Haiti
e il Patto Atlantico : dilettanti allo sbaraglio
riceviamo
e pubblichiamo
Quanto
scritto nell'articolo "Haiti
e la debolezza del Patto Atlantico" è quanto mai
veritiero. Sentendo quanto dicono in televisione appare chiaro
che gli interventi soffrono di coordinamento.
Tanti Paesi ci mettono della buona volontà ma poi succedono
cose strane. Succede che l'ospedale di Medici senza frontiere
non può essere subito portato a terra, che l'areoporto è intasato,
che le priorità non sono prese in considerazione, che escavatori
o gru in azione non se ne vedono e si continua a scavare con
le mani.
Per
affrontare catastrofi di questo tipo mi sembra che manchi
una pianificazione globale tra le Nazioni in cui vengano definiti
tutta una serie di parametri atti a far sì che:
- per ogni aera ove può succedere un evento catatrofico, ad
ogni Nazione siano dati compiti specifici e sia noto in quanti
giorni la task force a disposizione possa intervenire con
personale ed attrezzature.
- ci sia un accordo preventivo per individuare, per ogni area,
l'Organismo responsabile di coordinare gli interventi e che
questo Organismo venga, di volta in volta, reso noto a tutte
le Nazioni. E'
questo Organismo che dovrebbe decidere cosa bisogna inviare
ed entro quali tempi e con quali priorità far pervenire sul
posto quanto necessario.
La mancanza di coordinamento provoca danni incalcolabili in
termini di vite umane e di sprechi e definire le priorità
degli invii è la cosa più importante da decidere. Non mi sembra
che ci sia una simile organizzazione e la buona volontà di
molti spesso naufraga nell'impossibilità di poter agire in
tempi rapidi per puri motivi logistici.
Sembra
quasi di assistere ad una puntata di "dilettanti allo sbaraglio"
solo che, in queste circostanze, l'aspetto comico purtroppo
non esiste.
Pierluigi
Poggi
 
Dossier
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