NOTIZIARIO del 09 novembre 2004

 
     

Europa contro Stati Uniti ? George W. Bush e i nostri valori
di Rita Guma

Secondo il ministro Franco Frattini, neocommissario italiano designato e futuro vicepresidente della Commissione europea, Europa e Stati Uniti hanno bisogno di un 'new deal' per fortificare la loro alleanza, che e' di vitale interesse. In un discorso tenuto di fronte ad una platea di studenti universitari americani a Roma, Frattini ha detto ieri che il punto di partenza migliore e' l'Iraq, cioe' la questione piu' urgente e controversa nel recente passato (e noi potremmo dire anche del presente) delle relazioni transatlantiche.

Anche il segretario generale della NATO Jaap de Hoop Scheffer, si e' appellato ieri a Berlino agli Europei perche' non si uniscano contro gli Americani sulla base delle divisioni a proposito della guerra in Iraq ed ha invocato un rafforzamento del consenso nel seno dell'Alleanza atlantica, affermando che UE e USA "devono imparare l'una dall'altra". Qualora l'Europa tentasse di unirsi contro gli USA, a suo giudizio, si disunirebbe al suo interno. Come una vera democrazia, potremmo dire, in cui ciascuno ha un punto di vista e si discute...

Per fare qualche considerazione in proposito, occorre in primo luogo sgombrare il campo dalla abusatissima e strumentale equazione che fa coincidere una contrapposizione e perfino una critica all'amministrazione USA con un astio o odio per gli Americani. Come ho detto in passato, gli Americani sono 250 milioni di persone, una gamma variopinta e variopensante di cittadini di tutti i colori, ceti sociali, culture etc etc, che non si possono ridurre in un amorfo ed unico blocco.

Probabilmente c'e' chi semplicisticamente ed ideologicamente lo fa, ma lo stesso Furio Colombo ha piu' volte espresso la sua ammirazione per tanta parte di questo popolo glorioso e ritengo che un buon 30% di non schierati cittadini italiani abbia un rapporto equilibrato con gli abitanti degli Stati Uniti. Le classificazioni semplicistiche sono comode ed utili per suscitare odio e fomentare guerre, per spostare il consenso delle masse ignoranti. Chi ha un minimo di cervello non se ne fa condizionare, e noi non lo facciamo.

Va considerato poi che nemmeno il risultato di queste elezioni fa automaticamente coincidere l'America con George W. Bush, checche' egli ne dica, dato che quasi la meta' degli Americani non ha votato per lui, e parte dell'altra meta' non era abbastanza informata o era addirittura disinformata, come accade anche in Italia a chi non approfondisce e si limita a titoli quali quello del Giornale ("L'Olanda si ribella alle violenze degli Islamici" sulla notizia di un paio di balordi olandesi che hanno fatto saltare la porta di una scuola islamica) o come accade a chi identifica decine di migliaia o milioni di persone di fede islamica con le poche che tagliano teste ad innocenti o mettono bombe. E tutto cio' senza pensare che egli stesso potrebbe in futuro essere vittima di tali semplificazioni negative (gli Italiani ladri e mafiosi, ad esempio...).

Ai due politici che suggerivano di passarci sopra, farei rilevare che non si puo' considerare tanto insignificante la questione della guerra irachena. Ci sono le violazioni ONU, ci sono le torture ad Abu Ghraib, ci sono le migliaia di morti civili, ci sono le decine di migliaia di ribelli falciati dalle bombe (tutti terroristi?).... mentre mancano le giustificazioni che a questa guerra hanno portato, come le armi di distruzione di massa. E' ovvio che su molti errori storici si stende prima o poi il pietoso velo della riconcilizione, ma in primo luogo devono essere d'accordo le vittime, in secondo luogo qui siamo ancora nella piena attuazione del fatto.

Fatto osservando il quale chiederei a coloro che con tanto entusiasmo, orgoglio o protervia parlano di radici religiose d'Europa, se si riferiscono forse alle crociate ammazzasaraceni, oppure ai fondamentali del cristianesimo "ama il prossimo tuo come te stesso" (dove il prossimo non era distinto, mi pare, per razza e religione). Inoltre chiederei a costoro che si atteggiano a perseguitati se considerano la vita preziosa solo quando devono imporre ad un malato terminale di sopportare la sua sofferenza fino alla fine, oppure se pensano di difendere anche i poveri bambini innocenti in Iraq e altrove, dove le armi occidentali dilaniano piccoli corpi e sostengono la prevaricazione di pochi violenti?

Per chi non ne fa una questione di classi sociali, di capitali, di contrapposizione fra razze, culture, Paesi, ma di principi, c'e' qualcosa che non va in questo modo di intendere il mondo che l'amministrazione americana (non l'America) e i suoi sostenitori piu' o meno interessati stanno portando avanti. Insensibile ad ogni regola, eccetto quando fa comodo per bloccare o castrare altri (disconoscimento del tribunale penale internazionale per i soldati USA, interpretazione di comodo delle risoluzioni ONU a seconda dei casi, regole e comportamenti che violano anche la Costituzione e la legge americana - vedi Guantanamo e Patriot Act), questa amministrazione e' imprendibile e non vede nulla se non i suoi obiettivi.

Il primo obiettivo, non ci volevo credere ma sembra evidente a guardare tutta la storia recente, e' quello di combattere solo e soltanto l'Islam. L'Iraq, l'Afghanistan, l'Iran, il Sudan... casi gravi, certo, poco democratici, d'accordo, con violazione dei diritti umani, non ci piove, pero' altrettanto che l'Uganda, la Repubblica democratica del Congo ed altri luoghi dove la disperata umanita' - centinaia di migliaia di persone violentate, tagliuzzate, terrorizzate, affamate e uccise - grida e muore senza suscitare tanto interesse e zelo democratico in Bush e nei suoi. Anzi, nessun interesse.

Noi non possiamo condividere un obiettivo come questo. Un obiettivo che veda come nemico un essere umano in base alla sua religione. E che lo reputi inferiore (perche' se andiamo a guardare, e' questo che emerge in molta letteratura dei 'Cristiani rinati' ed in alcune affermazioni di rabbini che si rifanno alla Torah). Noi siamo con i Cattolici alla Daniele Comboni, testimoni non aggressivi, coloro che portano aiuto, non vogliono dominare, ma dare, amare e conquistare con l'esempio. Noi siamo con gli Ebrei moderati, con gli Islamici moderati, con i Protestanti moderati. Con coloro che non si ritengono superiori, perche' sanno, tra l'altro, che proprio presupposti e fanatismi di questo tipo portano alle mille Aushwitz, ai mille olocausti e genocidi e crimini piccoli e grandi contro un altro essere umano.

Percio' noi non siamo contro gli Stati Uniti, ma contro idee e comportamenti lesivi della Carta dei diritti dell'uomo e del diritto internazionale, e qualunque governo li metta in atto, sia la Cina, il Brasile, l'Australia o altro grande Paese (per dimensioni, soldi o armi), o piccolo Paese o singola persona, non puo' trovarci d'accordo e consenzienti e succubi. E questi ideali in cui crediamo devono essere incarnati e difesi da un'entita' che rappresenti anche noi e l'opinione pubblica di gran parte del mondo che - spesso a dispetto del suo stesso governo, come in Gran Bretagna - ha affermato di non essere d'accordo con Bush perche' ha letto e visto cose che parte degli Americani, travolti dalla paura amplificata e dalla propaganda (tutti contro gli USA, appunto) o dal fanatismo (sono tutti islamici, quindi terroristi) non hanno potuto vedere.

Cari Frattini e de Hoop, e' tipico del politico, e del politico che vuol fare carriera soprattutto, cercare di trovare sempre la mediazione fra il potente e in meno potente (altrimenti detta vaselina), e poi riscuotere il premio. Ma in questo vasto mondo ci sono ancora persone e gruppi e popoli (e parlo dei cittadini, non dei vari Kerry o dell'opposione italiana, sui quali non mi esprimo) che hanno dei valori, e pensano - anche senza ideologie, e forse proprio per questo - di essere coerenti con questi valori anche facendo valere le proprie ragioni di fronte al potente di turno.

Poi facciamo pure le alleanze. Ma dopo...


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