Immunita'
parlamentare e reati comuni : una lezione da Londra
di
Giulia Alliani
La Corte Suprema di Londra ha pubblicato le motivazioni della
sentenza con cui, il mese scorso, aveva negato il ricorso
all'immunita' parlamentare nel caso di tre ex membri del Parlamento
accusati di furto in relazione a note spese gonfiate inoltrate
all'amministrazione della Camera di appartenenza per ottenere
il rimborso.
I parlamentari, che si erano dimessi dopo lo scandalo, sostenevano
il loro diritto a non subire un processo nei tribunali ordinari,
accettando di venire giudicati solo dalle rispettive Camere.
Il giudizio di primo grado e quello d'appello avevano già
respinto l'ipotesi che un reato comune del tipo in esame potesse
venir giudicato dal Parlamento e non in tribunale.
Tuttavia
la Corte d'Appello, riconoscendo che era stato sollevato un
punto di diritto di interesse generale, aveva dato l'autorizzazione
a richiedere un'interpretazione alla Corte Suprema in forma
di risposta alla seguente domanda: può il tribunale ordinario
sottoporre a processo un parlamentare in relazione ad accuse
riguardanti richieste disoneste di rimborso spese relative
alla sua funzione, oppure il tribunale non ha giurisdizione
in forza dell'articolo 9 del Bill of Rights del 1688 e/o in
forza della giurisdizione esclusiva del Parlamento?
La
Corte Suprema ha preso in considerazione innanzitutto i limiti
dell'immunita' prevista dal Bill of Rights (Art. 9: “That
the Freedome of Speech and Debates or Proceedings in Parlyament
ought not to be impeached or questioned in any Court or Place
out of Parlyament.”) e, siccome essi dipendono dall'interpretazione
da dare all'espressione "Proceedings in Parlyament" (atti
in Parlamento), ha affrontato il problema di chi sia legittimato
a decidere quali siano i comportamenti cosi' definibili.
Storicamente
il dibattito sull'argomento ha portato a concludere che la
decisione su che cosa si debba intendere per "Proceedings
in Parlyament", e su quali siano le prove ammissibili, va
affidata ai tribunali e non alle Camere. Anche se i tribunali,
in casi di questa natura, pongono riguardo e attenzione al
parere del Parlamento. Il significato del termine "proceedings"
e' stato piu' volte analizzato nei tribunali senza che, tuttavia,
si sia mai potuti giungere ad una definizione precisa e definita
nei particolari, ma solo ad un concetto di carattere generale.
Tecnicamente, nel contesto del Parlamento, fin dal XVII secolo,
il termine indica un atto ufficiale, di solito una decisione
presa dal Parlamento riunito in assemblea. Questa interpretazione,
al presente, si estende e comprende tutte le forme e i procedimenti,
e soprattutto il dibattito, attraverso i quali si giunge alla
decisione. Quindi l'intervento per mezzo di un discorso e
il voto, ma anche tutte le altre forme ufficiali di partecipazione
(per esempio la presentazione di una petizione, di una mozione,
del rapporto di una commissione) che si possano ritenere sostitutive
dell'intervento in forma orale.
Oltre all'area piu' ristretta coperta da immunita' costituita
dall'articolo 9 del Bill of Rights, la Corte Suprema ha analizzato
l'immunita' prevista dalla "exclusive cognisance" (giurisdizione
esclusiva) del Parlamento, per cui ognuna delle due Camere
detiene il diritto esclusivo di trattare le questioni che
la riguardano senza interferenze extraparlamentari o da parte
dell'altra Camera. Cio' in base al presupposto che le leggi
che regolano la vita interna del Parlamento non sono materia
di conoscenza e competenza del giudice ordinario.
Dopo
la citazione e il commento della giurisprudenza relativa al
tema dell'immunita', la Corte Suprema ha concluso che, sebbene
nessuno dei casi citati possa riferirsi direttamente al caso
in esame, la deduzione che puo' scaturire dalla loro analisi
porta a individuare con sicurezza quale sia il principio che
informa l'articolo 9: garantire la liberta' di espressione
in Parlamento e nei comitati parlamentari, sotto forma di
discorsi e dibattiti. Questo e' il modo e il luogo in cui
si esplica la funzione essenziale del Parlamento. Per far
ricadere nell'ambito dei "parliamentary proceedings" anche
atti compiuti al di fuori del Parlamento, ma che ad essi si
possono collegare, e' necessario considerare la natura di
questa connessione, e prevedere, se tali atti non sono gia'
coperti da immunita', il loro probabile impatto negativo sullo
svolgimento delle funzioni essenziali del Parlamento.
"Adottando questo approccio - ha spiegato la Corte Suprema
- la presentazione dei documenti per la richiesta di rimborso
spese non si qualifica come atto protetto da immunita'. L'esame
delle note spese da parte di tribunali ordinari, esterni al
Parlamento, non potra' avere nessun impatto negativo sullo
svolgimento delle funzioni essenziali del Parlamento".
"Certamente
l'indagine del tribunale ordinario non inibira' nessuna delle
varie attivita' dei membri del Parlamento relative, in un
modo o nell'altro, all'espletamento dei loro doveri di parlamentari.
L'unica cosa che inibira' - ha concluso la Corte Suprema con
crudele e britannico sense of humour - e' la presentazione
di note spese disoneste".
 
Londra:
forse sentenza della Corte Suprema
Dossier
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