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Osservatorio
: rapporto su Cittadinanza e Costituzione 2011 - 2
a cura di Alessandro Balducci*
Se
la Costituzione e le sue regole ispirate - come ricordava
Colombo - ai principi di Uguaglianza e di Dignità dei Cittadini,
hanno permesso la rinascita dell'Italia sul piano economico
e politico dopo il disastro del fascismo e della 2a guerra
mondiale, è assai improbabile che l'allontanamento da quelle
regole ci possa portare fuori dalla pesante crisi che sta
sconvolgendo il Paese. E invece, abbiamo dovuto purtroppo
registrare, nell'anno appena passato, numerose prese di posizione
di esponenti del governo Berlusconi contro l'organizzazione
del sistema politico democratico e l'equilibrio dei poteri
disegnati nella Costituzione.
Una
proposta di Calderoli, approvata dal Consiglio dei
ministri del 22 luglio 2011, prevedeva fra l'altro l'istituzione
del Senato federale con elezione su base regionale, e, accanto
a proposte apprezzabili, come la riduzione dei deputati e
senatori e allo snellimento delle procedure di approvazione
delle leggi, in spregio alla volontà dei cittadini
reintroduceva alcune modifiche alla Costituzione già bocciate
con un referendum nel 2006. Inoltre i cittadini italiani residenti
all'estero venivano privati del loro diritto di voto con l'abolizione
della Circoscrizione estero ("All'articolo 48 della Costituzione,
il terzo comma è abrogato", si leggeva nel testo, con riferimento
alla norma costituzionale che attualmente prevede l'esercizio
del diritto di voto per l'elezione dei parlamentari da parte
dei cittadini residenti all'estero).
Il ddl aumentava poi i poteri del governo e del presidente
del Consiglio dei ministri. Non soltanto modificava il ruolo
del presidente del Consiglio in "primo ministro", ma questi
acquisiva maggiore peso anche nei confronti dei parlamentari,
potendo chiedere al presidente della Repubblica di sciogliere
le Camere. Veniva modificato infatti l'articolo 88 della Costituzione,
che attualmente recita: "Il Presidente della Repubblica può,
sentiti i loro Presidenti, sciogliere le Camere o anche una
sola di esse" e che sarebbe divenuto "Il Presidente della
Repubblica può sciogliere la Camera dei deputati, sentiti
il suo Presidente e i rappresentanti dei gruppi parlamentari,
anche su richiesta del Primo Ministro". Il progetto Calderoli,
poi, delegava ai regolamenti parlamentari la definizione di
maggiori poteri del governo in parlamento.
Si è arrivati, addirittura, a manifestare palese insofferenza
verso il principio della divisione dei poteri, colonna
portante dello Stato di Diritto, sul quale è stata disegnata
l'intera architettura costituzionale. Il giorno dopo un comizio
elettorale di Berlusconi a Milano in cui il premier attaccava
la magistratura, il deputato Remigio Ceroni ha depositato
un progetto di legge di modifica dell'articolo 1 della Costituzione
nel senso della attribuzione di una supremazia del parlamento
rispetto agli altri poteri dello Stato. La proposta di legge
consta di un solo articolo: "Il comma 1 dell'articolo 1
della Costituzione è sostituito dal seguente comma: "L'Italia
è una repubblica democratica fondata sul lavoro e sulla centralità
del parlamento quale titolare supremo della rappresentanza
politica della volontà popolare espressa mediante
procedimento elettorale". Oggi il primo articolo della
Costituzione assegna al popolo quel potere che l'esponente
del PDL avrebbe voluto destinare al parlamento (peraltro eletto
con l'indegno porcellum e quindi per nula rappresentativo
dei cittadini, ma soltanto delle segreterie dei partiti!)
La
pari dignità di tutti i poteri dello Stato ha origini lontane
ed affonda le radici nei movimenti e nelle idee che portarono
alla Rivoluzione francese, alla Rivoluzione americana ed al
Risorgimento italiano. La vittoria sui regimi autoritari e
genocidi del novecento (fascismo e nazismo) ha ulteriormente
consolidato quelle idee di Eguaglianza e di Libertà ed ha
evidenziato il ruolo della divisione dei poteri dello Stato
come anticorpo alla nascita di regimi autoritari o all'evoluzione
in senso eversivo delle democrazie.
Nonostante la lezione della 2a guerra mondiale, in Italia
esistono forze politiche irresponsabili che ancora si permettono
di rimettere in discussione quei principi di convivenza civile
alla cui affermazione si è arrivati dopo tragedie immani.
Per fortuna una parte consistente della popolazione e dell'opinione
pubblica ha saputo reagire mandando dei segnali forti e, in
diversi casi, imponendo alla maggioranza di governo di ritornare
sui suoi passi. Il 12 marzo numerosi cortei in tutta Italia
(forse un milione di persone) hanno realizzato il C-day, una
giornata in difesa della Costituzione in cui è
stato intonato l'inno di Mameli. Nell'occasione, manifestazioni
si sono tenute anche in alcune città europee come Bruxelles,
Londra, Parigi, Praga, Madrid, Helsinki, Amsterdam, Ginevra,
Edimburgo e Siviglia. Sia in primavera che in autunno si sono
poi tenute manifestazioni in difesa dell'articolo 21 della
Costituzione, minacciato sia dalla legge sulle intercettazioni,
sia dagli attacchi di parlamentari come Fabrizio Cicchitto,
contro i giornalisti [1].
continua
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Coordinatore della Commissione Cittadinanza e Costituzione
dell'Osservatorio sulla Legalità e sui Diritti ONLUS. Hanno
contribuito Mauro Giannini e Tamara Gallera
Dossier
diritti
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