COMUNICATO 16 giugno 2008

 
     

Emendamento salva Berlusconi-Mills : premier chieda prosecuzione
di Rita Guma*

Apprendiamo dalle agenzie che i relatori al decreto sicurezza in Senato, Carlo Vizzini e Filippo Berselli, avrebbero presentato oggi due emendamenti al decreto legge sulla sicurezza che, se approvati, aprirebbero di fatto la strada allo slittamento del processo stralcio milanese sui presunti fondi neri di Mediaset che vede imputato Silvio Berlusconi con l'accusa di corruzione giudiziaria insieme all'avvocato britannico David Mills.

Il primo emendamento prevede la sospensione per un anno dei processi penali relativi a reati commessi fino al 30 giugno 2002 che prevedano pene detentive inferiori ai 10 anni. L'altro riguarda la formazione del ruolo di udienza, indicando quali sono i procedimenti di particolare urgenza, che devono avere priorità rispetto agli altri, in quanto relativi a reati gravi.

Secondo quanto riportato da Reuters, la sospensione riguarda i processi "in uno stato compreso fra la fissazione dell'udienza preliminare e la chiusura del dibattimento di primo grado". E non opera nei procedimenti in corso per criminalità organizzata, che prevedano la pena dell'ergastolo o la reclusione per pene superiori ai dieci anni, e per processi che riguardino infortuni sul lavoro. In caso di pluralità dei reati contestati la sospensione fa riferimento alla data dell'ultimo reato.

All'imputato resta comunque la libertà di chiedere al presidente del tribunale che il suo processo non sia sospeso. Anche i termini di prescrizione del reato vengono sospesi durante la sospensione del processo. E' possibile richiedere il patteggiamento entro 3 giorni dalla notifica della sospensione.

Rileviamo che sia Berlusconi (accusato di aver pagato 600.000 dollari a Mills per il suo silenzio), sia Mills (accusato di aver violato la legge sull'obbligo di dire la verita' quale testimone di un processo penale) hanno sempre respinto le accuse, ma ci chiediamo come mai - potendo scegliere di vedere emergere la verita' alla fine del processo - il premier scelga invece di utilizzare una legge dello Stato per fermare il processo.

Ci auguriamo che il premier voglia contraddire tale lettura di questa scelta legislativa che appare 'ad personam' avvalendosi dell'opportunita' di continuare il processo.

In secondo luogo rileviamo come - ancora una volta, come per le modifiche alla Gozzini - le dichiarazioni di certezza della pena fatte in modo roboante da ministri e parlamentari del centrodestra valgano per tutti eccetto che per i crimini dei colletti bianchi, giocando sul (naturale ma anche pompato ad arte) allarme per i cosiddetti reati socialmente pericolosi.

* presidente Osservatorio sulla legalita' e sui diritti onlus

Speciale etica e politica

Speciale giustizia

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