Riforma forense : associazioni avvocati alla Commissione Giustizia
di
Mauro W. Giannini
Approvazione urgente della riforma professionale senza riaprire
una discussione che rischia di compromettere tale obiettivo.
E' questa la posizione del Consiglio Nazionale Forense sulla
riforma forense il cui testo varato dal Senato, "nonostante
alcune modifiche approvate abbiano affievolito l’impatto della
riforma soprattutto con riguardo all’accesso alla professione,
è nel suo impianto condivisibile". Ma se la Commissione
giustizia della Camera volesse riaprire il confronto, allora
il Cnf si rifà al testo condiviso con tutte le componenti
dell’avvocatura, "più rigoroso sull’accesso, con il divieto
delle iscrizioni di diritto, con il riconoscimento del potere
regolamentare al Cnf".
Questa
posizione è stata espressa nell'audizione del 16 febbraio
alla Commissione Giustizia della Camera dei Deputati sull’esame
del progetto di legge di Riforma dell’Ordinamento Forense
dal presidente del Cnf Guido Alpa, che ha precisato: "Il
progetto non è frutto di istanze corporative. I privilegi
si condividono in pochi, certo non tra gli appartenenti ad
una massa che si riproduce in modo esponenziale" qual
è l’avvocatura.
Il
Consiglio nazionale forense ha consegnato alla commissione
giustizia un dossier con cinque schede di approfondimento
dedicate ai principali profili problematici della proposta
di legge con argomenti giuridici specifici a sostegno delle
scelte perorate dagli avvocati: potestà regolamentare, riserva
di consulenza legale, tariffe, pubblicità, indipendenza. L’assunto
da cui si parte è che la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione
europea (oggi parte integrante del trattato di Lisbona) protegge
e tutela la libertà professionale distinguendola anche sistematicamente
dalla libertà d’impresa.
In
particolare, riguardo alla indipendenza dell’avvocato, il
CNF sottolinea che "La incompatibilità dell’esercizio
professionale con la condizione di dipendente pubblico e privato
è cosa sacrosanta e anche in questo caso sovviene la Corte
di Giustizia Ue che ha sottolineano come 'che l’appartenenza
a un ordine professionale e la soggezione alle regole di deontologia
e disciplina sono condizione necessarie e non sufficiente
perché un professionista possa dirsi pienamente indipendente.
La piena indipendenza si realizza solamente quando l’avvocato
opera al di fuori di un rapporto subordinato con l’impresa,
a prescindere dalle condizioni contrattuali che caratterizzano
tale rapporto'".
Nel
corso dell'audizione è stata sentita anche una rappresetanza
dell'Unione delle Camere Penali, che ha ribadito, facendo
riferimento ad un documento già inviato ai componenti la commissione,
che la riforma è indispensabile, e che la specializzazione
è un punto fondamentale poiché fondamentale è la qualità dell'avvocato.
"Certamente
le norme contenute nel progetto di riforma devono essere migliorate
- sottolinea l'UCPI - ad esempio in tema di accesso, laddove
devono essere esclusi automatismi in ingresso come per i magistrati,
e con riferimento alle scuole di specializzazione che non
possono che essere improntate ad un percorso che privilegi
la pratica forense".
L'UCPI
ha sostenuto con forza che "l'esigenza di approvazione
della legge, che esiste, non può escludere il miglioramento
del testo e che l'avvocatura non può essere la sentina della
disoccupazione o sottoccupazione sostenendo che la battaglia
vera è quella per un avvocato di qualità che sia in grado
di arginare la deriva del processo".
Il
presidente nazionale dell’Associazione Giovani Avvocati, avv.
Giuseppe Sileci, ha fatto presente che "l’Aiga ritiene
improrogabile una compiuta riforma dell’Ordinamento Forense
al fine di consentire all’avvocatura di dotarsi di un nuovo
quadro di riferimento normativo che la collochi al passo con
le mutate esigenze rispetto all’attuale legge professionale,
oramai obsoleta e superata". Pur
nella consapevolezza della necessaria ed indifferibile approvazione
del testo oggi in esame alla Camera dei Deputati, Sileci ha
richiamato "l’attenzione su alcuni aspetti del testo
approvato dal Senato della Repubblica che sono di primaria
importanza nell’interesse dell’Amministrazione della Giustizia,
della collettività e dell’Avvocatura".
Al
termine dell’audizione, il presidente AIGA ha dichiarato:
"Abbiamo offerto alla discussione alcuni spunti di modifica
del testo approvato al Senato, nell’ottica di eliminare gli
sbarramenti anagrafici o le agevolazioni in ragione della
sola anzianità di iscrizione all’albo ed in danno degli avvocati
più giovani; di consentire un più agevole sbocco professionale
ai giovani praticanti e ai giovani avvocati; di garantire
il più ampio ricambio nelle istituzioni di rappresentanza
forense; di rendere effettiva la rappresentanza femminile
nei Consigli dell’Ordine".
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