NEW del 16 giugno 2005

 
 
       
 

Dis - informazione : euro , quello che la Padania non dice
di Giulia Alliani

"La stampa estera esalta la Lega". "L'iniziativa lanciata dal Carroccio... ha innescato un dibattito di vasta portata che ha destato l'attenzione di importanti media britannici". Questo continua a scrivere la Padania.

L'Economist ha pubblicato un articolo il 9 giugno ("Italia: la Lega Nord si ribella all'euro") e un altro l'11 giugno ("Quella bella lira"). La Padania ha isolato dal primo articolo alcune frasi della prima parte e ha lasciato perdere del tutto la seconda. Del secondo articolo ha preferito non fare menzione: l'ha trascurato completamente (e si capisce perche').

QUELLO CHE SCRIVE "LA PADANIA": "Il ministro del Welfare Roberto Maroni è stato citato dal settimanale britannico Economist che, in un articolo del 9 giugno, affronta l'argomento euro infrangendo quello che fino a poco tempo fa era visto come un tabù, ovvero un possibile fallimento della moneta unica e un ritorno allo status quo precedente. «Non troppe settimane fa, la seguente domanda sarebbe stata presa poco sul serio, forse schernita: l'euro durerà?», scrive l'Economist (...) «tuttavia l'élite europea non può più licenziare l'idea come pura impertinenza». «Chi lo dice? - prosegue - Tanto per cominciare il 56% dei tedeschi che, intervistati per un sondaggio della rivista Stern, si sono dichiarati a favore del ritorno al marco (...) e Roberto Maroni, il ministro italiano al Welfare, che il 3 giugno ha affermato che il suo Paese starebbe molto meglio con la lira».

QUELLO CHE "LA PADANIA" NON SCRIVE: (da: "The Economist" 9 giugno 2005, Italia: la Lega Nord si ribella all'euro L'Unione monetaria europea L'euro e i suoi guai)
"...La rottura dell'area euro e' ancora nel regno della lontana probabilita' piu' che in quella della possibilita'. Prendete fra le grandi economie quella che che si trova in maggiore difficolta': l'economia italiana. Rispetto a quello tedesco, il costo per unita' lavorata e' cresciuto di circa il 20% dopo l'introduzione dell'euro, rendendo meno competitive le esportazioni italiane. Il prodotto interno lordo e' calato in ciascuno degli ultimi due quadrimestri. Viene la tentazione di immaginare che, tornando alla lira, l'Italia potrebbe tornare alla vecchia abitudine di ricorrere alla svalutazione per uscire dai guai. Se si dovesse prendere l'idea in seria considerazione, gli acquirenti di titoli di stato italiani esigerebbero certamente un'assicurazione contro il rischio di svalutazione, sotto forma di rendimenti piu' alti. Lo spread potrebbe essere piu' vicino ai 650 punti base raggiunti 10 anni fa che agli odierni 17. Con il debito pubblico italiano superiore al 100% del PIL, non e' il caso di meravigliarsi se politici di maggiore esperienza rispetto a quella del Signor Maroni, si sono affrettati a ripetere che non condividono il suo punto di vista". (Prosegue con altre spiegazioni sorrette da cifre)

(Da "The Economist" 11 giugno 2005, L'Italia e l'euro Quella bella lira)
Roma La strana politica che attacca la moneta unica europea La frattura originata dai referendum in Francia e Olanda ha provocato conseguenze fino in Italia. La Lega Nord, uno dei quattro principali partiti della coalizione conservatrice di Silvio Berlusconi, ha lanciato una campagna per un referendum sulla reintroduzione della lira. Roberto Maroni, ministro del Lavoro e dirigente leghista, ha dichiarato, il 3 giugno, che presto la Lega comincera' a raccogliere le firme necessarie. Si tratta del tipico tentativo, messo in atto per catturare l'attenzione, da parte di un movimento che si e' inventato di sana pianta un territorio tutto nuovo ("Padania" e' il termine che sta a indicare il Nord).

Tuttavia la maggior parte degli alleati del partito ha preso le distanze dallo stratagemma. Otmar Issing, che guida gli economisti della Banca Centrale Europea, ha dichiarato che un ritorno alla lira significherebbe il "suicidio economico". L'adozione dell'euro da parte dell'Italia ha facilitato la gestione del suo gigantesco debito pubblico perche' ha tagliato i costi degli interessi. Se si tornasse alla lira, gran parte delle somme che i ministri vorrebbero destinare a capitoli di spesa andrebbero dirottate nella gestione del debito, specialmente se i mercati dovessero subodorare che il ritorno alla lira prefigura future svalutazioni. In un primo momento il Signor Maroni aveva fatto capire che aveva in mente proprio questa possibilita', sebbene in seguito abbia parlato di agganciare la nuova lira al dollaro.

Molti economisti e politici convengono sul fatto che l'idea della Lega non sia da prendere in seria considerazione. Eppure, il Signor Berlusconi non ha condannato i contenuti della proposta, anche se ha mosso delle critiche alla Lega per aver attaccato il Presidente Ciampi che aveva guidato il paese nell'euro. E non ha fiatato neppure il ministro delle Finanze, Domenico Siniscalco. Perche'? Una delle ragioni risiede nel fatto che l'euro e' impopolare fra gli italiani. Pensano che abbia creato il pretesto per incredibili aumenti dei prezzi e lo considerano la causa della deprimente performance economica. E' un'idea sbagliata - i problemi dell'Italia sono per la maggior parte di origine interna - ma e' un modo di vedere le cose che Berlusconi ha tutto l'interesse a incoraggiare, perche' la primavera prossima dovra' affrontare le elezioni politiche.

La campagna della Lega fornisce un aiuto nel tentativo di sviare le critiche dal governo verso Bruxelles, che questa settimana ha dato inizio alla procedura contro l'Italia per eccessivo deficit di bilancio. La campagna mette anche in imbarazzo l'opposizione, perche' l'uomo che ha fatto piu' di chiunque altro per portare l'Italia nell'euro e' l'attuale leader dell'opposizione, Romano Prodi, che e' stato presidente del Consiglio nel periodo dal 1996 al 1998. Berlusconi potrebbe decidere di non salire sul mal congegnato carro della Lega, ma non ha neppure fretta di metterglisi di traverso.

continua

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