NOTIZIARIO del 30 gennaio 2005

 
     

Silvio Berlusconi ricorda l' amico Craxi , ma non ricorda bene ...
di Rita Guma

"I comunisti hanno cambiato nome, non hanno cambiato metodo" essendo figli di un'ideologia "che ha portato solo totalitarismo, oppressione e miseria". Parole di Silvio Berlusconi.

E' la terza volta che il premier ripete il suo avvertimento sui comunisti mangiabambini, nonostante le parole del presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, che ha invitato i moderati italiani a "liberarsi dall'ossessione del comunismo".

Ma, si sa, questo slogan e' stato per decenni pagante sotto il profilo elettorale, ed inoltre in questo caso serve a dimostrare ed avallare il teorema preferito di Berlusconi, e cioe' che quella a Craxi, a lui stesso ed ai suoi amici sia stata una persecuzione delle Toghe Rosse.

Questa volta Berlusconi ha lanciato le sue affermazioni ad un convegno dal titolo "Bettino Craxi, il socialismo europeo e il sistema internazionale", organizzato dalla figlia di Craxi, Stefania, a Milano. Berlusconi ha parlato dell'"amico" Craxi, dicendo di ricordare "perfettamente il discorso che Craxi tenne alla Camera il 3 luglio 1992".

"Fu un discorso sincero e coraggioso, un discorso di verita' - ha detto Berlusconi - Quando fondammo Forza Italia avevamo nella mente le sue parole", parole dette "in difesa della liberta'" contro un'ideologia che ha prodotto nella storia "la pił disumana, criminale e duratura impresa mai creata dall'uomo".

Secondo Berlusconi, come riportato dalle agenzie, Craxi fu vittima di "un'ubriacatura giustizialista, di cui ancora subiamo le conseguenze: un'alleanza perversa tra settori politicizzati della Magistratura, un ben noto gruppo editoriale e finanziario e il PCI-PDS".

Il premier dimentica che il ricorso presentato da Craxi alla Corte europea dei diritti dell'Uomo contro la condanna a quattro anni e sei mesi di carcere nel processo per le tangenti della metropolitana milanese fu respinto con la motivazione che l'ex leader socialista era stato condannato per corruzione e non per le sue idee politiche e che la procura di Milano non fu influenzata nel suo giudizio dalla stampa o mossa da motivazioni politiche.

Berlusconi ha detto di non aver mai affermato di essere l'erede di Craxi, e che altri lo hanno detto, ma sicuramente la sua avversione per i magistrati, reiteratamente affermata, era condivisa dall'amico, che nel 1985 - quando ancora non era nata Mani Pulite - ordino' ai servizi segreti di non collaborare con i magistrati, con motivazioni di segreto di Stato, provocando problemi in istruttorie sulle stragi.

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