NEW del 10 novembre 2005

 
     

Sport : uso politico e corruzione
di Gabriella Mira Marq

Lo sport "e' stato usato ed abusato" dappertutto e in ogni tempo a fini personali e politici, come e' stato evidenziato anche all'odierno convegno internazionale di Copenaghen.

Terry Monnington, direttore del dipartimento di educazione fisica e sport dell'universitŕ di Warwick, ha detto che lo sport ha dovuto frequentemente ricoprire funzioni per cui non era stato originariamente progettato. Egli ha fatto riferimento ai Paesi del terzo mondo, in particolare quelli africani, che sono stati obbligati molto spesso a fare fronte al politico usando lo sport, mentre alcuni politici, come in Kenia, hanno piegato lo sport a fini personali.

In effetti le stesse Olimpiadi hanno costituito in alcuni casi uno strumento di propaganda o pressione politica (persino da parte dei terroristi a Monaco). Le Olimpiadi estive del 1936 a Berlino furono utilizzate come strumento di propaganda dal Partito nazista tedesco, mentre nel 1976 i Paesi africani boicottarono i giochi per protestare riguardo all'apartheid in Sudafrica.

Ai Giochi di Mosca nel 1980 gli USA ed altri Paesi del blocco occidentale non parteciparono per protesta all'invasione sovietica dell'Afghanistan, mentre i sovietici e i loro partner del blocco orientale boicottarono i successivi Giochi di Los Angeles del 1984, che pero' furono usati dall'amministrazione USA di allora come vantaggio politico.

Monnington ha ricordato anche come un ex primo ministro britannico si sia servito dello sport per disinnescare le tensioni sociali dovute alle difficolta' economiche, pur non essendo sinceramente entusiasta delle attivita' atletiche. Insomma, propaganda oppure panem et circenses.

Alla politica ma anche alla corruzione si ricollega invece la vicenda illustrata da Mario Goijman - della Federazione argentina di pallavolo - il quale ha portato le prove della corruzione e dell'abuso di potere in questo sport nel suo Paese.

In un mondo che dimentica i valori, ha dichiarato, lo sport ha un obbligo morale di denunciare le malversazioni per mantenere intatti i propri valori etici. Sfidando le minacce di querela, Goijman ha accusato il presidente della federazione internazionale di pallavolo Rubén Acosta di essersi arricchito a spese dello sport per molti anni con false note spese, commissioni segrete sui contratti e false fatture dalle aziende.

Lo scandalo e' cominciato dopo i campionati mondiali di pallavolo 1988 in Argentina, dove Mario Goijman e' stato incaricato dell'organizzazione. Egli si e' accorto via via che alcuni conti non tornavano e indagando sono emerse le prove documentali delle falsificazioni dei conti per forse 19 milioni di dollari.

A giudizio di Gojiman, il presidente del comitato olimpico ha preferito credere alla tesi del furto presunto di fondi olimpici piuttosto che agire contro Acosta, tuttavia il denunziante ha espresso il suo ringraziamento ai membri del comitato etico del CIO che ha mantenuto il caso aperto quando si e' reso conto che c'era "spazzatura sotto il tappeto".

Sebbene Rubén Acosta abbia ricevuto pesanti critiche dal comitato etico del CIO e sia indagato in Svizzera, mantiene tuttora la sua posizione come presidente della federazione volley. Goijman invece e' stato espulso dalla IFVB e le squadre giovanili di pallavolo argentine non sono state invitate ai tornei internazionali.

Ma riguardo alla corruzione nello sport, di cui si potrebbero fare altri esempi - dalla denuncia di Oliviero Beha sulla partita Italia-Camerun alle recenti vicende dei giochi olimpici 2004 - sono stati presentati anche una serie di suggerimenti per combatterla, basati principalmente sul controllo dei flussi di denaro nel settore agonistico.

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Speciale sport e legalita'

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Corruzione ai giochi olimpici