NOTIZIARIO del 04 luglio 2004

 
     

Iraq : Allawi forse amnistia chi ha ucciso Americani
di Rico Guillermo

Il primo ministro del nuovo governo iracheno ad interim, Ayad Allawi, sta studiando la possibilita' di offrire un'amnistia agli Iracheni che hanno combattuto le forze della coalizione a guida USA, possibilmente perdonando chi ha ucciso Statunitensi.

Georges Sada, portavoce di Allawi, ha parlato sabato di questa possibilita', dicendo che dovrebbe essere trovata come giustificazione per i ribelli il fatto che gli USA erano una forza di occupazione: "daremo loro la libertà."

Il soffocamento della resistenza e' la massima priorita' del governo di Allawi e si prevede che il primo ministro faccia un certo numero di annunci riferiti alla politica di sicurezza nei prossimi giorni. Oltre al programma di amnistia, questi includono il ripristino della pena di morte, ha detto Sada, aggiungendo che il programma di amnistia e' ancora allo studio e non e' certo che vi sia il completo perdono per coloro che hanno ucciso Americani.

Sada ha detto che l'ambasciata degli Stati Uniti ha consigliato ad Allawi di provare soluzioni creative per concludere l'insurrezione e commentato che una certa forma di amnistia e' necessaria per persuadere con le lusinghe i combattenti nazionalisti iracheni che combattono contro le forze di occupazione, facendo una distinzione con coloro che mettono bombe uccidendo civili.

Sada ha anche aggiunto che alcuni Iracheni hanno combattuto per soldi o per vendetta: "alcune persone sono state truffate, altre fuorviate. Alcuni si sono comportati cosi' perche' non avevano stipendio ne' cibo, nemmeno il pane". Anche George W. Bush qualche settimana fa aveva fatto un distinguo fra combattenti in Iraq.

Sada ha avvertito che pero' in caso di amnistia chi continuasse a combattere dovrebbe affrontare le forze della coalizione al completo: "dovrebbe pensare essere ucciso. Chi continua a combattere il governo puo' prevedere un avvenire che varia dalla prigione alla pena di morte" ha detto.

Un ex colonnello della polizia segreta di Saddam Hussein ha detto che lui ed altri Baathisti accoglierebbero favorevolmente l'amnistia. La settimana scorsa, Allawi ha avvertito pubblicamente il partito Baath di smettere di sostenere l'insurrezione.

L'uomo, ora un tassista di Mossul, ha detto "a mio parere, Allawi ed Al Yawar stanno lavorando per salvare il paese dalla distruzione. Stanno andando nel giusto senso. Sembra che i nuovi dirigenti dell'Iraq desiderino riparare al piu' presto ad alcuni degli errori commessi, come la dispersione dell'esercito iracheno e dei corpi di sicurezza."

Ma il suggerimento di amnistia ha incontrato lo scetticismo di alcuni Iracheni. Un ex ufficiale dell'esercito che si e' definito "assistente alla resistenza" ha commentato a Falluja il programma di Allawi dicendo che troverebbe poco riscontro dato che il suo governo e' visto come illegittimo.

Muhammad Al Janabi, una volta colonnello dell'esercito iracheno disperso, ha commentato: "non desidero tornare al nuovo esercito iracheno ed essere messo in una situazione dove devo aprire il fuoco sui miei conterranei per difendere gli Americani" ed ha aggiunto che "l'obiettivo di questa offerta è di dividere la resistenza. Desiderano isolare i patrioti onesti dai Mujahidin islamici - in altre parole divide et imperat - e questo non deve accadere".

Al Janabi ha aggiunto: "per quanto riguarda Allawi e Al Yawar, stanno prendendo ordini dal nuovo ambasciatore americano (John Negroponte, ndr) dopo la partenza del loro padrone precedente, Bremer. Stanno aiutando gli Americani, rubano il nostro petrolio e saranno puniti."

Il portavoce di Allawi, Sada, ritiene che comunque, secondo alcune stime, circa 5000 ribelli accetterebbero l'offerta di amnistia.

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