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NOTIZIARIO del 17
novembre 2004
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Violenza
e intolleranza in internet. Se si muove la Russia E' stato molto esplicito il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, parlando ieri in una conferenza stampa a Mosca, nel chiedere che gli Stati si mobilitino per la regolamentazione di Internet, si' da fermare intolleranza e violenza che talvolta passa attraverso alcuni siti. La goccia che ha fatto traboccare il vaso e' stato il fatto che un sito indipendentista ceceno, chiuso in Finlandia, ha riaperto in Svezia. E l'invito di Lavrov segue solo di alcuni giorni un'analoga richiesta da parte del ministro sempre russo della Pubblica Istruzione, che ha evidenziato come l'accesso elettronico a tutte le risorse informative del pianeta crea un serio problema sociale ed e' necessario un intervento dello Stato nella sua veste di organo di controllo per l'applicazione delle nuove tecnologie. Conoscendo come si muovono i russi a livello internazionale, e quella che e' la funzione che svolgono in sede Onu in materia di diritti civili e degli individui, nonche' il loro modo di appioppare accuse all'ingrosso, anche ridicole, a coloro che, avversari delle loro politiche, vengono considerati alla stregua di terroristi internazionali, nonche' trafficanti di droghe (il caso dell'Ong partito radicale transnazionale, e' nella memoria di tutti), c'e' da aspettarsene delle belle. Che Internet non sia mai piaciuta e continui a non piacere a coloro che non fanno della liberta' il loro metodo di governo e di informazione, e' cosa ben nota. E pur se la Russia non possa essere annoverata a livello dei Paesi dittatoriali, quando si tratta di cercare di combattere da una posizione di debolezza com'e' anche sulla questione di liberta' in Internet, per affermare la sua forza non si esime da nulla. Pur nella lodevole volonta' di combattere terrorismo e violenza, c'e' qualcuno che crede che anche in questo caso la Russia non giochera' all'ingrosso? E quante e quali dovranno essere le vittime di questa politica? Qualcuno potrebbe pensare che di fronte a tanta violenza, chi ha una responsabilita' statuale non si possa esimere da alcuni provvedimenti restrittivi della liberta' individuale. Ed e' anche vero. Ma c'e' qualcuno che crede che i metodi russi per la propria difesa interna ed esterna, relativamente ad Internet, potranno essere assimilabili, per esempio, a quelli degli Usa? Cioe' un Paese che sta facendo una massiccia operazione di salvaguardia di se stesso e del mondo intero (non e' importante se condivisibile o meno nel metodo), ma che in questo non ha minimamente toccato l'informazione e la liberta' in Internet, anzi se ne continua a fare un baluardo. A qualcuno non piacera', ma noi siamo tra coloro che, a fronte di una notizia su una o piu' teste mozzate dall'assassino che agisce in nome di una follia ideologica, non ci accontentiamo di apprenderlo dalle righe e dalle immagini censurate di un giornale o di una tv, ma vogliamo anche vederlo e leggerlo direttamente dalla fonte. E temiamo che questo sia proprio quello che i Russi non vorrebbero farci vedere e leggere. *Associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori; comunicato
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