NOTIZIARIO del 13 dicembre 2004

 
     

Ciampi ai giornalisti parla di informazione . Ma quale ?
di Rita Guma

Il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha consegnato oggi al palazzo del Quirinale i "Premi Saint Vincent di Giornalismo - 39° edizione" e nell'occasione ha fatto alcune considerazioni che in parte non condivido, contrariamente ad altre fatte nel recente passato sulla funzione dell'Europa, dell'ONU e su alcuni mali del nostro secolo e sui metodi per combatterli.

Il presidente ha detto che "serve una maggiore apertura internazionale dei nostri media. Bisogna guardare e raccontare di più quello che accade in Europa e lontano dall'Europa. Meno attenzione a dinamiche, a contrasti e divisioni domestiche che spesso nascono e svaniscono in pochi giorni, senza lasciare traccia se non nel disorientamento che provocano all'interno e all'estero!".

In verita', volendo scongiurare il disorientamento, occorrerebbe invitare gli autori di quelle polemiche ad evitarle. A me pare che, se i nostri rappresentanti politici e istituzionali ritengono di esprimere quei loro pensieri, e solo in seguito - in ossequio a logiche politiche - decidono di chiudere tutto "a tarallucci e vino", i cittadini lo debbano sapere: debba sapere cosa pensa chi li governa, ad a quali compromessi e' disposto a scendere pur di mantenere il potere.

Come pure e' giusto che, laddove non venga svolto un adeguato dibattito parlamentare su temi importanti come la Giustizia, il cittadino debba sapere che vi sono entita' interessate (magistrati, avvocati) che hanno altre proposte, e che tali proposte non sono state ascoltate. E lo devono sapere Nazioni e cittadini stranieri, dato che sono nostri partner in tante iniziative e che un ministro espressione di questo nostro governo si occupera' per tutta Europa di liberta' e giustizia.

Mi perdoni il Presidente, ma il suo consiglio di alzare lo sguardo per distoglierlo mi sembra pessimo, soprattutto in un sistema mediatico italiano affetto da gravi problemi gia' segnalati da UE, Osce e Consiglio d'Europa.

Il Capo dello Stato ha poi parlato di "iniziative meritorie", come quella de 'Il Quotidiano in Classe' dicendo che "essa va nella giusta direzione". Concorderei, se l'informazione italiana non fosse affetta dai problemi di cui sopra, diversamente opterei per un buon libro.

Mi sembra infatti controproducente rendere accessibile la stampa a chi ha ancora meno strumenti per comprendere e difendersi, in un contesto in cui i media sono fortemente orientati, si autocensurano ed a volte sostengono anche coralmente inesattezze (dato che il vecchio giornalismo d'inchiesta - in cui la verita' va toccata con mano - sopravvive ormai solo in pochi cronisti, che siano a destra o a sinistra). Dobbiamo dunque affidarci alla coscienza ed alla saggezza dei docenti, sperando che almeno essi facciano delle verifiche su quanto leggeranno in classe con gli allievi.

Per fortuna il Presidente Ciampi ha aggiunto: "Penso che dovremo provare ad allargare l'esperienza a molti giornali di altri Paesi europei, per creare quella comunanza di opinioni e di dibattito che è vitale per il futuro dell'Europa dei cittadini, quale è iscritta nel Trattato Costituzionale", ed in effetti la lettura comparata dei giornali dei vari Paesi in classe sarebbe gia' un ottimo veicolo per l'accertamento dei fatti.

Concordo invece con la considerazione che "qualunque sia l'assetto aziendale della televisione pubblica italiana, essa deve conservare, rafforzare, migliorare sempre di più la sua attività di servizio pubblico - nei contenuti editoriali e culturali, nell'informazione, nello stile - in linea con le indicazioni dell'Unione Europea sui servizi pubblici radio-televisivi" e che l'informazione debba rappresentare "scelte concrete d'impegno civile".

Ma riflettendo su quanto detto sopra, mi chiedo: informazione, impegno civile... ma quali?

Speciale informazione con i rapporti OSCE, UE e del Consiglio D'Europa sull'Italia


by www.osservatoriosullalegalita.org

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