NEW del 12 maggio 2005

 
     

Tony Blair : una vittoria elettorale o una dittatura elettiva ?
di Giulia Alliani

"Fallimento del sistema: tutti gli elettori sono uguali, ma alcuni sono piu' uguali degli altri". Questo il titolo di un articolo di John Curtice, professore di scienze politiche all'Universita'di Strathclyde (Glasgow, Scozia) pubblicato ieri dall'Independent. Di che si tratta? Di Tony Blair e del suo terzo mandato.

Da noi non se n'e' parlato molto. La stampa italiana e i nostri uomini politici, dopo i complimenti di rito, non hanno ritenuto opportuno approfondire i risultati delle elezioni inglesi. Pare che l'argomento Blair sia "divisivo", o almeno cosi' riferisce il quotidiano "Il Riformista", che aveva sollecitato "il giudizio di un importante leader di un importante partito della sinistra". Il fatto e' che Tony Blair ha vinto si' le elezioni, ma le ha vinte in un modo che ha suscitato un certo sconcerto.

Secondo quanto riporta l'Independent, dopo che il partito Laburista e' riuscito ad ottenere la maggioranza con il solo 36% dei voti, gli specialisti di diritto costituzionale hanno detto che Blair e' a capo di una "dittatura elettiva", perche' il Primo Ministro si trova nella possibilita' di esercitare il potere con l'appoggio di un quinto soltanto della popolazione britannica adulta, la frazione piu' bassa dai tempi del Great Reform Act del 1832.

"Mai prima d'ora nella storia delle elezioni inglesi ci si e' assicurati cosi' tanto potere con cosi' pochi voti" scrive il quotidiano britannico, e dunque "Il Governo dovra' affrontare l'esigenza di una completa riforma del sistema elettorale dopo che le elezioni politiche sono state definite e condannate come una "parodia della democrazia"" e non basta perche' se "alcuni potrebbero dire che la nostra democrazia e' in crisi, pochi non converrebbero sul fatto che ha urgente bisogno di un check up".

Nel 1997, il Manifesto presentato dal New Labour prima delle elezioni includeva anche una promessa di riforma del sistema elettorale: "Ci impegniamo a indire un referendum sul sistema elettorale per la Camera dei Comuni. Verra' subito costituita una commissione indipendente sui sistemi elettorali, che raccomandera' uno dei sistemi di tipo proporzionale come alternativa al sistema maggioritario". Niente da fare: in fondo era solo un manifesto, non un contratto.

Siamo nel 2005 ma, nonostante sia stata istituita una commissione presieduta dal lib-dem Roy Jenkins che, nel 1998, ha prodotto un ponderoso rapporto, di referendum non si e' piu' parlato. O meglio, se n'e' parlato nel 2001.

Nel solito manifesto pre-elettorale, i laburisti hanno reiterato la promessa del 1997: "Prenderemo in esame l'esperienza dei nuovi sistemi (in Scozia, Galles, e Irlanda del Nord) e il rapporto della Commissione Jenkins, e valuteremo se sia possibile effettuare dei cambiamenti nel sistema per eleggere la Camera dei Comuni. Un referendum rimane la via giusta per giungere ad un accordo su qualsiasi riforma per Westminster".

Il fatto e' che una riforma in senso proporzionale non sarebbe affatto vantaggiosa per i laburisti che, perdendo la maggioranza, sarebbero costretti a formare una coalizione con i Liberaldemocratici. Ma i Liberaldemocratici potrebbero formare una maggioranza anche unendosi ai Conservatori e, secondo i critici del sistema proporzionale, in simili casi verrebbe attribuito loro un potere superiore a quello che in effetti gli spetterebbe.

Proprio per questi motivi il Professor Curtice analizza nel suo articolo di ieri alcuni sistemi "misti" che dovrebbero ovviare all'inconveniente. La campagna lanciata ieri dall'Independent ha tuttavia trovato immediato riscontro fra i lettori. Il giornale e' stato inondato da centinaia di lettere e messaggi ed e' cominciato un infuocato dibattito all'insegna del "Restituiteci la nostra democrazia".

Tony Blair, inaugurando il terzo mandato ha detto: "Ho ascoltato e ho imparato". Anche Silvio Berlusconi, pochi giorni fa, a Catania per la campagna elettorale, lo ha citato aggiungendo: "Devo dire che anch'io ho ascoltato e devo dire che ascoltare aiuta a capire".

Massimo D'Alema, intervistato dall'Unita', ha assicurato: "Dicendo di aver 'ascoltato e imparato', credo che Blair abbia detto una cosa di sinistra". Oggi un deputato laburista, alleato di Gordon Brown, ha dichiarato ai giornalisti del Telegraph: "Blair puo' anche continuare a dirci che sta ascoltando.

Beh, se crede che questo voglia dire ascoltare il partito Laburista che c'e' in Parlamento, bisogna che usi il cornetto acustico".

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