NOTIZIARIO del 11 marzo 2005

 
     

Iraq : esperti occidentali sanità chiedono inchiesta su morti civili
di Rico Guillermo

Venti importanti esperti della sanita' originari di Stati Uniti, Gran Bretagna, Australia, Canada, Spagna hanno chiesto oggi l'apertura di un'inchiesta indipendente sul numero dei civili uccisi in Iraq dall'inizio dell'intervento militare.

I firmatari - esperti di salute pubblica e globale - sono critici nei confronti dei governi americano e britannico. In un comunicato sul British Medical Journal, essi accusano i due governi di minimizzare il numero delle vittime civili del conflitto.

"Pensiamo che il rifiuto congiunto del Regno Unito e degli Stati Uniti di fare i massimi sforzi per conoscere il numero di vittime irachene... sia totalmente irresponsabile", dicono gli esperti, secondo i quali "recensire il numero delle vittime puo' contribuire a salvare delle vite non solo oggi ma anche in futuro".

Essi giudicano inoltre inaccettabile la pratica seguita dai due principali Paesi impegnati nella guerra in Iraq, consistente nell'appoggiarsi alle statistiche del ministero della sanita' iracheno, in quanto cio' attenua il dato reale per piu' ragioni.

In primo luogo, infatti, tali valori non prendono in considerazione i primi 12 mesi dell'intervento militare (durante i quali altre fonti stimano siano morti 10.000 civili, ndr). Inoltre il ministero della sanita' conteggia solo le morti legate a violenze e non alle conseguenze sanitarie della guerra.

Secondo tali numeri, sarebbero stati uccisi 3274 civili dal primo luglio 2004 al primo gennaio 2005. Le altre stime non ufficiali invece divergono da questi dati, come quella pubblicata su Lancet, che parla di 98.000 morti dal 2003.

Secondo Iraq Body Count, un'organizzazione di universitari e pacifisti che raggruppano le informazioni fornite dai media, sarebbero infatti morti fra 16.231 e 18.509 Iracheni.

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