NOTIZIARIO del 08 luglio 2004

 
     

Missioni umanitarie : voto separato su Iraq
di red

Il Governo ha accolto la richiesta dell'opposizione di votare separatamente il rifinanziamento della missione italiana in Iraq rispetto a quelle delle altre operazioni di peacekeeping.

La richiesta era stata presentata anche nella precedente occasione in cui la proroga della missione Antica Babilonia era stata portata nell'aula parlamentare, ma in quella occasione la CdL aveva voluto che il voto comprendesse ben dieci missioni, alcune delle quali perfettamente condivise dall'opposizione. In tal modo si scongiuro' la bocciatura del provvedimento e si divise la minoranza parlamentare.

Intanto, con 387 voti favorevoli, 3 astenuti ed 1 contrario la Camera dei deputati ha approvato oggi le mozioni per favorire il processo di pace in Sudan. Le mozioni, firmate rispettivamente dai deputati Giachetti, Barbieri e Michelini, sono state accettate dal governo, con eccezione delle parti relative ad un aumento dell'impegno finanziario dell'Italia nelle missioni umanitarie in Darfur.

In definitiva la Camera ha impegnato il Governo a garantire la continuita' della cooperazione italiana nella regione, ad esercitare urgenti pressioni sul Governo di Khartum, affinche' garantisca pieno accesso degli aiuti umanitari alle vittime e favorisca gli sforzi che sta compiendo l'organizzazione dell'Unione africana per l'attuazione di un «cessate il fuoco» nella regione.

Inoltre il governo dovra' attivarsi presso l'Unione Europea per sollecitare un concreto e fattivo intervento nei confronti del Governo sudanese anche con l'invio di osservatori, e presso i membri comunitari del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, affinche' promuovano quanto prima una risoluzione sul Darfur.

Essa, oltre a dare al Segretario generale un formale incarico nella conduzione dei negoziati con il regime di Khartum, dovrebbe essere incardinata su quattro punti cruciali: evitare la carestia, mettere fine al conflitto attraverso il disarmo delle fazioni in lotta, avviare un processo di pace sostenibile, che risolva i problemi politici all'origine del conflitto, e imporre sanzioni nei confronti di coloro che si sono macchiati, direttamente od indirettamente, di crimini di guerra e di crimini contro l'umanita'.

Ieri l'altro il presidente Ciampi era intervenuto sulla crisi del Darfur, con riflessioni ed esortazioni non dissimili da quelle rivolte sulla questione dal segretario generale dell'ONU Kofi Annan all'Unione Africana.

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