Haiti
e la debolezza del Patto Atlantico
riceviamo
e pubblichiamo
A
circa 70 ore dal violento terremoto che ha devastato Haiti
provocando un numero imprecisato di vittime, migliaia di persone
erano ancora intrappolate o sepolte vive sotto le macerie
e, probabilmente, quei corpi umani piccoli e grandi che ancora
respiravano aspettavano ormai da troppo tempo di essere tirati
fuori. Intanto,
le corrispondenze giornalistiche descrivevano la grande quantità
di bambini che vagano per le strade piene di cadaveri alla
ricerca dei loro genitori o alla ricerca di qualcuno che possa
dargli una qualche protezione. Le stesse cronache raccontano
che in alcuni punti delle varie città, dove non sono arrivati
aiuti, regna il caos e la rabbia.
Nel frattempo le diplomazie internazionali fanno a gara per
esprimere solidarietà mentre ogni paese europeo o asiatico
si è attivato per fornire le cifre sui propri connazionali
coinvolti dalla tragedia, alimentando attraverso le televisioni,
la compiacenza o l'esultanza ad ogni notizia o aggiornamento
che riguarda singoli sopravvissuti. Dopo 3 giorni dal sisma,
Il ministro degli Esteri italiano Franco Frattini ha preannunciato
e auspicato un "coordinamento europeo forte" per gli aiuti
alla popolazione haitiana.
Quello
che scandalizza in questa immensa tragedia è che un tale tipo
di "coordinamento forte" tra le nazioni europee, o tra quelle
dell'alleanza atlantica, non esista già e soprattutto che
questo "coordinamento forte" non sia stato da subito operativo
per cercare di strappare alla morte i sepolti vivi e per dare
conforto, cure e protezione ai tanti bambini feriti rimasti
soli. Quello che scandalizza in questa tragedia è che l'aeroporto
e le coste di Haiti non hanno ancora visto l'arrivo della
"Comunità internazionale organizzata" e che l'unica speranza
è affidata all'esercito statunitense su estemporanea decisione
del presidente Obama.
Gli
occhi di tutta l'Umanità commossa sono distratti e catturati
dallo sguardo tenero e impaurito di un bambino salvato grazie
ad una squadra di volontari. Ma dietro questa compassione
acritica si rischia di trascurare un dato importante: il fatto
che le "Comunità internazionali" sono capaci di organizzarsi
per intervenire efficacemente e tempestivamente contro la
minaccia di un tiranno o contro i "paesi canaglia". Sono cioè
pronte e capaci di colpire inviando aerei da guerra e soldati
in tutti in luoghi della terra dove il presunto "terrorismo"
o il "riarmo nucleare" compromette interessi economici ed
equilibri globali. Quelle
stesse nazioni associate non sono state capaci, invece, di
istituire una sorta di "Patto Atlantico" della "Protezione
civile", in grado di far fronte alle calamità improvvise che
provengono dalla natura e che possono devastare interamente
uno o più dei propri paesi membri.
Quanto
accade in queste ore ad Haiti, dove forse saranno decine di
migliaia le persone che risulteranno decedute per il ritardo
nei soccorsi, è pertanto una terribile ammonizione per tutti
noi, Umanità pigramente assuefatta al cinismo e insensibilità
dei potenti della terra.
Domenico
Ciardulli
 
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