NOTIZIARIO del 03 ottobre 2004

 
     

Terrorismo : il profumo dei soldi...
di Riccardo Orioles

Settembre 2001. Non e' detto che, come hanno studiato i manuali d'aviazione, non abbiano studiato anche quelli d'economia. Non e' detto che l'obbiettivo fosse principalmente propagandistico. Puo' darsi benissimo che fosse invece essenzialmente economico, di guerra economica e non "militare".

Possono aver seguito il ciclo degli ultimi mesi, valutato che - in assenza della corazzatura keynesiana - il sistema fosse particolarmente vicino a una crisi e che, con una serie di interventi mirati, questa crisi potesse essere radicalizzata e concentrata nel tempo, e gestita comunque sotto il segno del panico e dell'emergenza.

Non e' detto che le Due Torri fossero solo un simbolo, per loro, e non anche un punto strategico molto concreto.

Il termine terrorismo fa pensare a una strategia in cui comunque alla fine abbia un peso determinante una mobilitazione popolare, una presa di coscienza indotta da atti traumatici e che alla fine sollevi, per cosi' dire, i terroristi dal peso di una supplenza.

Nulla del genere, in questo caso. Il terrorismo non mira a fondare una specie di talebanismo su scala mondiale ma qualcosa di piu' realistico e quindi di infinitamente piu' pericoloso.

Il fanatismo religioso, in questo quadro, e' solo uno dei pezzi sulla scacchiera.

Se questo fosse vero, ne verrebbero due conseguenze immediate: primo, che bisognerebbe fare attenzione molto di piu' ai movimenti finanziari "anomali" - probabilmente non tutti sono innocenti - e questo non in un lontano oriente, ma a New York, Londra, Tokio e Milano.

Secondo, che questa non e' in nessuna maniera, neanche indirettamente, una guerra di poveri; ha poco a che vedere col territorio, pochissimo con la storia pregressa, moltissimo con l'economia.

Il nemico, in altri termini, e' una multinazionale. Ed e' su questo terreno, prima di tutto, che va affrontato.

Non ha molta importanza mandare un battaglione italiano a Kabul. Invece ha molta importanza sapere chi sono esattamente chi sono - e di chi sono - tutte le masse finanziarie che operano, dentro e fuori Borsa, anche in Italia.

Ma all'idea di non saper piu' di chi sono tutti i soldi che girano nel Paese, di giudicare inutile ogni forma di anagrafe finanziaria, ci siamo gia' abituati da tempo, da quando abbiamo rinunciato a sapere dove sono finiti - dopo Sindona, dopo Calvi, dopo le inchieste arenate sui capitali mafiosi - i soldi della finanza che non si vede.

dalla Catena di San Libero

Speciale terrorismo globale


by www.osservatoriosullalegalita.org

___________

I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE PRELEVATI CITANDO E LINKANDO LA FONTE

 

 

Bush: notizie vecchie come certe bugie

USA: edifici finanziari a rischio attentati Al Qaeda