponsabile" che i servizi di intelligence rifiutassero informazioni che potrebbero proteggere i cittadini britannici da un attacco di terrorismo. Il portavoce ha parlato sullo stato di anonimato in armonia con la politica del governo.

L'Uzbekistan ha forse oltre 6.000 prigionieri politici nelle sue prigioni, dove decine di persone sarebbero morte per gli effetti degli abusi, secondo gruppi per i diritti dell'uomo. Il Paese dell'Asia centrale, ex repubblica dell'Unione Sovietica in cui governa il presidente Islam Karimov, e' un alleato chiave degli USA dagli attacchi dell'11 settembre 2001 e ospita alcune bsi militari di Washington.

A maggio di quest'anno e' stata sedata nel sangue un rivolta contro l'incarcerazione di 23 uomini d'affari islamici. Associazioni non governative occidentali e l'ONU denunciarono il massacro di civili, che sarebbero stati molte centinaia (gli ostacoli opposti ai giornalisti stranieri e la censura sui media locali non consenti' la verifica del numero) e l'UE chiese un'inchiesta indipendente sull'accaduto. Anche esponenti britannici (il commissario UE Chris Patten) accusarono il governo.

Il governo rifiuto' l'indagine internazionale e parlo' di soli 187 morti. In seguito sono stati anche condannati 15 degli arrestati dopo i disordini Secondo le autorita' uzbeke, i contestatori sarebbero legati al Movimento islamista del Turkestan, diffuso in Afghanistan e Pakistan, e ad al londinese Hizbi Tahrir.

Speciale terrorismo

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