NOTIZIARIO del 24 marzo 2004

 
     

PETROLIO: corruzione mondiale e poverta'
di Elisa Mabrito

Non solo in Iraq il fantasma del petrolio orienta le scelte e condiziona indirettamente, la vita e le condizioni economiche degli indigeni.

L'ONG britannica Testimone Globale, ha reso pubblico questa mattina un rapporto di cento pagine sulla dilapidazione delle risorse tratte dal sottosuolo di cinque Paesi: Congo-Brazzaville, Angola, Guinea equatoriale, Kazakhistan, produttori di petrolio, e il microstato di Nauru, nel Pacifico del sud, ricco di fosfati.

In questi Stati, si chiede l'associazione, dove vanno a finire i proventi delle estrazioni di materie prime? Il titolo del rapporto, "l'ora della trasparenza", rimanda alle pratiche di corruzione analizzate durante l'inchiesta, rilevando come, agli accordi internazionali stipulati fra i governi, faccia da potente contraltare il patto di connivenza fra le compagnie straniere e i poteri locali.

Il rapporto, ben documentato (e basato fra l'altro su documenti riservati ottenuti dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca Mondiale), illustra una realta' allarmante: royalties, tasse e "bonus" versati a vantaggio di un'elite al momento della scoperta di nuovi campi petroliferi sono i prezzi pagati per garantirsi i futuri diritti di sfruttamento per venti o tren'anni.

Un quarto dei proventi del petrolio e' sparito in Angola, mentre si e' verificato che il conto personale del presidente della Guinea Equatoriale e' direttamente foraggiato dalle compagnie petrolifere, mentre la privatizzazione dell'estrazione dell'oro nero in Congo, che secondo l'FMI deve aver comportato profitti per milioni di dollari, non ha visto un sol centesimo versato nelle casse dello Stato.

La conseguenza di questo sistema ormai collaudato e' un impoverimento generale dei Paesi interessati dal fenomeno, con rischi importanti per la loro stabilita' e maggior facilita' di guerre civili e non. Il tutto per l'avidita' di pochi.

Particolare la storia dello Stato piu' piccolo del mondo, Nauru, che nel 1980 fu per breve tempo il Paese con il maggior reddito pro capite del mondo. Lo sfruttamento dei giacimenti di fosfati lo ha pero' reso oggi invivibile, allontanando la popolazione da quelli che ormai potrebbero essere definiti "paesaggi lunari", tanto sono stati scavati e sfruttati.

Gli 8 000 abitanti, gia' costretti in un ristetta fascia costiera, devono ora vivere sul 10% del territorio, l'assenza di regole ne fanno un paradiso per le societa' off shore, ma le pratiche illegali, come la vendita dei passaporti, lo rendono un ottimo ransito per criminali e terroristi.

Nauru si avvia a diventare il primo Stato fallito del mondo in assoluto e la causa di tutto sono le estrazioni selvagge delle societa' tedesche prima, poi britanniche, e del mancato investimento nello Stato dei proventi.

Global Witness propone nel rapporto anche alcuni rimedi, che si possono sintetizzare appunto con la parola "trasparenza". Sarebbe quindi importante rendere obbligatoria la comunicazione dei versamenti netti agli Stati sia nella normativa contabile che nella regolamentazione di borsa dei Paesi occidentali, a differenza di quanto accade oggi che la pubblicazione degli atti e' volontaria.

L'ONG ritiene che, oltre a proteggere i Paesi interessati dall'avidita' dei governanti e a limitare la corruzione, cio' gioverebbe alla reputazione delle compagnie di estrazione ed aumenterebbe la concorrenzialita'.

E, aggiungiamo, alla stabilita' mondiale.

by www.osservatoriosullalegalita.org

_____________

I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE COPIATI CITANDO E LINKANDO LA FONTE