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NOTIZIARIO del 21
ottobre 2004
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Corruzione
: Italia nella classifica di Transparency International La corruzione e' viva e vegeta in 60 Paesi del mondo, fra cui l'Italia. E' il settore pubblico a fare la parte del leone, e si distinguono in particolare i paesi produttori di petrolio. Lo conferma Transparency International, che ha pubblicato ieri il suo rapporto 2004 sull'indice di percezione della corruzione in 146 Paesi. "La corruzione nei progetti pubblici di ampio raggio e' un significativo ostacolo allo sviluppo sostenibile" ed i suoi effetti si vedono negli scarsi fodni destinati all'educazione, alla sanita' ed alla lotta alla poverta' "sia nei Paesi sviluppati che in via di sviluppo" ha dichiarato Peter Eigen, presidente mondiale di Transparency, nel presentare il rapporto. L'indice che permette di valutare ciascun Paese e' basato sulla percezione che i cittadini e gli analisti hanno di quel Paese, che vi risiedano o meno, e va da 0 a 10. Fra le 146 Nazioni prese in esame, l'Italia si attesta al quarantaduesimo posto, pari merito con l'Ungheria. Gli indicatori fra 0 e 3 contrassegnano uno Stato molto corrotto, e l'Italia totalizza 4.8. Alcuni mesi fa anche un'indagine italiana aveva dato risultati sconfortanti in merito alla percezione degli Italiani riguardo alla corruzione ed al malaffare esistente fra i politici, gli amministratori ed i pubblici funzionari nel nostro Paese. La Finlandia e' invece secondo Transparency lo stato meno corrotto del mondo, seguita da altri Stati occidentali ricchi come la Svezia e la Svizzera, mentre fra gli Stati piu' legati alle tangenti vi sono Angola, Azerbaijan, Ciad, Ecuador, Indonesia, Iran, Iraq, Kazakistan, Libia, Nigeria, Russia, Sudan, Venezuela e Yemen. Si tratta in molti casi di Paesi poverissimi per i quali, come ha notato Eigen, le compagnie petrolifere potrebbero contribuire a porre un freno alla corruzione se rendessero pubblici i dettagli dei pagamenti fatti ai governi ed alle aziende controllate dallo Stato. Lo studio di un'altra organizzazione internazionale che aveva preso in esame i conti bancari di alcuni esponenti governativi delle Nazioni ricche di giacimenti o miniere, evidenzio' che il flusso di denaro usato per pagare i beni naturali di tutti era diretto esclusivamente nelle casse personali di questi ultimi. Oltre alle misure contabili, sollecitate anche da altre associazioni, Tranparency spinge per la ratifica nella maggior parte degli Stati del mondo del trattato internazionale contro la corruzione. Speciale Mani Pulite in Italia e nel mondo
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