NEW del 11 agosto 2005

 
     

Giornata dei popoli indigeni : colpiti dallo tsunami ma esclusi
di Carla Amato

Le vittime dello tsunami hanno commosso il mondo, ma nessuno pensa a loro. Sono gli indigeni Jarawa, perseguitati ed esclusi nel loro stesso Paese, e tagliati fuori agli aiuti post-tsunami. Abitanti delle isole Andamán, nell'Oceano indiano, soffrono per i continui attacchi dei coloni, mentre gli Irula, in India, sono ignorati dal loro governo e sono stati esclusi dalle provvidenze successive al maremoto.

Nei giorni del maremoto i Jarawa - membri di una tribu' che dal 1998 non aveva avuto piu' contatti con il resto della societa umana, sono riusciti a salvare le proprie vite grazie alle conoscenze approfondite degli agenti naturali. Tuttavia i loro diritti non sono rispettati. I Jarawa corrono infatti il rischio di essere streminati perche' i coloni invadono le loro terre, rubano i loro animali e violentano le loro donne, nonostante le norme e le promesse politiche volte a proteggere questa popolazione indigena.

In India gli Irula - seminomadi che solo nello Stato Tamil Nadu contano 150.000 membri - sono stati pesantemente colpiti dallo Tsunami. Data la loro abitudine a spostarsi, gli Irula non possiedono terre, sono per lo piu' analfabeti e vivono di caccia e pesca, ma operando in condizione si semischiavitu', raccogliendo lombrichi che vendono poi ai pescatori di gamberi.

Il teoria, il governo protegge gli Irula, classificati come comunita' tribale, il che dovrebbe favorire l'accesso alla sanita' ed all'istruzione, ma in realta' essi non riescono ad avere accesso a questi basilari strumenti della civilta' a meno che non posseggano documenti di identita', che in genere non hanno. E lo tsunami ha accresciuto la loro situazione di emarginazione, in quanto sono stati esclusi dagli aiuti umanitari perche' non hanno case fisse e non sono considerati pescatori. Oggi sono raccolti in campi di rifugiati ma, senza prospettive di rifarsi una vita, si trovano soltanto in una nuova forma di segregazione.

L'ONU ha voluto stabilire per l'11 agosto una giornata mondiale dei popoli indigeni per ricordare la necessita' di tutelare quelle che potremmo chiamare le "razze in via di estinzione", fenomeno pero' che - come risulta evidente da queste storie, che sono solo un esempio delle centinaia di situazioni di sopraffazione e abuso nei confronti di chi vorrebbe continuare a vivere serenamente dove e' nato - continua anche oggi, ad un passo da noi che riteniamo di aver raggiunto un elevato livello tecnologico e di civilta'.

Anzi, essa consegue talora proprio alla voglia di soddisfare le brame consumistiche dell'Occidente, come nel caso dei Boscimani, cacciati dalle loro terre in Sudafrica e ridotti alla fame per poter estrarre i diamanti che brillano nelle nostre gioiellerie, o tanti altri popoli scacciati dai loro territori naturali perche' compagnie occidentali possano sfruttarne le risorse.

Speciale diritti umani

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