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Osservatorio
: rapporto sulle carceri 2011 - 2
di Antonio Antonuccio*
Il Ministero della Giustizia - D.A.P. (Dipartimento dell'Amministrazione
Penitenziaria), al 30 novembre 2011, per rappresentare la
condizione del sistema penitenziario italiano ha fornito questi
dati:
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istituti penitenziari: 206;
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detenuti presenti: 68.047;
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capienza regolamentare: 45.636;
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detenuti in eccesso: 23.411;
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donne presenti: 2.909;
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stranieri presenti: 24.600;
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detenuti in attesa di primo giudizio: 14.498;
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totale detenuti imputati: 28.428;
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detenuti con condanna definitiva: 37.995;
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internati: 1.562;
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detenuti usciti (al 31 ottobre 2011) ex L.199/2010 (legge
"svuota carceri"): 3.991;
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17 asili nido funzionanti con 53 detenute e 54 bambini (al
30 giugno 2011);
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lavoravano in carcere 13.765 persone (al 30 giugno 2011),
il 20,4% della popolazione detenuta (11.508 lavoravano alle
dipendenze dell'Amministrazione Penitenziaria, e 2.257 per
datori di lavoro esterni);
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dal 2006 al 2011 il budget assegnato per la remunerazione
dei detenuti lavoranti (mercedi) è diminuito di circa 21.735.793
euro (arrivando ad uno stanziamento nell'anno in corso di
49.664.207) nonostante i detenuti siano aumentati di oltre
15.000 unità;
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alla fine di giugno 2011 il D.A.P. ha comunicato che gli
incentivi alle assunzioni di detenuti, da parte di cooperative
sociali e imprese, previsti dalla legge 22.6.2000, n. 193,
c.d. "Smuraglia", per l'anno in corso, non sarebbero stati
più operativi essendo esaurito il budget a disposizione
per la copertura dei benefici fiscali, previsti dal D.M.
25 febbraio 2002, n.87;
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dei 24.600 detenuti stranieri presenti il 20,2% viene dal
Marocco, il 14,7% dalla Romania, il 13,2% dalla Tunisia,
l'14,4% dalla Albania.
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delle 1.182 detenute straniere presenti il 22,6% viene dalla
Romania, il 15,9% dalla Nigeria;
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dei 37.376 detenuti con condanna definitiva (al 30 giugno
2011) il 6,7% è in carcere per condanne fino ad un anno,
il 28,5% fino a tre anni;
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dei 37.376 detenuti con condanna definitiva (al 30 giugno
2011) il 26,9% ha un residuo pena fino ad un anno, il 61,5%
fino a tre anni;
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le persone in misura alternativa erano 18.876, di cui 9.761
in affidamento in prova ai servizi sciali, 883 in semilibertà
e 8.233 in detenzione domiciliare;
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al 30 giugno 2011, 32.991 erano le persone ristrette per
reati contro il patrimonio, 28.092 per reati previsti dalla
legge sulle droghe, 6.438 per associazione di stampo mafioso,
1.149 per reati legati alla prostituzione;
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al 30 giugno 2011, la fascia d'età più rappresentata era
quella compresa tra i 30 e i 35 anni (11.594), seguita da
quella compresa tra i 35 e 39 (10.835), 547 gli utrasettantenni;
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al 30 giugno 2011, 647 erano i detenuti in possesso di una
laurea, 22.117 quelli con la licenza di scuola media inferiore;
789 gli analfabeti;
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nel primo semestre 2011, lo 0,46% delle persone in misura
alternativa ha commesso reato;
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i magistrati di sorveglianza sono 193, anziché 208, a sovrintendere
all'esecuzione della pena di oltre 67.000 detenuti;
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la pianta organica del Personale di Polizia Penitenziaria
(D.M. 8 febbraio 2001) prevede la presenza di 45.109 unità,
mentre l'attuale organico amministrato è di 39.232 unità;
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la pianta organica del Personale del Comparto Ministeri
prevede 1.331 educatori e 1.507 assistenti sociali.
Dati
questi numeri, con le carceri occupate al 147% della loro
capienza, ovvero con un 47% di detenuti in più, la penisola
si piazza al terzo posto in Europa per il sovraffollamento:
peggio di noi solo Cipro e Bulgaria.
Secondo
questi stessi dati forniti, le regioni più affollate vedono
la Puglia, a cui spetta il primo posto, con un indice di sovraffollamento
del 183% (11 istituti, una capienza di 2.458 posti e una popolazione
reclusa che arriva a quota 4.486); segue l'Emilia Romagna
con un 171% (13 carceri, 2.394 posti, 4.089 reclusi); la Lombardia
con un 169% (19 istituti, capienza di 5.652 e 9.559 detenuti);
alla Calabria spetta il quarto posto con un indice del 165%;
al quinto troviamo il Friuli Venezia Giulia con un 164% e
in sesta posizione il Veneto con un 162%. In Trentino Alto
Adige invece il sovraffollamento non è arrivato e si posiziona
all'ultimo posto della lista: nei 2 istituti ci sono 520 posti
disponibili, mentre sono presenti appena 340 i detenuti. La
situazione non è grave in Sardegna e in Basilicata, rispettivamente
nella prima in 12 istituti sono garantiti 1.981 posti e i
detenuti sono 2.012 (102%), nella seconda nei suoi 3 istituti
ci sono 482 detenuti, mentre i posti sono 440 (110%).
Il 29 giugno 2010, facendo seguito a quanto stabilito con
il già accennato decreto per l'emergenza, è stato approvato
il "Piano carceri" presentato dal Commissario Straordinario
all'Edilizia Penitenziaria, nonché Capo del Dipartimento dell'Amministrazione
Penitenziaria, Franco Ionta. Tale impegno politico, che prevede
la realizzazione di 9.150 posti (realizzazione di 11 nuovi
istituti e 20 padiglioni detentivi in ampliamento delle strutture
esistenti), per un importo totale di euro 661.000.000, secondo
i tempi previsti, è da realizzarsi entro la fine del 2012.
Dei 9.150 nuovi posti previsti 2.400 sorgeranno in Sicilia,
850 in Campania, 1.050 in Puglia: circa metà dei nuovi posti
si concentrerà dunque al sud, mentre oggi i tassi di sovraffollamento
più elevati si registrano nel centro nord (Emilia Romagna,
Lombardia e Veneto in testa). E' bene precisare che - allo
stato - sarebbero almeno 40 gli istituti carcerari costruiti
e mai avviati, che quindi restano completamente vuoti.
A
distanza di oltre un anno, lo stato dell'arte evidenzia che
solo adesso sono stati pubblicati i primi tre bandi per la
realizzazione dei lavori di ampliamento degli Istituti di
Lecce, Taranto e Trapani (per un totale complessivo di 600
posti) dopo che nello scorso febbraio erano iniziati i primi
(ed unici) lavori previsti dal piano carceri (l'ampliamento
di un padiglione di 200 posti presso l'Istituto di Piacenza).
continua
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Coordinatore della Commissione Carcere dell'Osservatorio sulla
Legalità e sui Diritti ONLUS
 
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