26 novembre 2003

 
     

Pinochet: sono un angelo
e non devo chiedere scusa

di Rita Guma

Il generale Augusto Pinochet, in un'intervista concessa lunedi' ad una TV di lingua spagnola della Florida, ha detto che egli non ha ragione per chiedere scusa alle vittime o ai loro parenti per le violazioni dei diritti umani avvenute durante la sua dittatura, dal 1973 al 1990. "Ci sono invece i Marxisti che dovrebbero chiedermi scusa" ha detto, richiamando l'uccisione delle sue cinque guardie del corpo nel 1986.

"Io non ho mai ordinato l'uccisione di nessuno. Prima di tutto sono cattolico", ha aggiunto. "Non porto odio ne' rancore. Sto bene, sto come un angelo" ha detto, usando per singolare coincidenza l'appellativo usato per i piloti degli aerei che trasportarono i corpi di 500 dissidenti della DINA - considerati scomparsi, ma invece giustiziati - per affondarli fra i flutti, come accertato pochi giorni fa da una commissione d'inchiesta.

Vi furono almeno 3100 persone uccise o scomparse durante il regime del generale, che oggi commenta con candore: "quando posso aiutare qualcuno lo faccio".

La CNN riporta che il ministro degli interni cileno, Jose Miguel Insulza ha bollato le esternazioni dell'ex dittatore come "patetiche", lo stesso termine usato dall'avvocato per i diritti umani Pamela Pereira, il cui padre era fra i dissidenti mai piu' ritrovato dopo essere stato prelevato dalle guardie di sicurezza di Pinochet. L'attivista per i diritti umani Lorena Pizarro ha detto che il termine piu' adatto per definire Pinochet e' "angelo della morte".

La corte suprema cilena non ha proceduto lo scorso anno contro l'ottantottenne dittatore per le sue condizioni psicofisiche: e' stato accertato che soffre di demenza, diabete, artrite e usa un peacemaker dopo aver avuto tre infarti dal 1998.

Tuttavia gli attivisti per i diritti umani, dopo questa intervista, sostengono che non si puo' affermare che Pinochet sia demente.

by Bollettino Osservatorio

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