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17 giugno 2010
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Immunita' parlamentare : primo no per quattro deputati britannici
di Giulia Alliani

All'inizio dell'anno, a Londra, quattro parlamentari, i tre laburisti Jim Devine, David Chaytor ed Elliot Morley ed il conservatore Lord Hanningfield, furono formalmente accusati di furto nell'ambito dello scandalo per i rimborsi spese gonfiati. I quattro, che vanno ora incontro ad un processo penale, sostengono il loro diritto ad essere giudicati dal Parlamento e non in un normale tribunale, in quanto coperti dall'immunità parlamentare.

In Inghilterra, in base alla formulazione di un principio risalente al Bill of Rights del 1689 (cfr. Articolo 9: ‘That the Freedome of Speech and Debates or Proceedings in Parlyament ought not to be impeached or questioned in any Court or Place out of Parlyament.’), tuttora in vigore, dev'essere il Parlamento a regolare i propri rapporti interni, che non ricadono quindi sotto la giurisdizione dei tribunali della Corona. Per non violare il principio della separazione dei poteri, secondo le difese dei quattro imputati, le accuse loro rivolte dovrebbero dunque essere sottoposte al vaglio del Parlamento e non discusse davanti ad un tribunale penale.

Pochi giorni fa la Crown Court di Southwark ha fornito una prima risposta alla loro pretesa, che era stata accolta con stupore e riprovazione dall'opinione pubblica britannica. Il giudice Saunders, investito della questione, ha dichiarato che la decisione non e' stata facile. Non fossero stati gli stessi parlamentari, nessuno dei quali si e' comunque ripresentato alle elezioni del maggio scorso, a porre il problema, la questione dell'immunità avrebbe dovuto comunque essere affrontata dai giudici prima del processo, perché i tribunali non intendono correre il rischio di trattare accuse coperte dall'immunità.

Il principio dell'immunità parlamentare - ha spiegato il giudice - e' una questione molto seria e delicata, che non riguarda tanto i singoli parlamentari quanto il Parlamento come istituzione, che deve preservare la propria libertà e indipendenza. Se esistono le condizioni per godere dell'immunità, gli stessi parlamentari non hanno il diritto di rinunciarvi, neppure nel caso lo desiderino. Si tratta di principi costituzionali della massima importanza che vanno rispettati anche a costo di decisioni impopolari, sgradite all'opinione pubblica, o ai parlamentari stessi, ha sottolineato Saunders. Nella sentenza il giudice spiega tuttavia che il Parlamento non dispone di una sua procedura da seguire nello svolgimento delle indagini e nel raggiungimento della decisione sull'eventuale colpevolezza degli imputati e che, se possibile, e' preferibile che su questioni di carattere penale siano i tribunali penali a decidere, in quanto attrezzati per farlo.

Venendo al caso particolare dei quattro imputati, il giudice Saunders ha accettato il punto di vista per cui l'esame delle note spese va ritenuto di competenza del Parlamento, ed e' dunque coperto da immunita', ma ha aggiunto: "Non vedo una buona ragione per estendere tale privilegio fino a coprire la presentazione del modello per le note spese". Chiedere il rimborso delle spese non rientra fra i doveri di un membro del Parlamento ed e' un atto che va a vantaggio del singolo parlamentare, non del Parlamento come istituzione: a nessuno verrebbe in mente di accusare un parlamentare di non assolvere ai doveri relativi al suo incarico se non reclama i rimborsi che gli spettano.

"Nella presentazione della nota spese - ha detto Saunders - pare proprio impossibile ravvisare gli estremi per l'applicazione dell'immunità parlamentare. A mio giudizio non potrebbe rientrare nell'ambito della 'giurisdizione esclusiva del Parlamento' in nessuna concezione sensata dell'immunità… E' necessario porre un limite, e la linea da non superare va tirata da qualche parte… Il fatto che sia la presentazione del modello per la nota spese a mettere in funzione la macchina parlamentare non rende il modello parte di quella macchina, proprio come l'infilare una moneta in una slot machine non rende la moneta parte del meccanismo della slot machine per il mero fatto di averla messa in moto".

Il rispetto delle prerogative del Parlamento costituisce si' un principio della massima importanza, ma anche "il principio per cui tutti gli uomini sono uguali di fronte alla legge e' importante e va osservato, a meno che non vi sia una buona ragione per non applicarlo. Il non farlo rischierebbe di gettare un'ombra sia sui tribunali che sul Parlamento e di diminuire la fiducia dei cittadini nella giustizia penale". E, per il giudice Saunders, in questo caso non e' possibile scorgere "alcuna giustificazione di carattere logico, pratico, o morale che possa coprire con l'immunità una richiesta di rimborso spese". "E non riesco a vederne neppure una legale", ha concluso il giudice, sentenziando che, a suo parere, "la condotta attribuita agli imputati non e' coperta dall'immunità parlamentare e va giudicata in un Tribunale della Corona".

"Se questa decisione non verra' modificata in sede d'appello - ha aggiunto Saunders - essa condurrà a ciò in cui tutti confiderebbero, se accusati di condotte di rilevanza penale: a un processo giusto, di fronte ad una giuria imparziale". Naturalmente le difese degli imputati intendono proporre appello ed e' possibile che la questione, una volta superata la Corte d'Appello, finisca addirittura davanti alla Corte Suprema.

E' chiaro che il direttore della Pubblica Accusa, Keir Starmer, vuole affrontare seriamente il problema: ha infatti affidato a un avvocato del calibro di Lord Pannick l'incarico di sostenere la tesi dell'accusa, per cui gli imputati dovrebbero essere sottoposti ad un normale processo, contro la tesi opposta, favorevole all'immunita', sostenuta dagli avvocati della difesa, anch'essi tutti nomi di grande peso nel panorama giuridico britannico.

La fama di David Pannick va oltre il mondo degli addetti ai lavori: l'avvocato firma infatti sul Times, ogni quindici giorni, una seguitissima rubrica e ogni anno, a dicembre, pubblica una curiosa e divertente rassegna internazionale in cui segnala 'il giudice dell'anno', 'il giurato dell'anno', 'l'avvocato dell'anno', 'il teste dell'anno', 'il processo più assurdo dell'anno', e così' via. L'elenco comprende anche una sezione denominata "Importanti sviluppi di carattere legale dall'estero" (Important Legal Developments from Abroad ).

Nel 2008 vi erano citate "la decisione del presidente Robert Mugabe di ricompensare i giudici dello Zimbabwe con il dono di nuovi televisori al plasma, il suggerimento di Silvio Berlusconi, Primo Ministro italiano, frequentemente imputato nei tribunali del suo paese, di sottoporre i giudici a regolari controlli della loro salute mentale, l'ordinanza del giudice neozelandese Robert Murfitt che ha imposto ad una coppia di genitori di trovare un nuovo nome per la propria figlia di nove anni già' registrata con il nome di “Talula Does the Hula from Hawaii”".

Anche nel 2009 l'Italia e' stata citata nella rassegna di Lord Pannick, con riferimento a Berlusconi quale "politico dell'anno con meno rispetto per l'indipendenza della magistratura".

per approfondire...

Berlusconi e l'immunita': ma negli altri Paesi non c'e'

La modifica dell'immunita' parlamentare italiana

Immunità: se diventa impunità va cambiata

Dossier etica e politica

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