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10 marzo 2011
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Conseguenze della negazione del diritto di autodeterminazione
di Gabriella Mira Marq

"Le conseguenze di negare il diritto di autodeterminazione" è stato il tema al centro di un seminario tenutosi l'8 marzo a Ginevra su impulso del Consiglio Internazionale per i Diritti Umani in collaborazione con l'Associazione internazionale per i diritti delle minoranze americane e il Consiglio indiano del Sud America.

Tra i relatori l'avvocato A. Majid Tramboo, Presidente del Consiglio Internazionale per i Diritti Umani, Ronald Barnes, Presidente del Consiglio indiano per il Sud America, il prof. Alfred de Zayas, della Scuola di Diplomazia e Relazioni Internazionali di Ginevra, la dott.ssa Karen Parker, di Formazione Sviluppo Internazionale, il prof. Krishna Ahoojapatel, Rappresentante delle Nazioni Unite per la lega internazionale delle donne per la pace e la libertà.

Tramboo ha introdotto contestualizzano l'attuale situazione in Medio Oriente in termini di esercizio del diritto di autodeterminazione. Ha chiesto una maggiore azione da intraprendere per quanto riguarda la realizzazione del diritto di autodeterminazione per il popolo del Kashmir affermando che, sebbene le lotte attuali siano tutte rilevanti e importanti, le Nazioni Unite hanno varato la risoluzione sulla concesione del plebiscito al popolo del Kashmir oltre sessant'anni fa. A suo giudizio, certi atti di estrema violenza sono una diretta conseguenza della negazione del diritto all'autodeterminazione.

Ronald Barnes ha discusso le questioni giuridiche e tecniche per quanto riguarda l'esercizio del diritto di autodeterminazione, ricordando il caso del popolo dell'Alaska e osservando che una potenza occupante può essere in grado di far svolgere le elezioni. Krishna Ahoojapatel - considerata l'occasione della festa della donna - ha discusso il fallimento delle Nazioni Unite nel rendersi conto dell'importanza del ruolo delle donne in situazioni in cui il diritto all'autodeterminazione è stato negato.

Alfred de Zayas ha detto che il diritto di autodeterminazione, come gran parte del diritto internazionale, è stato applicato sulla carta. Se l'autodeterminazione può essere applicata in base al capriccio degli stati e in linea con la loro strategia geopolitica - ha evidenziato - allora non può essere visto come un sistema giusto ed efficace del diritto internazionale e occorre affrontare e modificare tale aspetto.

Maoulainine Sadani ha discusso la situazione nel Sahara occidentale e ha rilevato che l'autodeterminazione non può essere controllata o concessi dagli Stati, ma deve venire dalla gente, senza interferenze esterne. Deve inoltre conformarsi al rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale. Le persone vogliono eleggere i loro parlamenti.

Karen Parker ha evidenziato il fallimento della comunità internazionale nel garantire che l'auto-determinazione sia data a tutti. Inoltre, ha dichiarato che è difficile per coloro che cercano l'autodeterminazione, quando i più alti livelli delle Nazioni Unite scelgono (di proteggere) i luoghi e i popoli che più gli aggradano.


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