Conseguenze
della negazione del diritto di autodeterminazione
di
Gabriella Mira Marq
"Le conseguenze di negare il diritto di autodeterminazione"
è stato il tema al centro di un seminario tenutosi
l'8 marzo a Ginevra su impulso del Consiglio Internazionale
per i Diritti Umani in collaborazione con l'Associazione internazionale
per i diritti delle minoranze americane e il Consiglio indiano
del Sud America.
Tra i relatori l'avvocato A. Majid Tramboo, Presidente del
Consiglio Internazionale per i Diritti Umani, Ronald Barnes,
Presidente del Consiglio indiano per il Sud America, il prof.
Alfred de Zayas, della Scuola di Diplomazia e Relazioni Internazionali
di Ginevra, la dott.ssa Karen Parker, di Formazione Sviluppo
Internazionale, il prof. Krishna Ahoojapatel, Rappresentante
delle Nazioni Unite per la lega internazionale delle donne
per la pace e la libertà.
Tramboo ha introdotto contestualizzano l'attuale situazione
in Medio Oriente in termini di esercizio del diritto di autodeterminazione.
Ha chiesto una maggiore azione da intraprendere per quanto
riguarda la realizzazione del diritto di autodeterminazione
per il popolo del Kashmir affermando che, sebbene le lotte
attuali siano tutte rilevanti e importanti, le Nazioni Unite
hanno varato la risoluzione sulla concesione del plebiscito
al popolo del Kashmir oltre sessant'anni fa. A suo giudizio,
certi atti
di estrema violenza sono una diretta conseguenza della
negazione del diritto all'autodeterminazione.
Ronald Barnes ha discusso le questioni giuridiche e tecniche
per quanto riguarda l'esercizio del diritto di autodeterminazione,
ricordando il caso del popolo dell'Alaska e osservando che
una potenza occupante può essere in grado di far svolgere
le elezioni. Krishna Ahoojapatel - considerata l'occasione
della festa della donna - ha discusso il fallimento delle
Nazioni Unite nel rendersi conto dell'importanza del ruolo
delle donne in situazioni in cui il diritto all'autodeterminazione
è stato negato.
Alfred
de Zayas ha detto che il diritto di autodeterminazione, come
gran parte del diritto internazionale, è stato applicato sulla
carta. Se l'autodeterminazione può essere applicata in base
al capriccio degli stati e in linea con la loro strategia
geopolitica - ha evidenziato - allora non può essere visto
come un sistema giusto ed efficace del diritto internazionale
e occorre affrontare e modificare tale aspetto.
Maoulainine
Sadani ha discusso la situazione nel Sahara occidentale e
ha rilevato che l'autodeterminazione non può essere controllata
o concessi dagli Stati, ma deve venire dalla gente, senza
interferenze esterne. Deve inoltre conformarsi al rispetto
dei diritti umani e del diritto internazionale. Le persone
vogliono eleggere i loro parlamenti.
Karen
Parker ha evidenziato il fallimento della comunità internazionale
nel garantire che l'auto-determinazione sia data a tutti.
Inoltre, ha dichiarato che è difficile per coloro che cercano
l'autodeterminazione, quando i più alti livelli delle Nazioni
Unite scelgono (di proteggere) i luoghi e i popoli che più
gli aggradano.
 
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