24 novembre 2003
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Cile: confessano gli angeli della morte
Grazie al lavoro assiduo e paziente di una squadra di investigatori cileni, dopo trent'anni si sono finalmente ottenute le prove del metodo utilizzato dalla dittatura cilena per disfarsi dei corpi dei dissidenti assassinati. Ne da' notizia il quotidiano cileno La Naciòn nell'edizione di ieri. Il giornale dice che "Un'ampia ed esauriente indagine del giudice Juan Guzmán e del suo pool di investigatori del quinto dipartimento e' riuscito a svelare il piu' gran segreto riguardo alla DINA: il destino dei suoi scomparsi nella regione metropolitana. L'operazione sistematica fu realizzata dai piloti e i meccanici degli elicotteri Puma del comando dell'aviazione dell'esercito fra gli anni 1974 e 1978". Fra 400 e 500 furono i corpi lanciati in mare in questa operazione, ed infatti l'inchiesta ha appurato che: "Vi furono almeno 40 viaggi. In ciascuno vi furono da otto a quindici salme a bordo degli elicotteri Puma. Dei 12 meccanici dell'esercito che hanno finito col riconoscere le operazioni, ciascuno ha fatto almeno un viaggio. In alcuni casi furono due, tre o anche piu'. Vi sono altri meccanici che parteciparono, tuttavia negano". I piloti negano tuttora, forse perche' legati al giuramento dell'esercito. Nell'articolo, a firma di Jorge Escalante, viene descritto il metodo utilizzato dai militari per sincerarsi che i corpi affondassero. L'"Operazione Porto Montt (codice con il quale nei centri clandestini della DINA si individuavano nel registro dei prigionieri coloro che sarebbero stati sottoposti ad esecuzione e buttati in mare), aveva un protocollo di lavoro che si ripeteva. Prima di ciascun volo i meccanici ricevevano l'ordine di preparare i Puma (da 18 a 20) e provvedere per del carburante addizionale. L'autonomia di volo di questi elicotteri senza un secondo carico era di due ore in media.....La squadra era formata da un pilota, un copilota e un meccanico"..... "Il lancio si effettuava attraverso un'apertura di circa un metro quadro ubicata in mezzo all'elicottero." I corpi erano avvolti in sacchi, non prima di aver loro assicurato sul dorso un pezzo di trave di ferro per garantire che affondassero. "Liberata la macchina dal triste carico, i meccanici provvedevano alla pulizia del mezzo, che la maggior parte delle volte si sporcava di sangue o con un penetrante odore di carne decomposta". "Le identita' dei meccanici che finalmente hanno raccontato al giudice le tenebrose storie che hanno permesso di conoscere questi fatti sono mantenute riservate. Il figlio di uno di questi fu sequestrato per alcune ore nello scorso inverno.... due individui lo obbligarono a salire su un'auto, lo legarono, gli misero un cappuccio in testa lo picchiarono e gli dissero di riferire a suo padre di 'chiudere il becco'; poi lo buttarono in una strada di Santiago". "I
familiari dei detenuti scomparsi - riporta l'articolo - lanciano
fiori in mare. L'indagine del giudice Guzman ha potuto stabilire il numero
di vittime lanciate nell'oceano, non la loro identita'"... by Bollettino Osservatorio _____________ I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE COPIATI CITANDO E LINKANDO LA FONTE
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