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16 giugno 2010
tutti gli speciali

Mutilazioni genitali femminili nel Kurdistan dell'Iraq
di Gabriella Mira Marq*

Un gran numero di ragazze e donne nel Kurdistan dell'Iraq soffre la mutilazione genitale femminile (FGM) e i suoi effetti distruttivi. Questa pratica - che molti collegano alla religione islamica ma e' invece una tradizione arcaica tribale che si presenta in contesti confessionali diversi - e' molto diffusa in regioni mediorientli e africane, anche se diversi governi locali, anche su pressione delle democrazie occidentali e con progetti finanziati dall'estero, la stanno contrastando a partire dal livello piu' importante, quello educativo.

Per quanto riguarda il Kurdistan, un nuovo rapporto di Human Rights Watch chiede al governo regionale di combattere tale pratica in ogni modo, a partire dal bando delle mutilazioni genitali femminili. L'Iraq e' infatti diviso in regioni e quella del Kurdistan - con etnie e confessioni diverse - ha un governo indipendente. E' inoltre curdo il presidente dell'Iraq, Jalal Talabani.

Si dice che il governo regionale non abbia voluto vietare le MGF, nonostante la sua disponibilita' ad affrontare altre forme di violenza basata sul genere, compresa la violenza domestica e i cosiddetti delitti d'onore. Il precedente governo regionale ha preso alcune misure per affrontare le mutilazioni genitali femminili, tra cui un decreto del 2007 del ministero della Giustizia, presumibilmente vincolante per tutti i distretti di polizia, che comportava che gli autori di mutilazioni genitali femminili dovessero essere arrestati e puniti. Tuttavia, l'esistenza del decreto non e' stata sufficientemente divulgata e Human Rights Watch ha trovato alcuna prova che esso sia mai stato applicato.

Nel 2008, la maggioranza dei membri dell'Assemblea Nazionale del Kurdistan ha sostenuto l'introduzione di una legge che vieta le mutilazioni genitali femminili, ma il disegno di legge non e' mai stato convertito in legge e il suo stato e' sconosciuto. Nei primi mesi del 2009, il ministero della Salute ha sviluppato una strategia globale anti-MGF in collaborazione con un'organizzazione non governativa. Ma il ministero ha successivamente ritirato il suo sostegno e fermato gli sforzi per combattere le mutilazioni genitali femminili. Una campagna di sensibilizzazione dell'opinione pubblica circa le MGF e delle sue conseguenze e' inspiegabilmente in ritardo. Il nuovo governo, eletto nel luglio 2009, non ha adottato alcuna misura per sradicare la pratica.

Nel rapporto, che evidenzia fin dal titolo il fatto che la mutilazione viene praticata alle ragazze senza neppure preavvertirle (figurarsi chiederne il consenso), vengono narrate diverse esperienze di donne e giovinette di quattro villaggi del nord dell'Iraq e della cittā di Halabja sottoposte alla devastante pratica in un contesto di messaggi contrastanti da parte di alcuni leader religiosi e operatori sanitari circa la legittimita' e la sicurezza della pratica. La relazione descrive il dolore e la paura che le ragazze e le giovani donne sperimentano e il terribile prezzo che sopportano per la loro salute fisica ed emotiva.

I ricercatori hanno anche intervistato i religiosi musulmani, ostetriche, operatori sanitari e funzionari di governo. Le organizzazioni non governative locali dicono che la MGF puo' essere praticata anche tra le altre comunita' nel resto dell'Iraq, ma non vi sono dati sulla sua diffusione al di fuori della regione curda. Tuttavia anche i numeri delle MGF nel Kurdistan iracheno non sono completamente noti, dato che il governo non raccoglie sistematicamente informazioni sulla pratica. Tuttavia, la ricerca condotta dalle organizzazioni locali indica che la pratica e' diffusa e colpisce un numero significativo di donne e ragazze.

Le prove raccolte da Human Rights Watch suggeriscono che per molte ragazze e donne nel Kurdistan iracheno la MGF e' una procedura inevitabile che a volte subiscono di eta' compresa tra 3 e 12 anni. In alcuni casi documentati da Human Rights Watch, le pressioni della societa' ha portato anche le donne adulte a sottoporsi alla procedura, a volte come un presupposto del matrimonio. Due studi sono stati condotti di recente per cercare di determinare la diffusione della pratica. Nel gennaio 2009, l'ex Ministero per i diritti umani ha condotto uno studio nel quartiere di Chamchamal con un campione di 521 studentesse di eta' 11-24. Si č riscontrato che il 40,7% del campione ha subito la procedura, di cui il 23% sotto i 13 anni.

Nel 2010, un'associazione di assistenza e cooperazione allo sviluppo tedesco-irachena non governativa ha pubblicato i risultati di uno studio condotto tra il settembre 2007 e il maggio 2008 nelle province di Erbil e Sulaimaniya, e nella regione di Kirkuk intervistando 1.408 donne e ragazze di 14 anni e oltre. Si e' rilevato che il 72,7% erano state sottoposte alla procedura. La fascia d'eta' piu' ampia delle ragazze e delle donne intervistate puo' spiegare in parte la discrepanza di dati rispetto all'altra statistica.

Human Rights Watch ha invitato le autoritā regionali a sviluppare un piano a lungo termine che coinvolga governo, operatori sanitari, religiosi, e le comunitā nel processo di eradicazione della pratica. La strategia dovrebbe comprendere una legge per vietare le mutilazioni genitali femminili per le bambine e le donne adulte non consenzienti; programmi di sensibilizzazione sulle conseguenze sanitarie delle mutilazioni genitali femminili, e l'integrazione della prevenzione MGF nelle politiche e nei programmi di salute riproduttiva, educazione, alfabetizzazione e sviluppo. Il governo dovrebbe anche lavorare a stretto contatto con le comunita' e le persone influenti in quelle comunita' per incoraggiare il dibattito in merito alla prassi tra gli uomini, donne e bambine, compresa la consapevolezza e la comprensione dei diritti umani delle ragazze e donne.

"La MGF viola i diritti delle donne e dei bambini, compresi i loro diritti alla vita, alla salute e all'integrita' fisica", ha detto Nadya Khalife, ricercatore dei diritti delle donne in Medio Oriente di Human Rights Watch. "E 'tempo per il governo regionale di fare il passo e prendere misure concrete per eliminare questa pratica dannosa perche' semplicemente non si eliminera' da sola."

* si ringrazia Claudio Giusti

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