Abusivismo
edilizio:
condoni e condanne.
di
Rita Guma
<<<
parte 1
In
tutta Italia, stando alle stime elaborate da Legambiente e dall'Istituto
di ricerca Cresme, nel quinquennio 1994-1998, (cioè dopo il condono
approvato dal Governo Berlusconi-Radice), sono state realizzate 232.000
nuove case abusive, per una superficie complessiva di 32,5 milioni
di metri quadrati e un valore immobiliare di 29 mila miliardi di lire.
L'evasione fiscale corrispondente ammonta a 6.700 miliardi di lire.
Il 76,3% delle costruzioni illegali è concentrato nelle regioni meridionali
e nelle isole (al Nord la percentuale scende al 14%, mentre al Centro
è al 9,7%).
In particolare, il fenomeno è significativo in Campania, Sicilia, Puglia
e Calabria, dove insiste quasi il 60% del totale nazionale delle costruzioni
illegali.
Ciò dimostra che la mappa del fenomeno-abusivismo ricalca abbastanza
fedelmente quella del radicamento delle organizzazioni criminali e mafiose
sul territorio nazionale.
Ma dalla ricerca del Cresme emerge anche un dato di cambiamento qualitativo
del fenomeno abusivo in Italia, come . rileva Giorgio Santilli per il
Sole 24 ore. Egli riporta le considerazioni di Ermete Realacci, presidente
di Legambiente: "In questi anni l’abusivismo ha fatto un salto di
qualità: è sempre meno di necessità e sempre più si annida, invece, in
aree pregiate d’Italia, ai confini di aree vincolate o di parchi" .
Il direttore tecnico del Cresme, Lorenzo Bellicini, ricorda che in Sicilia
305 case abusive su mille non sono occupate.
Il fenomeno non sembra interessare, però, proprio la regione più esposta:
in Campania, infatti, c’è ancora un abusivismo di necessità, visto che
soltanto 162 case su mille risultano non occupate.
Per fronteggiare il fenomeno, dopo anni di discussioni, il 3 giugno 2001
e' entrato in vigore il DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA del 26
marzo 2001, n. 181 "Regolamento recante istituzione della direzione generale
per il sostegno agli interventi contro l'abusivismo edilizio".
Il decreto istituisce, presso il Ministero dei lavori pubblici, la
Direzione generale per il sostegno agli interventi conto l'abusivismo
edilizio, le cui attribuzioni sono stabilite dall'articolo
2 della legge.
Alla Direzione generale, sono attribuiti vari compiti, tra i quali: il
monitoraggio del fenomeno delle trasformazioni edilizie abusive; il supporto
agli enti locali nella predisposizione degli atti relativi ai provvedimenti
di individuazione e demolizione degli immobili abusivi; la raccolta delle
segnalazioni di abusivismo edilizio.
La Direzione ha anche il compito di promuove le azioni giudiziarie e la
costituzione di parte civile da parte dello Stato e di fornire il supporto
alle iniziative delle regioni e degli enti locali in materia di violazioni
dei vincoli idrogeologici, sismici e di quelli a tutela delle infrastrutture
statali, fatto salvo quanto previsto in materia di danno ambientale.
Dal
canto suo il comune di Napoli ha predisposto un servizio pubblico di
segnalazione delle opere abusive, i cui numeri e indirizzi sono riportati
anche in rete, sottolineando che il fenomeno dell’abusivismo edilizio,
oltre a evidenziare comportamenti di illegalità perseguibili a norma di
legge, arreca gravissimi danni all’ambiente e all’equilibrio del territorio.
Il comune di Cosenza ha varato addirittura apposite pagine on line
sulle quali e' possibile seguire le varie fasi della demolizione delle
opere abusive.
D'altra parte "Abbattere non e' difficile", spiega Lelio
Barbiera in un articolo del 28 luglio sullo stesso quotidiano: "A differenza
dei problemi riguardanti le responsabilità di persone e istituzioni per
i danni conseguenti all'illegittimità dell'ecomostro, scrive Barbiera,
quello concernente l'individuazione dell'autorità competente a disporre
la demolizione delle costruzioni è di facile soluzione.
La prima premessa da prendere in considerazione è quella che per costruire
legittimamente in un grande Comune come quello di Bari, sussistano alcune
condizioni.
Una tra le principali è che sul suolo sul quale si intende insediare una
costruzione, l'edificazione sia consentita e disciplinata da un programma
urbanistico, o redatto unilateralmente dal Comune (il cosiddetto piano
particolareggiato) o concordato fra Comune e proprietari dei suoli (la
cosiddetta convenzione di lottizzazione). Occorre poi che i proprietari
ottengano dal Comune una concessione a costruire, la cosiddetta concessione
edilizia.
Se i richiedenti osservano le norme generali e quelle contenute nel piano
particolareggiato o nella convenzione di lottizzazione, essi hanno un
vero e proprio diritto ad ottenere la concessione edilizia. (….) Una volta
accertata dalla Cassazione 1'illegittimità delle convenzioni di lottizzazione,
ne deriva automaticamente l'illegittimità e quindi la nullità delle concessioni
edilizie.
Non esiste alcuna possibilità, per nessun giudice ordinario o amministrativo,
di modificare la sentenza della Cassazione anche riguardo all'estensione
delle aree oggetto delle lottizzazioni nelle parti non coperte dalle costruzioni.
All'illegittimità delle concessioni edilizie consegue, sempre automaticamente,
l'illegittimità delle costruzioni, che vanno quindi demolite. "
"Al riguardo" scrive ancora Barbiera" vale la pena ricordare che
la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, con sentenza del 30 maggio 2000
(era una "causa" che vedeva schierata la Società Belvedere alberghiera
contro il governo italiano), ha stabilito che la Pubblica Amministrazione
non può trarre beneficio, proprio in materia di proprietà, da una situazione
illegittima(…) Sotto il profilo dell'attuazione dell'obbligo, l'inerzia
dell'attivazione dell'autorità comunale può essere surrogata dall'intervento
di un'autorità di controllo, anche mediante la nomina di un commissario
ad acta. Trattandosi di atto dovuto, è certamente da escludere la competenza
di organi collegiali deliberativi (Consiglio comunale o giunta)."
Dunque
si puo' procedere all'abbattimento, anche perche' esso si dimostra
una ottima terapia preventiva.
Secondo i dati del rapporto Ecomafia 2001 di Legambiente, la stagione
della "legalità edilizia" (compresa una serie di abbattimenti di grande
rilievo, da Eboli fino alla Valle dei Templi) ha ridotto, nel 2000, il
numero delle case abusive in Italia (-13,8%). Il numero delle case abusive
che non hanno visto la luce nel 2000 può essere stimato in circa 4.600.
E,
poiche' i costi sono a carico dei responsabili dell'opera abusiva, la
pubblica amministrazione non ne subisce un danno economico.
A volte poi, perseguire gli illeciti puo' portare imprevisti introiti
nelle pubbliche casse.
A
Bari , come riporta un articolo di Raffaele Lo Russo su La Repubblica
del 26 luglio, la Corte dei Conti ha condannato in primo grado, con sentenza
depositata il 17 luglio scorso, gli amministratori pubblici responsabili
del mancato abbattimento di edifici abusivi, alla restituzione di 800
milioni per l'uso illegittimo da parte di terzi.
Per dieci anni hanno lasciato che villette costruite abusivamente a Torre
a Mare, confiscate dalla magistratura e assegnate al patrimonio comunale,
fossero abitate "gratuitamente" dagli ex proprietari.
Dovranno pagare - se la sentenza diventerà definitiva - dirigenti e assessori
comunali al Patrimonio e all'Urbanistica succedutisi dal '94 al '99 e
i dirigenti interessati.
L'ammontare della somma che la Corte dei Conti ha chiesto a ciascuno dei
presunti responsabili del danno erariale è proporzionale alla durata dell'incarico:
si va da un minimo di 30 milioni ad un massimo di 135 milioni.
In un altro caso, invece, riportato da Il giornale di Vicenza dell'1 Agosto
2001, il Comune di San Vito, mettendo all'asta un appezzamento di terreno
espropriato a seguito di un abuso edilizio di circa vent'anni fa, ne ha
ricavato 700 milioni.
Ogni tanto succede.
Bollettino
Osservatorio
___________
I
CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE PRELEVATI CITANDO E LINKANDO LA FONTE
|
|
Torna
all'Indice Approfondimenti
|