NOTIZIARIO del 13 agosto 2004

 
     

Indigeni : fra diritti violati e l' estinzione per povertà
di Carla Amato

I giovani rappresentanti di oltre 400 milioni di indigeni che vivono sul pianeta, hanno presentato l'11 agosto alle Nazioni Unite un decalogo di rivendicazioni da includersi negli Obiettivi del Millennio ONU, auspicando che siano discussi alla Assemblea generale del prossimo dicembre.

Le occasioni sono state la giornata mondiale dei popoli indigeni, stabilita dall'ONU per l'11 agosto, e la giornata mondiale della gioventu', il 12 agosto, che ha visto i giovani riuniti al Festival Mondiale della Gioventu' a Barcellona.

I giovani leader indigeni chiedono che entro il 2015 i paesi membri dell'Onu garantiscano, oltre a condizioni di vita migliori dal punto di vista scolastico e sanitario, il diritto all'autodeterminazione dei popoli, il rispetto dei diritti umani, delle tradizioni e dell'ambiente, maggior spazio alle donne ed il riconoscimento della proprieta' delle terre.

Inoltre e' stato chiesto che venga varata la Dichiarazione universale dei diritti indigeni, di cui ad oggi sono stati approvati dall'ONU solo due articoli.

Nel mondo secondo le Nazioni Unite vivono circa 400 milioni di indigeni che parlano circa 4000 lingue e sono distribuiti in 70 paesi. Ma secondo i giovani indigeni riuniti a Barcellona il numero sarebbe molto piu' alto.

Mani Tese denuncia pero' che 300 milioni di indigeni lottano quotidianamente per sopravvivere in un territorio ostile e che la poverta' - unita all'allontanamento dai luoghi d'origine - accelera la perdita di identita' di questi popoli che conservano invece la memoria culturale dell'umanita'.

Anche l'ultima informativa dell'ONU sullo sviluppo fa rilevare la necessita' di adottare misure urgenti per proteggere gli interessi di questi popoli, i cui territori vengono sfruttati commercialmente senza nessun permesso e soprattutto senza che essi ne possano trarre alcun beneficio. Il modello attuale di sviluppo, basato sui consumi, si oppone poi all'economia di queste etnie, minando le loro fonti alimentari con conseguenze per la nutrizione infantile e le malattie.

Questi popoli sfruttati, emarginati, prevaricati, abusati, minacciati ed a volte vittime di genocidio, non hanno appoggi e quindi non riescono ad ottenere giustizia per tutti i soprusi subiti giocoforza.

L'organizzazione Survival denuncia che in Indonesia, alcune compagnie e lo stesso governo hanno cacciato dalla loro terra migliaia di indigeni per sfruttare la piu' grande miniera d'oro del mondo. In Botswana, lo stesso e' stato fatto dal governo e dalla De Beers per le miniere di diamanti, dividendo le terre dei Boscimani in concessioni e portando il popolo al limite dell'estinzione.

In Brasile le violenze sugli indigeni sono continue e durano da anni, sempre grazie alle compagnie occidentali ed ora anche la Foresta amazzonica e' minacciata da una legge del presidente Lula che intende darne in concessione una parte e consentirne lo sfruttamento.

Poverissimi anche i cileni Mapuche, di recente al centro dell'attenzione per una vertenza con la Benetton che ha acquistato le loro terre. Questo popolo ha tentato con ogni mezzo di far valere i suoi diritti e proprio per questo alcuni indigeni sono stati incarcarati senza processo e comunque perseguitati sotto tutti i governi succedutisi nel Paese.

Altro popolo sofferente, gli indigeni Maori, che la progredita Australia ha relegato in un ruolo di attrazione turistica che mortifica il loro spirito guerriero e li condanna all'alcoolismo, un po' come la storia degli Indiani americani.

Alcuni popoli sono costretti per legge a rinunciare alla propria identita': la Cina - che perseguita gli Uguiri bollandoli come terroristi - ha invece recentemente imposto ai Tibetani, che ne sono tradizionalmente privi, di adottare il cognome, come ulteriore segno di annullamento culturale.

Armeni e Kurdi sono stati nei secoli perseguitati ed allontanati dalle loro terre. Anche oggi in Turchia i Kurdi sono combattuti e si parla di torture nonostante il Paese cerchi di accreditarsi come potenziale membro europeo, forte degli attentati che permettono di qualificare i Kurdi come terroristi.

Che sia culturale, economica o sanguinaria, e' sempre una violenza e spesso configura da parte delle compagnie straniere e degli stessi governi locali vere e proprie illegalita', oltre ad una violazione della convenzione internazionale dei diritti dell'uomo.

Quest'anno si chiude il decennio dei popoli indigeni proclamato dall'ONU senza che la loro vita sia migliorata minimamente. Piuttosto il contrario.

by www.osservatoriosullalegalita.org

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