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NOTIZIARIO del 04
ottobre 2004
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Cambogia
e ONU : processo per genocidio ai Khmer rossi
L'Assemblea generale della Cambogia ha ratificato oggi una legge sul processo agli antichi dirigenti cambogiani, i Khmer rossi. Il voto giunge dopo un accordo con le Nazioni Unite in merito. La ratifica dell'accordo ha eliminando l'ostacolo principale al processo permettera' di portare in giudizio - forse l'anno prossimo - un pugno di uomini per genocidio e crimini contro l'umanita'. Quasi due milioni di persone morirono infatti fra la fame, le malattie e le atrocita' sotto il regime di Pol Pot dal 1975 al 1979. Pol Pot e' morto nel 1998. Molti dei suoi collaboratori, anziani e infermi, vivono oggi liberi in Cambogia. Ta Mok, l'antico capo dell'armata, e Kaing Khek Iev - direttore del tristemente celebre centro di detenzione S21 di Tuol Sleng dove 16.000 Cambogiani furono liquidati - sono i soli ex dirigenti khmer rossi che si trovano oggi in carcere in attesa di processo. Dopo piu' di cinque anni di trattative la Cambogia aveva firmato nel giugno 2003 un accordo su tale questione con l'ONU, ma la sua ratifica era stata rimandata essenzialmente per via di una crisi politica di 11 mesi che ha limitato il funzionamento dell'assemblea legislativa di Phnom Pein. Il principe Norodom Ranariddh , presidente del parlamento camogiano, ha dato la notizia della ratifica, avvenuta con 107 voti su 110 deputati presenti. Il testo dovra' ora passare al Senato, alla Consulta Costituzionale ed alla firma del re Sihanouk. Il processo si terra' con la supervisione dell'ONU. I termini dell'accordo prevedono che il tribunale comprenda un gruppo di procuratori e giudici cambogiani e stranieri, con maggioranza dei primi, e che le decisioni siano prese con la maggioranza piu' uno del collegio giudicante.
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