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Il
disagio, la ricerca sociale e la Pubblica Amministrazione
di
Antonio Antonuccio*
Secondo la sociologia classica, possiamo affermare che la
ricerca sociale si fonda su un principio essenziale secondo
il quale i problemi dell'individuo non si esauriscono nella
soluzione psicologica che porta la persona all'adattamento
al sistema, ma sono piuttosto la spia di quanto le logiche
di un complessivo funzionamento del sistema sociale
- nella centralità della propria rappresentazione - riescano
a mantenere la dialettica tra l'individuo e la società. In
questo senso, è inevitabile che il problema specifico individuale
(tradotto in disagio) sarà inserito nella complessità sociale
, in quell'organizzazione del sistema che rimanderà direttamente
le sue conseguenze sul vissuto degli individui di appartenenza.
Il grado di integrazione dei singoli, pertanto, potrà fornire
indicazioni sull'agibilità dell'intero sistema.
Il concetto di "disagio" - in senso generico - è una
"scontentezza" per la propria situazione, ovvero per la vita
che l'individuo ha in atto, che lo rende insoddisfatto nei
desiderata. In tal senso, tuttavia, "tale condizione" individua,
pur sempre, uno stato psicologico, dunque un problema della
persona che va risolto nella sua singolarità. Il termine "disagio"
- allora - tende a "stigmatizzare" il singolo non autosufficiente,
che - a ragione di ciò - è costretto a rivolgersi ai servizi
sociali, che prendendolo in carico lo "aiuteranno" - talvolta,
tuttavia - esercitando anche il "controllo". In una diversa
fattispecie, si parlerà di "alienazione" quando invece si
rimanda ad una responsabilità collettiva, più ampia, che coinvolge
tanto le istituzioni, quanto i cittadini stessi che non riescono
a superare la barriera del rapporto con l'altro.
La
società - così come si pone de visu -, allo stato, tende a
creare lavoro precario e contrattualità sociali provvisorie,
promuovendo quella trasformazione della famiglia da originario
luogo di sicurezza, "porto dove ancorare l'intero solidale
nucleo", a centro di logiche individuali, con contrapposizioni
profonde che rimandano a rapporti - anch'essi - potenzialmente
temporanei. La conseguente trasformazione/degenerazione della
"cellula primaria" indurrà negli attori una ridotta assunzione
di responsabilità personale che si riverbererà - de plano
- nei rapporti sociali, essi di qualsiasi natura. E' facile,
pertanto, l'innesco di quella tensione sociale che si declinerà
necessariamente in "insicurezza", dapprima personale, successivamente
come deriva per la deresponsabilizzazione collettiva;
in altri termini, verranno a mancare "i valori di riferimento",
con evidente grave nocumento per la coesione sociale, così
come troviamo nel lavoro di Jenson.
Partendo
da quanto postulato da Merton, nel tentativo di individuare
- con l'ausilio della ricerca sociale - le esigenze emergenti,
in verità, talvolta anche, preesistenti in un agglomerato
urbano, con l'evidente fine di andare incontro alla soddisfazione
dei desiderata, attraverso una possibile programmazione delle
azioni da mettere in atto, sia da parte delle istituzioni,
sia dagli stessi attori di tale società civile, l'attività
per condurre la ricerca sociale dovrà tenere conto di almeno
quattro aspetti fondamentali:
1.
la composizione della popolazione, intendendo, in tal senso,
quelle caratteristiche che aiutano a costruire un quadro degli
abitanti del luogo: ovvero i dati anagrafici (genere, età,
composizione del nucleo familiare), la formazione scolastica,
l'occupazione, il rapporto con le altre nazionalità presenti;
2. le linee di trasporto urbano ed extraurbano, le attività
finanziarie e del terziario in genere;
3.
le istituzioni che operano in quel territorio, la distribuzione
dei servizi, la loro qualità in relazione alle esigenze
avanzate dai cittadini;
4. l'attività di relazione tra i componenti il tessuto sociale.
Facendo proprio il concetto di paradigma scientifico di Thomas
Kuhn che, con il suo saggio del 1962, pose le basi per il
rinnovamento della metodologia, lo studio dei problemi sociali
è una visione generale sul mondo, una griglia di lettura,
spesso implicita, che precede e fonda tanto la teoria quanto
le tecniche; essa guida il lavoro dei ricercatori. Riprendendo
quanto affermato dal Toriano, poiché la ricerca sociale si
occupa della raccolta e dell'interpretazione di dati per rispondere
a domande concernenti aspetti diversi della società, al fine
di comprenderla, si può affermare che questi aspetti dello
studio - chiaramente ineludibili poiché fondamentali - che
andranno rilevati con l'attività del ricercatore, per comprendere
le dinamiche utili alla finalità dell'obbiettivo da raggiungere,
sono tra loro necessariamente in interazione e non sono separabili.
L'interdipendenza che li caratterizza o, viceversa, il grado
di presenza/assenza, ovvero l'affermazione di certi aspetti
sugli altri, andrà a definire, in un certo qual modo e talvolta
anche visibilmente, la qualità della vita dell'insieme degli
abitanti in esame. Pertanto come sarà rilevabile, l'offerta
dei vari tipi di servizi, quali quelli comunali, sanitari,
commerciali, mezzi di trasporto, volontariato, fino ad arrivare
alle strutture per il tempo libero, dunque per l'aggregazione
sociale e l'integrazione tra cittadini, effettivamente evidenzierà
il termine di benessere e attenzione all'individuo. Con la
descrizione approfondita degli aspetti che muovono le dinamiche
di un insediamento urbano si potranno individuare quei fattori,
i quali condizionano il potenziale sviluppo della stessa comunità,
poiché ne favoriscono la comprensione.
L'agire dell'uomo, quindi di un cittadino di una comunità,
non è cristallizzato nel tempo, anzi è in continuo divenire,
pertanto vanno attentamente registrate le tendenze del mutamento.
La rappresentazione del disagio, in qualsiasi momento potrà
sfociare facendo emergere fenomeni di criminalità, violenza,
emarginazione, apatia e anomia sociale. Per quanto appena
affermato, riportando il pensiero di Durkheim, che - antesignano
nel 1893 - utilizzò tale termine nel suo primo importante
lavoro, è necessario tenere presente che il venuto meno soddisfacimento
delle esigenze della cittadinanza potrà registrarsi non soltanto
per la mancata erogazione dei servizi, ma anche, in verità,
per la non concretizzazione di quella coesione sociale, che
comporta in genere anche uno scarso senso di appartenenza
o disinteresse per tutto ciò che è sociale e condiviso.
La
coesione sociale, il senso di collettività, la ricostruzione
di un tessuto urbano consapevole non può, però, venire dall'alto.
La coesione sociale - come nel tempo dimostrato dagli studi
sociali - cresce solo se attivata dal basso (attraverso, cioè,
un processo di bottom up); in tal senso, il ruolo di un'amministrazione
locale, pertanto, non è quello di fornire una ricostruzione
di siffatto attributo della società, che il cittadino si troverà
ad accettare "passivamente". Al contrario, l'Ente Locale,
ovvero il sistema politico-amministrativo, potrà iniziare
un processo che superi il generico atteggiamento "erogatorio"
delle istituzioni, che può essere recepito anche in senso
protettivo (calato dall'alto, tipico del processo di top down),
promuovendo una condotta che orienti all'attivismo civico,
ossia il fatto che i cittadini si uniscono e agiscono nella
scena pubblica per cause di interesse generale giocando il
ruolo di agenti del policy making.
Si restituirà - a tal stregua - al cittadino la responsabilità
dell'appartenenza, della gestione degli spazi comuni,
quindi la città come luogo e contesto vivibile. Con questo
contributo, necessariamente spontaneo ed attivo, dunque volto
a creare/percepire quel senso di coesione sociale efficace
e consapevole, i "luoghi", intesi come tessuto urbano, potranno
essere riorganizzati dagli stessi abitanti di quel territorio/quartiere.
Il primo passo per favorire questo percorso virtuoso è l'ascolto
diretto delle esigenze della popolazione da parte delle Istituzioni.
L'Ente Pubblico è chiamato a fare il possibile per soddisfare
il cittadino-cliente entrando in contatto con lui e cercando
di acquisire tutte le informazioni circa i suoi bisogni e
le sue aspettative, anche le più latenti.
E' proprio a questo che dovrà servire il lavoro di ricerca,
che andrà offerto alla Pubblica Amministrazione che attraverso
una programmazione delle azioni potrà redigere il Piano Sociale,
proprio nel tentativo di andare incontro alla soddisfazione
delle esigenze emergenti nel proprio agglomerato urbano.
In
un paese che si vuole definire progredito, la valorizzazione
del punto di vista del cittadino - a cui viene chiesto,
con il prelievo fiscale, di contribuire al bilancio economico
nazionale -, la care satisfaction e la sua rilevazione per
il miglioramento della qualità sostengono l'elevarsi dell'immagine
e la credibilità dello Stato, conditio sine qua non per la
fiducia nella stessa Istituzione e nei suoi servizi. Questa
politica rivolta alla soddisfazione - tuttavia - necessita
di un cambio radicale di approccio, una diversa angolazione
di veduta. Diversamente argomentando, l'utente dovrà essere
visto come una persona (controparte attiva del servizio, umanizzato
nell'immaginario), come portatore di diritti e fonte di risorse,
oltre che co-produttore del servizio (anche nella veste di
contribuente con il pagamento delle tasse). Egli diventerà
- dunque - un interlocutore qualificato nell'esprimere il
giudizio sui servizi e sulle prestazioni che gli saranno erogati.
Ogni
iniziativa di rilevazione di customer satisfaction, rappresenterà
sicché un'occasione favorevole, che potrà condurre all'incipit
per intraprendere quell'azione di metamorfosi culturale che
si tradurrà in una nuova idea di programmazione, ed anche
in capacità del cittadino alla partecipazione attiva.
Tanto - quindi - fungerà da stimolo per un consapevole e migliore
uso dei servizi, che si riverbererà nella necessaria e auspicata
trasparenza circa le attività svolte dalla Pubblica Amministrazione,
con il determinarsi dell'aumento del livello di comunicazione
tra gli attori. In tal senso, come indicato nel Secondo Rapporto
sullo Stato di Attuazione del Piano Nazionale di Riforma che
rimanda alle direttive della Strategia di Lisbona la lungimiranza
della politica sarà data - ovviamente - dal grado di conoscenza
dell'ambito locale nel quale è attiva.
continua
>
* componente del Comitato tecnico-Scientifico e Coordinatore
della Commissione Carcere dell'Osservatorio sulla legalità
e sui diritti Onlus. Per agilità di lettura sono state
omesse le note inserite dall'autore.
 
Diritti
e tecnologie informatiche . Fare cultura , non solo regole
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