NOTIZIARIO del 20 marzo 2005

 
     

Terrorismo : sparito capo Al Qaida in Italia ; coinvolta la CIA ?
di Giulia Alliani

"Il 17 febbraio del 2003 Abu Omar, imam e presunto capo di una cellula italiana di Al Qaeda, scompare a Milano". "Per gli investigatori milanesi l'imam è stato rapito da agenti segreti Usa nel corso di un'operazione clandestina e portato prima ad Aviano e poi in Egitto". "Il caso di Abu Omar, sparito da Milano. Il pm Spataro in Friuli per cercare prove su un mini jet usato per l'espatrio illegale".

Questi i titoli del Corriere della Sera del 25 febbraio a proposito di una di quelle azioni che ognuno chiama a modo suo, a seconda del punto di vista: «extraordinary rendition», o consegna speciale, per i giornali americani, sequestro di persona per la procura di Milano, atto di guerra contro il terrore, per il Pentagono.

Nemmeno il Dipartimento di Stato americano e la Cia sarebbero d'accordo ma, per il Pentagono, sarebbe necessario in futuro "eliminare le lungaggini e il fiscalismo per permettere ai nostri commandos di lanciare operazioni anti-terrorismo agili e improvvise, senza perderci nei meandri di timbri e lasciapassare imposti dalle varie agenzie governative".

Il pm Armando Spataro, titolare dell'inchiesta sul sequestro dell'imam Abu Omar, dopo la visita alla base militare di Aviano, dove ha svolto attività istruttorie con la collaborazione del comandante della base dell'Aeronautica militare italiana, comandante Scarpolini, ha presumibilmente contattato, attraverso l'ambasciata, anche il comando USA che sulla base di Aviano esercita il controllo operativo. C'e' di mezzo la sovranita' dello Stato italiano, e la base Usa di Aviano è un'unità permanente all'interno dell'aeroporto dell'Aeronautica italiana.

Per ora nessuna legge italiana permette l'uso di pratiche violente nel corso degli interrogatori degli accusati, nemmeno di quelli accusati di terrorismo. Certi metodi sono illegali anche negli Usa. Ma questo non si puo' considerare un buon motivo perche' un commando rapisca un presunto terrorista, lo carichi su un aereo, lo consegni alle autorita' di un paese dove la tortura e' consentita, gli faccia subire violenza perche' parli, e lo faccia poi sparire.

Perche', per la Procura, a Milano sarebbe avvenuto proprio cosi': l'egiziano sarebbe stato "rapito da un commando, trasferito in una base americana (Aviano) e consegnato in aereo agli Egiziani, che lo avrebbero torturato". Sarebbe stato lo stesso estremista a raccontare per telefono alla moglie, durante un periodo di libertà vigilata, le violenze subite. Poi e' stato nuovamente arrestato dagli Egiziani, e il Pm Armando Spataro sta cercando di capire che fine abbia fatto.

Sull'indagine Il Corriere della Sera e La Repubblica hanno riferito il mese scorso riportando con scrupolo fatti e situazioni. Piu' recentemente, il 16 marzo, Libero ha pubblicato un curioso articolo in cui non si nasconde un certo fastidio per i quotidiani stranieri che si sono occupati della vicenda denunciando la violazione dei diritti umani: "Strillano contro la Cia perche' "rapisce" i terroristi islamici.

L'edizione europea del Wall Street Journal, riprendendo un servizio del Washington Post, lunedi' denunciava lo "scandalo" della cattura in Italia di Abu' Omar". Libero prosegue quindi accennando anche alle indagini della procura: "Attento a che non sia lesa la sovranita' del nostro governo, il capo della procura antiterrorismo di Milano Armando Spataro ha perquisito la base di Aviano in cerca di prove che dimostrassero la violazione del territorio nazionale, durante il trasferimento, da parte degli 007 di Washington".

Infine, pero', par di capire che, per Libero, tanto garantismo in certi casi sia un po' sprecato perche' "Che fine facciano i terroristi, a Guantanamo o altrove, e' una giusta preoccupazione umanitaria. Prima pero' viene la sicurezza" e quindi "Grazie presidente Bush, piu' ne togliete di mezzo e meglio e'".

In questo caso il filo-Bushismo dimostrato da Libero e' tutt'altro che condiviso dalla stampa americana: non solo il Wall Street Journal, di solito tenero con il governo Usa, e il Washington Post, ma anche il New York Times e il Los Angeles Times, per parlare solo dei giornali piu' importanti, hanno scritto a lungo contro le "renditions" e reclamano dal governo spiegazioni piu' chiare e veritiere sulle pratiche messe in atto dalla Cia.

La violazione dei diritti umani fondamentali e' materia che scotta in un Paese in cui si e' consci che quanto vale per il sospetto terrorista vale per tutti, e la difesa dei suoi diritti e' la difesa dei diritti di tutti, perche' quanto capita al presunto terrorista oggi potrebbe capitare a me o a te domani.

C'e' un altro particolare sottolineato dalla stampa americana. Proprio oggi la Chicago Tribune, a proposito dell'inchiesta italiana, scrive: "Sebbene i presunti rapitori di Omar potrebbero essere incriminati grazie alle fonti di prova gia' nelle mani del Pm Spataro, l'identificazione dell'apparecchio utilizzato per trasportare Omar da Aviano al Cairo potrebbe allargare le indagini fino a raggiungere i funzionari che autorizzarono la "consegna".

Qualsiasi imputazione a carico di personale appartenente all'Intelligence degli Stati Uniti probabilmente provocherebbe uno strappo nelle relazioni tra Washington e il Primo Ministro italiano Silvio Berlusconi, uno dei piu' fedeli alleati europei del Presidente Bush. Ma la tradizionale indipendenza dei Pm italiani garantisce il fatto che "nemmeno il ministro della Giustizia puo' dirci chi perseguire e chi non perseguire" ha detto Spataro in una recente intervista.

Prima di rassegnare le dimissioni nel giugno scorso, l'ex-direttore della Cia, George Tenet, dichiaro' che la Cia aveva organizzato piu' di settanta "renditions" durante i sette anni del suo incarico. Si sa che in seguito a questi si e' aggiunto un 30 % di casi nuovi. Cio' che rende diverso il caso di Abu Omar e' il fatto che Omar non fu arrestato dalla polizia italiana prima di finire in mano a coloro che lo hanno consegnato all'Egitto, particolare che avrebbe presumibilmente messo costoro al riparo da accuse di rilevanza penale.

Secondo la testimonianza di una donna musulmana che sostiene di aver visto accadere il fatto, Omar fu prelevato a forza dal marciapiede da parecchi uomini e spinto dentro a un furgone posteggiato, che parti' subito insieme ad un'altra macchina. Non si ebbero sue notizie finche' non si mise in contatto con la moglie raccontando del rapimento, dell'interrogatorio in una base aerea, del trasferimento in Egitto sotto effetto di droghe, e delle torture subite.

La procura di Milano ritiene genuino il materiale delle intercettazioni telefoniche perche', se Omar avesse orchestrato la telefonata alla moglie con la consapevolezza di essere controllato, non le avrebbe chiesto di distruggere anche il suo computer. Due giorni dopo l'ultima telefonata Omar fu arrestato nuovamente dagli egiziani. Le autorita' italiane non ne sono sicure, ma suppongono che sia ancora in vita e si trovi in un carcere egiziano.

Spataro dice che il governo italiano ha rivolto formale richiesta all'Egitto di restituire Omar all'Italia, senza tuttavia ricevere alcuna risposta". Sempre secondo la Chicago Tribune "Un portavoce dell'ambasciata egiziana a Washington non ha risposto alla domanda se Omar sia stato formalmente accusato di qualche reato in Egitto, se sia stato veramente torturato, o se sara'estradato in Italia", ma i giornalisti americani non si sono persi d'animo e, non potendo contare sulla collaborazione dell'ambasciata egiziana e della Cia, si sono dati personalmente da fare conducendo una loro inchiesta che il giornale ha pubblicato oggi.

E' un'incredibile storia di aerei, di piani di volo, di numeri e di loghi di famose squadre di base-ball che compaiono e scompaiono dalle fusoliere di jet noleggiati, di itinerari schizofrenici tra partite di base-ball e partite di altro tipo, di misteriosi viaggi da Guantanamo, dalle basi Usa di Ramstein, di Rhein-Main a Washington, all' Afghanistan, al Marocco, al Dubai, alla Giordania, all'Italia, al Giappone, alla Svizzera, all'Azerbaijan e alla repubblica Ceca.

Forse la Cia non gliene sara' particolarmente grata, ma i lettori probabilmente si'.

Speciale terrorismo, con inchiesta del dott. Spataro sul terrorismo islamico in Italia


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