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NOTIZIARIO del 21
ottobre 2004
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Iraq
: Blair manda truppe ma rifiuta accuse di aiutare Bush Il primo ministro britannico Tony Blair ha rigettato con fermezza le critiche del mondo politico per la sua accondiscendenza alle richieste degli Stati Uniti di spostare i soldati britannici verso le zone calde del conflitto iracheno, mentre il ministro della difesa Geoffrey Hoon ha detto alla Camera dei Comuni che il distacco di 850 militari e funzionari di supporto e' basato su valutazioni militari. Insistendo anch'egli che ogni decisione e' puramente materia militare, Blair ha detto che mandare il reggimento Black Watch a Baghdad "non ha niente a che vedere con le elezioni americane". Le critiche erano giunte sia dall'opposizione che dall'interno del suo stesso partito, laburista, di tradizione pacifista. Il deputato Gerald Kaufman aveva segnalato in parlamento i pericoli insiti nell'azione di essere in combattimento in vicinanza delle presidenziali USA. Il suo collega di partito Dennis Skinner ha dichiarato che la ridislocazione delle truppe potrebbe essere una "bombola d'ossigeno" per il presidente USA George W. Bush, aggiungendo che non piace l'idea che "siamo stati alleati con il presidente Bush e il Pentagono." ll leader dei conservatori Michael Howard aveva avvertito che "se si pensa a uno spostamento di soldati britannici il governo deve venire a dichiararlo in Parlamento appena possibile". Ma la questione non e' solo limitata ai politici. Riflettendo il sentimento nazionale pochi giornali hanno espresso commenti positivi verso l'operazione militare decisa dal governo. Il Mirror ha posto in prima pagina un'immagine dello "zio Sam" con il volto di Bush ed il dito puntato come nei manifesti di reclutamento americani, con lo slogan "il suo Paese ha bisogno di voi". E se i cittadini si esprimono negativamente, come evidenziato dall'analista politico Geoff Andrews, per l'impressione che le truppe britanniche siano state mandate ad aiutare Bush, non i soldati USA, preoccupazione emerge invece dalle famiglie dei militari ora posti in una situazione di maggior rischio. La Gran Bretagna ha 9000 soldati in Iraq, con funzioni di mantenimento della pace nella zona di Bassora, e non coinvolti in operazioni di guerra, sebbene abbia gia' avuto diverse perdite.
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USA hanno bisogno dei soldati europei in Iraq Kofi Annan, guerra illegale e Tony Blair trema Powell: insurrezione peggiorata Allawi ad Iran e Siria: le truppe della coalizione devono restare
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