NEW del 02 novembre 2005

 
     

Iraq e dossier uranio : e' battaglia al congresso USA
di Rico Guillermo

Se in Italia si parla di 'dossier uranio', fra inchieste giornalistiche e smentite governative, al Congresso USA i Democratici hanno accusato i Repubblicani di bloccare le indagini sulle ragioni di George W. Bush per l'avvio della guerra in Iraq.

Per gli USA, all'Uraniogate si intreccia il Plamegate, la vicenda dell'agente della CIA Valery Plame, il cui marito, ambasciatore Wilson, viaggio' in Niger per verificare le notizie sull'uranio acquistato da Saddam a scopo bellico ed in seguito critico' sui media le false informazioni di Bush con cui la guerra fu giustificata.

Prima di iniziare il conflitto, il governo USA affermo' che il presidente iracheno Saddam Hussein stava preparando armi di disruzione di massa ed aveva contatti con la rete terroristica di Osama Bin Laden, fatti entrambi rivelatisi poi non veri. Ma Wilson aveva gia' dato l'informazione sulla insussistenza della pista nigerina alla CIA e quindi al governo. La stessa informazione sull'inesistenza delle armi di distruzione di massa era pervenuta per tempo dall'ispettore dell'ONU Blix e dal direttore dell'AIEA ElBaradei.

In seguito, il ruolo della Plame nella CIA fu rivelato ai giornalisti da alcune gole profonde, fra cui il dimissionario capo di gabinetto del vicepresidente Dick Cheney, Lewis "Scooter" Libby, e quasi certamente anche il consigliere principale di Bush, Karl Rove. Rivelazioni che per la legge USA sono gravi reati, che ora vedono sotto inchiesta i membri di primo piano dell'amministrazione Bush.

Sull'ordine dei lavori al Congresso, il capogruppo democratico al senato USA, Harry Reid, ha affermato che i repubblicani avevano posticipato senza giustificazione la seconda fase dell'inchiesta sulla guerra ed ha detto che la presentazione dei capi d'accusa su Libby, dimostra come il governo USA abbia "fabbricato e manipolato i dati di intelligence per vendere la guerra in Iraq".

I Democratici si sono poi riuniti segretamente ed hanno proposto che un gruppo di tre senatori repubblicani e tre democratici elabori un'informativa sul lavoro fatto dal comitato di intelligence del Senato sulle ragioni della guerra. "Il Senato e' stato sequestrato dai leader democratici", ha detto ai giornalisti il senatore Bill Frist, capogruppo repubblicano dopo la decisione degli avversari politici di riunirsi in segreto.

Alcune ore dopo il problema e' stato risolto quando i leader del partito del presidente Bush hanno reiterato la loro promessa di completare l'indagine sulla verita' delle informazioni usate per giustificare la guerra in Iraq. I Repubblicani hanno comunque accusato gli avversari di compiere gesti a fini politici.

La seconda fase delle indagini dovrebbe essere completata entro questo mese.

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