NEW del 20 giugno 2005

 
 
       
 

Terrorismo : alleati agli Stati Uniti , basta segreti !
di Giulia Alliani

Gli alleati degli Stati Uniti cominciano a contestare a Washington la segretezza che circonda le operazioni condotte nei confronti dei sospettati di terrorismo.

Il New York Times riprende un servizio dell'agenzia Associated Press e cita tre casi: uno in Svezia, uno in Italia e l'altro in Canada. In due dei casi si parla di "extraordinary renditions", le "consegne speciali" della Cia, che prevedono il trasferimento dei sospettati di terrorismo, con aerei noleggiati allo scopo, in paesi terzi, dove le regole e le garanzie del rispetto dei diritti umani sono meno stringenti che negli Stati Uniti e in altri paesi occidentali.

In Italia i funzionari dell'antiterrorismo si erano interessati alla scomparsa dell'imam Abu Omar, avvenuta due anni fa. L'uomo, prelevato da una strada e fatto salire su un furgone sarebbe poi stato trasferito e interrogato in Egitto, dove si troverebbe ancora.

Secondo il procuratore Armando Spataro si tratta certamente di un sequestro. Spataro non ha rivelato nulla sull'identita' dei sospettati, coperta dal segreto delle indagini. Ben Duffy, portavoce dell'ambasciata degli USA a Roma ha detto: "Non facciamo commenti su questioni di competenza dei servizi segreti". Anche le autorita' egiziane si sono rifiutate di fare commenti su un loro coinvolgimento.

Spataro ha confermato la sua visita alla base Usa di Aviano avvenuta il 23 febbraio, ma si e' rifiutato di rispondere a domande volte ad approfondire notizie sui risultati della visita. Omar era sospettato di aver combattuto a fianco dei jihadisti in Afghanistan e in Bosnia, e i procuratori italiani, prima della sua scomparsa, stavano indagando su di lui.

Spataro ha dichiarato che la sua scomparsa ha portato danno all'inchiesta in corso, danneggiando di conseguenza la guerra al terrorismo. La senatrice dell'opposizione, Tana de Zulueta, ha rivolto una domanda al governo per sapere se l'Italia era coinvolta nella scomparsa, ma non ha ricevuto risposte.

Germano Dottori, analista politico del Centro per gli Studi Strategici di Roma, ha detto che le operazioni di rendition fanno parte della strategia americana di contrasto al terrorismo attraverso l'azione preventiva, ma che nel momento in cui emergono alla conoscenza del pubblico possono causare danni alle relazioni fra paesi alleati perche' "nessun Paese apprezza ingerenze nella sfera della propria sovranita' nazionale e questa rappresenta una sfera di sovranita' molto delicata".

Speciale diritti umani con dossier Guantanamo


by www.osservatoriosullalegalita.org

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