NEW del 22 giugno 2005

 
     

Armi leggere e munizioni ridotte per ridurre crimini e terrorismo
di Gabriella Mira Marq

Mettere fuori portata le armi leggere, al fine di ridurre criminalita' e terrorismo. Se ne e' parlato ieri al congresso annuale di revisione della sicurezza dell'OSCE a Vienna.

Il presidente dell'OSCE in carica, il ministro solveno degli affari esteri Dimitrij Rupel, ha detto che l'organizzazione dovrebbe dedicare piu' attenzione alla limitazione della diffusione di armi leggere ed a fissare i limiti delle riserve di munizioni convenzionali.

L'Organizzazione europea per la sicurezza e la cooperazione - in collaborazione con l'ONU - sta aiutando i suoi 55 Stati membri a realizzare le convenzioni anti-terrorismo dell'ONU su questioni come il terrorismo suicida e ideare passaporti piu' accurati e sicuri.

Ma, a giudizio di Rupel, che ha aperto i lavori della conferenza, "la maggior sfida riguarda mettere le armi e le munizioni fuori portata e persino toglierle dalla circolazione". In particolare il diplomatico si e' riferito ai missili antiaerei a spalla.

Un certo numero di Paesi dell'OSCE avevano chiesto l'assistenza dell'organizzazione sulla questione delle armi e munizioni, ma questo progetto si sta rivelando piuttosto costoso e tecnicamente complesso. Il lavoro procede in sinergia con UE e NATO per sfruttare le rispettive risorse e competenze.

E' stato rilevato che il crimine e l'estremismo fioriscono nelle zone dove l'applicazione della legge e' debole, per cui il presidente dell'OSCE ha sollecitato un'attenta sorveglianza e un impegnoaffinche' i corpi di polizia operino in modo efficace nel rispetto dei diritti dell'uomo.

"Sorveglianti che disperdono le manifestazioni sparando sulle folle di civili non possono essere considerati un sostegno della legge", ha detto Rupel. Il riferimento implicito poteva essere alla vicenda di Andijan, in Uzbekistan, in cui l'esercito e' accusato di aver sparato sui contestatori e di aver ucciso centinaia di persone.

Su questi avvenimenti l'OSCE ha redatto un rapporto basato su 44 interviste di testimoni oculari di quei giorni ed ha concluso due giorni fa reiterando la richiesta di una commissione d'inchiesta indipendente e imparziale gia' fatta dalla comunita' internazionale.

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