NEW del 16 maggio 2005

 
     

Uzbekistan : governo si vendica di chi denunciò repressione
di red

Meno di un mese dopo la repressione della rivolta di Andijan da parte dell'esercito, che avrebbe fatto 170 morti secondo il governo, 750 secondo le associazioni per i diritti umani, il governo della ex repubblica sovietica dell'Uzbékistan sta vendicandosi di chiunque abbia cercato di denunciare verita' nascoste.

Dopo essersi opposto con tutte le forze ad una commissione d'inchiesta internazionale - richiesta anche da governi europei - il governo di Tachkent continua a rifiutare ogni contatto con i detenuti ed i feriti anche al Comitato internazionale della Croce Rossa.

Inoltre nelle ultime settimane giornalisti e militanti di gruppi di difesa dei diritti dell'uomo che avevano dato la propria versione dei fatti di Andijan sono stati arrestati, come comunicato da associazioni e radio libere.

Fra questi Tulqin Qoraev, collaboratore del centro dell'Istituto britannico per la pace e l'analisi della guerra e Norboy Kholjigitov, militante della Societa' dei diritti dell'uomo, colpevoli di aver scritto articoli sugli arresti arbitrari e sulle morti. Viene denunciata inoltre la sparizione di numerose famiglie.

Nonostante poi rapporti indipendenti, come quello di Human Rights Watch, descrivano i fatti di un mese fa come "massacro di civili", il governo - gestito da 16 anni con pugno di ferro da Islam Karimov, alleato degli USA - si ostina a parlare di complotto di pochi "estremisti islamici".

Speciale pace e diritti


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