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10 dicembre 2022
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Giustizia: Nordio e obbligatorietà dell'azione penale
di avv. Wanda Zurlo

Il secondo importante punto della controriforma Nordio:
L'OBBLIGATORIETÀ DELL'AZIONE PENALE

L'argomentazione di Nordio è la seguente: poiché i PM sono oberati di lavoro con pacchi di fascicoli sulla loro scrivania, non potendo occuparsi di ogni pratica, sono costretti a scegliere essi stessi estraendo dal mucchio il fascicolo di cui occuparsi.
Questa situazione genererebbe un totale arbitrio lasciando al PM la discrezionalità della scelta, con le conseguenti storture in base alle quali si preferisca trattare il caso che dia visibilità al PM, tralasciando tutti gli altri.

Argomentazione al limite del ridicolo. Precisato che l'obbligatorietà è stata prevista dai costituenti proprio per evitare ciò che Nordio e i suoi fans dicono di temere, in un sistema complessivo di tutela dei diritti di tutti, la cancellazione di tale principio porterebbe proprio a realizzare l'ingiustizia denunciata.

Con la controriforma chi e come realizzerebbe la scelta sottratta al PM? Attualmente a qualunque denunciante è attribuito il diritto di seguire l'iter della sua pratica mediante scritti e sollecitazioni rivolte proprio al PM, che in caso di totale inerzia, rischia la denuncia per omissione d'atti d'ufficio e esposti al CSM, con conseguenze sia penali che disciplinari.

Dopo la controriforma, chi sarà legittimato ad indicare quali reati perseguire e quali no?

Già la legge Cartabia ha previsto un primo timido assaggio dello scopo che si vuole raggiungere. Infatti nella sua cd. riforma si prevede che ogni anno il parlamento indichi delle linee guida della politica giudiziaria e dei reati da perseguire, linee guida non vincolanti, ma certo dal valore piuttosto importante per coloro che siano più pronti ad adeguarsi al potere del momento.

Ma a Nordio non basta. La Cartabia ha fatto salvo il principio dell'obbligatorieta'; Nordio vuole completare l'opera attribuendo potere vincolante all'ente o istituzione a cui attribuire tale scelta.

E'legittimo il sospetto che siamo di fronte ad un una controriforma che, in barba al principio della indipendenza e autonomia della giurisdizione, voglia salvare gli amici degli amici, i colletti bianchi, in sintesi i potenti, dalle "grinfie" delle "toghe rosse", facendo decidere ad es. al ministro di grazia e giustizia o ad altro ente di nomina politica, variamente denominato, l'indirizzo della giurisdizione?

Saremo costretti ad eliminare dai tribunali la scritta LA LEGGE È UGUALE PER TUTTI?

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