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NOTIZIARIO del 21
febbraio 2005
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Spot
su Italia : proteste alla televisione svedese L'ambasciatore svedese a Roma Staffan Wrigstad ha dichiarato alla Aftonbladet: "Da parte italiana molte persone hanno manifestato preoccupazione. Si pensa che gli Svedesi abbiano un'immagine molto banale dell'Italia". La stampa svedese riferisce che, dopo la risposta data al rappresentante del ministero degli Esteri italiano, che ieri l'aveva convocato, l'ambasciatore Wrigstad ha tuttavia scritto "una lettera tagliente" al direttore della TV svedese, Christina Jutterström, e al presidente socialdemocratico del board della compagnia, Allan Larsson. Secondo la Svenska Dagbladet, la campagna pubblicitaria e' stata finora oggetto di quattro denunce alla Commissione Svedese per le Emissioni Radiotelevisive. Mikael Söderlund, vice-sindaco di Stoccolma, appartenente a un partito della destra, e' tra coloro che hanno denunciato lo spot pubblicitario. "Il Presidente del Comitato della SVT viene nominato dal governo, e vi sono molti casi in cui l'emittente ha agito in accordo col governo. La campagna pubblicitaria fornisce anche informazioni errate a proposito dei mezzi di informazione italiani" ha dichiarato Soderlund alla Svenska Dagbladet. Le reazioni in Svezia e all'estero sembrano pero' non aver fatto altro che rafforzare la posizione presa dalla TV svedese sulla faccenda degli spot. "Non possiamo farci condizionare anche noi da interessi politici" ha detto Helga Baagöe, direttore dell'informazione alla SVT". La Baagöe ha definito tutto l'incidente "un dibattito": "Vogliamo discutere il ruolo della Televisione Svedese e definire in modo piu' chiaro gli scopi del servizio pubblico. Dobbiamo quindi essere pronti a lanciare delle provocazioni. In Italia il governo ha un'influenza diretta sulle emittenti pubbliche. E qui entra in gioco il ruolo di Berlusconi, che possiede personalmente dei canali televisivi". Helga Baagöe ha anche sottolineato che parte delle informazioni fornite nella campagna pubblicitaria provengono "da varie fonti fra cui anche il Consiglio d'Europa, il Parlamento Europeo, e l'Associazione Internazionale dei Giornalisti". "Avevamo messo in conto che ci sarebbero state reazioni da parte dell'Italia" ha concluso Helga Baagöe.
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