NEW del 24 settembre 2005

 
 
       
 

Curdi e futuro dell'Iraq : intervista al prof. Hiwa M. Resul
di Hetawi Kurdistan

Riportiamo di seguito l'intervista, realizzata e tradotta da Hetawi Kurdistan, al prof. curdo Hiwa M. Resul, docente presso la facoltà di Scienza Politica all’Università di Sallahaddin ad Arbil, in Kurdistan.

D- I Curdi vengono accusati spesso di voler dividere l’Iraq, come rispondete a questa accusa?

Prof. Hiwa: Innanzitutto vorrei dire a tutti quelli che ci accusano di questo che sono in mala fede. Noi siamo un popolo, e come tale abbiamo tutto il diritto di avere uno Stato.

La nostra patria, il Kurdistan, è stata suddivisa arbitrariamente da forze vincitrici della prima guerra mondiale, e sono più di ottant’anni che lottiamo per difendere la nostra esistenza e per la nostra libertà, che finalmente l’abbiamo conquistata con il sangue dei nostri martiri.

I leader curdi hanno sempre ribadito che il popolo curdo in Iraq vuole uno stato federale all’interno di un Iraq democratico; se il federalismo significa secessione per chi ci accusa, vuol dire che non hanno capito nulla dal federalismo.

D- Sappiamo che ci sono delle divergenze tra gli Arabi Sciiti e Arabi Sunniti sul federalismo, quello che non si capisce è i Sunniti cosa pensano dal federalismo del Kurdistan?

Prof Hiwa: Per la verità gli arabi sunniti e non appartenenti al vecchio regime non hanno niente contro il federalismo dei Curdi, perché sanno bene che il popolo curdo diverso da loro e il Kurdistan è una realtà geografica all’interno dell’Iraq, quindi non potranno negare uno stato federale ai Curdi.

D- Secondo lei la nuova Costituzione che verrà sottoposta al referendum popolare il 15 ottobre prossimo ha tutelato tutti diritti del popolo curdo?

Prof. Hiwa: Non tutto, ma una buona parte. I Curdi hanno insistito ed hanno ottenuto che l’Islam non possa essere la religione dello stato, ma una fonte della legislazione, il diritto delle donne, il federalismo, la tutela dei diritti delle altre etnie come Assiro-Kaldea e Turcomanna. Per noi curdi è stata una grande vittoria. Ora attendiamo il referendum.

Speciale pace

Speciale diritti

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