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28 dicembre 2011
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Osservatorio : rapporto su Cittadinanza e Costituzione 2011 - 2
a cura di Alessandro Balducci*

Se la Costituzione e le sue regole ispirate - come ricordava Colombo - ai principi di Uguaglianza e di Dignità dei Cittadini, hanno permesso la rinascita dell'Italia sul piano economico e politico dopo il disastro del fascismo e della 2a guerra mondiale, è assai improbabile che l'allontanamento da quelle regole ci possa portare fuori dalla pesante crisi che sta sconvolgendo il Paese. E invece, abbiamo dovuto purtroppo registrare, nell'anno appena passato, numerose prese di posizione di esponenti del governo Berlusconi contro l'organizzazione del sistema politico democratico e l'equilibrio dei poteri disegnati nella Costituzione.

Una proposta di Calderoli, approvata dal Consiglio dei ministri del 22 luglio 2011, prevedeva fra l'altro l'istituzione del Senato federale con elezione su base regionale, e, accanto a proposte apprezzabili, come la riduzione dei deputati e senatori e allo snellimento delle procedure di approvazione delle leggi, in spregio alla volontà dei cittadini reintroduceva alcune modifiche alla Costituzione già bocciate con un referendum nel 2006. Inoltre i cittadini italiani residenti all'estero venivano privati del loro diritto di voto con l'abolizione della Circoscrizione estero ("All'articolo 48 della Costituzione, il terzo comma è abrogato", si leggeva nel testo, con riferimento alla norma costituzionale che attualmente prevede l'esercizio del diritto di voto per l'elezione dei parlamentari da parte dei cittadini residenti all'estero).

Il ddl aumentava poi i poteri del governo e del presidente del Consiglio dei ministri. Non soltanto modificava il ruolo del presidente del Consiglio in "primo ministro", ma questi acquisiva maggiore peso anche nei confronti dei parlamentari, potendo chiedere al presidente della Repubblica di sciogliere le Camere. Veniva modificato infatti l'articolo 88 della Costituzione, che attualmente recita: "Il Presidente della Repubblica può, sentiti i loro Presidenti, sciogliere le Camere o anche una sola di esse" e che sarebbe divenuto "Il Presidente della Repubblica può sciogliere la Camera dei deputati, sentiti il suo Presidente e i rappresentanti dei gruppi parlamentari, anche su richiesta del Primo Ministro". Il progetto Calderoli, poi, delegava ai regolamenti parlamentari la definizione di maggiori poteri del governo in parlamento.

Si è arrivati, addirittura, a manifestare palese insofferenza verso il principio della divisione dei poteri, colonna portante dello Stato di Diritto, sul quale è stata disegnata l'intera architettura costituzionale. Il giorno dopo un comizio elettorale di Berlusconi a Milano in cui il premier attaccava la magistratura, il deputato Remigio Ceroni ha depositato un progetto di legge di modifica dell'articolo 1 della Costituzione nel senso della attribuzione di una supremazia del parlamento rispetto agli altri poteri dello Stato. La proposta di legge consta di un solo articolo: "Il comma 1 dell'articolo 1 della Costituzione è sostituito dal seguente comma: "L'Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro e sulla centralità  del parlamento quale titolare supremo della rappresentanza politica della volontà  popolare espressa mediante procedimento elettorale". Oggi il primo articolo della Costituzione assegna al popolo quel potere che l'esponente del PDL avrebbe voluto destinare al parlamento (peraltro eletto con l'indegno porcellum e quindi per nula rappresentativo dei cittadini, ma soltanto delle segreterie dei partiti!)

La pari dignità di tutti i poteri dello Stato ha origini lontane ed affonda le radici nei movimenti e nelle idee che portarono alla Rivoluzione francese, alla Rivoluzione americana ed al Risorgimento italiano. La vittoria sui regimi autoritari e genocidi del novecento (fascismo e nazismo) ha ulteriormente consolidato quelle idee di Eguaglianza e di Libertà ed ha evidenziato il ruolo della divisione dei poteri dello Stato come anticorpo alla nascita di regimi autoritari o all'evoluzione in senso eversivo delle democrazie. Nonostante la lezione della 2a guerra mondiale, in Italia esistono forze politiche irresponsabili che ancora si permettono di rimettere in discussione quei principi di convivenza civile alla cui affermazione si è arrivati dopo tragedie immani.

Per fortuna una parte consistente della popolazione e dell'opinione pubblica ha saputo reagire mandando dei segnali forti e, in diversi casi, imponendo alla maggioranza di governo di ritornare sui suoi passi. Il 12 marzo numerosi cortei in tutta Italia (forse un milione di persone) hanno realizzato il C-day, una giornata in difesa della Costituzione in cui è stato intonato l'inno di Mameli. Nell'occasione, manifestazioni si sono tenute anche in alcune città europee come Bruxelles, Londra, Parigi, Praga, Madrid, Helsinki, Amsterdam, Ginevra, Edimburgo e Siviglia. Sia in primavera che in autunno si sono poi tenute manifestazioni in difesa dell'articolo 21 della Costituzione, minacciato sia dalla legge sulle intercettazioni, sia dagli attacchi di parlamentari come Fabrizio Cicchitto, contro i giornalisti [1].

continua >

* Coordinatore della Commissione Cittadinanza e Costituzione dell'Osservatorio sulla Legalità e sui Diritti ONLUS. Hanno contribuito Mauro Giannini e Tamara Gallera


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