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Bukina Faso: la storia di ripete?
di Idana Vignolo
Negli anni 80 il presidente del Burkina, Thomas Sankara, aveva puntato molto sul cotone.
Sosteneva che il suo paese poteva coltivare, lavorare e confezionare prodotti tessili direttamente, rendendosi finalmente autonomo.
Il presidente Mitterrand era furioso (Sankara fu poi ucciso, ndr).
Oggi il giovane e altrettanto coraggioso presidente Traore’ punta sul pomodoro.
Il Burkina Faso è già un importante produttore di pomodori, ma a livello di prodotti trasformati devono esportare e poi ricomprare i lavorati.
Il 30 novembre 24 si è inaugurata a Yako la fabbrica per la lavorazione dei pomodori, addirittura 5 tonnellate all’ora per un fatturato annuo preventivo di 7 miliardi di franchi.
La Sofato Bobo Doulasso è stata messa in piedi grazie a una raccolta fondi dei cittadini e un venti per cento di compartecipazione statale.
Ovviamente si prevedono altre aperture che significano più lavoro per gli abitanti della zona e un risparmio per chi compra prodotti del territorio.
È ovvio che Francia e Usa non vedono di buon occhio questo tipo di capi politici e tantomeno queste pericolose iniziative che rischiano di liberare finalmente l’Africa dalle piattole occidentali che da secoli ne succhiano il sangue.
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