NOTIZIARIO del 07 luglio 2004

 
     

Stragi Madrid : Acebes seppe di Al Qaeda ma...
di Rico Guillermo

Acebes sapeva gia' sabato della pista islamica ma continuo' ad insistere sull'ETA. Il Capo dell'Unita' Centrale d'informazione della Polizia spagnola ha detto che la sua unita' era convinta che occorresse seguire la pista del terrorismo islamico per gli attentati di Madrid ben due ore e mezza prima che l'allora ministro degli Interni Acebes dichiarasse che la priorita' era l'ETA.

Alla commissione parlamentare d'indagine sull'11 marzo 2004 a Madrid il commissario capo Mariano Rayón ha spiegato che il giorno stesso degli attentati la sua unita' comincio' a lavorare sull'ipotesi che potesse trattarsi di un attacco terrorista islamico e non di un massacro dell'ETA ed ebbe la certezza quando scoprirono che i telefoni cellulari coinvolti nella preparazione dell'attentato erano stati venduti a tre persone di origine araba.

Acebes comparve invece in conferenza stampa due ore e mezzo dopo ed assicuro' che le investigazioni avanzavano nelle due direzioni, gruppi islamici ed ETA, ma insistette che la pista basca era la priorita' e disse che non vi erano nuovi indizi riguardanti Al Qaeda.

Rayón ha detto alla commissione che fu tenuta una riunione con il commissario generale dei servizi e la linea investigativa appariva molto chiara, mentre fino a quel momento vi erano stati solo elementi per nulla decisivi che portavano in questa direzione, come la cassetta con i versetti del Coprano trovati nel furgone localizzato nell'Alcalá di Henares e il biglietto di rivendicazione spedita da un gruppo legato ad Al Qaeda al giornale londinese edito in Arabo 'Al-Quds-al Arabi'.

Della cassetta il capo dell'Unita' speciale ha detto che fu informato della sua esistenza nella serata dell'11 marzo, ma gli fu detto che era una delle migliaia di registrazioni vendute in giro, per cui all'inizio fu considerata un elemento non determinante. Per quanto attiene alla rivendicazione, Rayón ha detto che la sua affidabilita' non era assoluta in quanto lo stesso gruppo aveva rivendicato altri attentati poi rivelandosi inattendibile.

Rayón ha anche riferito riguardo al rapporto che la sua unita' aveva trasmesso il 28 novembre 2003 ed in cui si metteva in guardia sul fatto che la Spagna poteva essere obiettivo dei terroristi islamici "anche nel nostro territorio, anche contro interessi spagnoli in un altro Paese, in tempi prossimi", tuttavia il commissario capo ha detto che non si prevedeva un grande attentato in Spagna prima delle elezioni del 14 marzo e che si stimava, con un'alta percentuale di probabilita', che eventuali attentati avvenissero all'estero.

Egli ha assicurato che quando Al Qaeda dichiara un Paese suo obiettivo prima o poi compie la sua minaccia. Infine il commissario capo si e' lamentato della carenza di mezzi e uomini nella sua unita' investigativa.

Ieri si era tenuta l'audizione di un portiere che aveva contraddetto i rapporti della polizia, fornendo particolari che - anticipando l'orario del ritrovamento del furgone con i detonatori e la cassetta in arabo - dimostrerebbero che la pista islamica era emersa fin dal giorno degli attentati.

Questa testimonianza - che e' stata smentita da agenti di polizia - ha generato una certa bagarre fra i deputati dei tre partiti competitori alle ultime elezioni. Il PSOE e la Sinistra unita hanno affermato che la testimonianza del portiere dimostrava chiaramente che Acebes aveva mentito al Paese, mentre il PP ha accusato l'attuale partito di governo di aver contattato il testimone per condizionarlo prima della deposizione.

La testimonianza di oggi del Capo dell'unita' speciale di polizia permette di superare queste polemiche, dimostrando comunque che i dati per una corretta attribuzione ai terroristi islamici della responsabilita' degli attentati eranon disponibili il giorno prima delle elezioni e che Acebes non li ha volutamente tenuti in debito conto.

La Commissione ha ampi poteri, e la legge impone a cittadini spagnoli ed agli sranieri di testimoniare davanti ad essa tutto quanto sanno riguardo all'oggetto dell'inchiesta. Tuttavia anche la commissione ha dovuto fermarsi, di fonte alle leggi sulla privacy e sulle comunicazioni private.

L'indagine parlamentare, iniziata poche settimane fa, dovrebbe concludersi entro luglio.

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