Mutilazioni
genitali femminili nel Kurdistan dell'Iraq
di
Gabriella Mira Marq*
Un gran numero di ragazze e donne nel Kurdistan dell'Iraq
soffre la mutilazione genitale femminile (FGM) e i suoi effetti
distruttivi. Questa pratica - che molti collegano alla religione
islamica ma e' invece una tradizione arcaica tribale che si
presenta in contesti confessionali diversi - e' molto diffusa
in regioni mediorientli e africane, anche se diversi governi
locali, anche su pressione delle democrazie occidentali e
con progetti finanziati dall'estero, la stanno contrastando
a partire dal livello piu' importante, quello educativo.
Per quanto riguarda il Kurdistan, un nuovo rapporto di Human
Rights Watch chiede al governo regionale di combattere tale
pratica in ogni modo, a partire dal bando delle mutilazioni
genitali femminili. L'Iraq e' infatti diviso in regioni e
quella del Kurdistan - con etnie e confessioni diverse - ha
un governo indipendente. E' inoltre curdo il presidente dell'Iraq,
Jalal Talabani.
Si
dice che il governo regionale non abbia voluto vietare le
MGF, nonostante la sua disponibilita' ad affrontare altre
forme di violenza basata sul genere, compresa la violenza
domestica e i cosiddetti delitti d'onore. Il precedente governo
regionale ha preso alcune misure per affrontare le mutilazioni
genitali femminili, tra cui un decreto del 2007 del ministero
della Giustizia, presumibilmente vincolante per tutti i distretti
di polizia, che comportava che gli autori di mutilazioni genitali
femminili dovessero essere arrestati e puniti. Tuttavia, l'esistenza
del decreto non e' stata sufficientemente divulgata e Human
Rights Watch ha trovato alcuna prova che esso sia mai stato
applicato.
Nel
2008, la maggioranza dei membri dell'Assemblea Nazionale del
Kurdistan ha sostenuto l'introduzione di una legge che vieta
le mutilazioni genitali femminili, ma il disegno di legge
non e' mai stato convertito in legge e il suo stato e' sconosciuto.
Nei primi mesi del 2009, il ministero della Salute ha sviluppato
una strategia globale anti-MGF in collaborazione con un'organizzazione
non governativa. Ma il ministero ha successivamente ritirato
il suo sostegno e fermato gli sforzi per combattere le mutilazioni
genitali femminili. Una campagna di sensibilizzazione dell'opinione
pubblica circa le MGF e delle sue conseguenze e' inspiegabilmente
in ritardo. Il nuovo governo, eletto nel luglio 2009, non
ha adottato alcuna misura per sradicare la pratica.
Nel
rapporto, che evidenzia fin dal titolo il fatto che la mutilazione
viene praticata alle ragazze senza neppure preavvertirle (figurarsi
chiederne il consenso), vengono narrate diverse esperienze
di donne e giovinette di quattro villaggi del nord dell'Iraq
e della cittā di Halabja sottoposte alla devastante pratica
in un contesto di messaggi contrastanti da parte di alcuni
leader religiosi e operatori sanitari circa la legittimita'
e la sicurezza della pratica. La relazione descrive il dolore
e la paura che le ragazze e le giovani donne sperimentano
e il terribile prezzo che sopportano per la loro salute fisica
ed emotiva.
I
ricercatori hanno anche intervistato i religiosi musulmani,
ostetriche, operatori sanitari e funzionari di governo. Le
organizzazioni non governative locali dicono che la MGF puo'
essere praticata anche tra le altre comunita' nel resto dell'Iraq,
ma non vi sono dati sulla sua diffusione al di fuori della
regione curda. Tuttavia anche i numeri delle MGF nel Kurdistan
iracheno non sono completamente noti, dato che il governo
non raccoglie sistematicamente informazioni sulla pratica.
Tuttavia, la ricerca condotta dalle organizzazioni locali
indica che la pratica e' diffusa e colpisce un numero significativo
di donne e ragazze.
Le prove raccolte da Human Rights Watch suggeriscono che per
molte ragazze e donne nel Kurdistan iracheno la MGF e' una
procedura inevitabile che a volte subiscono di eta' compresa
tra 3 e 12 anni. In alcuni casi documentati da Human Rights
Watch, le pressioni della societa' ha portato anche le donne
adulte a sottoporsi alla procedura, a volte come un presupposto
del matrimonio. Due studi sono stati condotti di recente per
cercare di determinare la diffusione della pratica. Nel gennaio
2009, l'ex Ministero per i diritti umani ha condotto uno studio
nel quartiere di Chamchamal con un campione di 521 studentesse
di eta' 11-24. Si č riscontrato che il 40,7% del campione
ha subito la procedura, di cui il 23% sotto i 13 anni.
Nel
2010, un'associazione di assistenza e cooperazione allo sviluppo
tedesco-irachena non governativa ha pubblicato i risultati
di uno studio condotto tra il settembre 2007 e il maggio 2008
nelle province di Erbil e Sulaimaniya, e nella regione di
Kirkuk intervistando 1.408 donne e ragazze di 14 anni e oltre.
Si e' rilevato che il 72,7% erano state sottoposte alla procedura.
La fascia d'eta' piu' ampia delle ragazze e delle donne intervistate
puo' spiegare in parte la discrepanza di dati rispetto all'altra
statistica.
Human Rights Watch ha invitato le autoritā regionali a sviluppare
un piano a lungo termine che coinvolga governo, operatori
sanitari, religiosi, e le comunitā nel processo di eradicazione
della pratica. La strategia dovrebbe comprendere una legge
per vietare le mutilazioni genitali femminili per le bambine
e le donne adulte non consenzienti; programmi di sensibilizzazione
sulle conseguenze sanitarie delle mutilazioni genitali femminili,
e l'integrazione della prevenzione MGF nelle politiche e nei
programmi di salute riproduttiva, educazione, alfabetizzazione
e sviluppo. Il governo dovrebbe anche lavorare a stretto contatto
con le comunita' e le persone influenti in quelle comunita'
per incoraggiare il dibattito in merito alla prassi tra gli
uomini, donne e bambine, compresa la consapevolezza e la comprensione
dei diritti umani delle ragazze e donne.
"La
MGF viola i diritti delle donne e dei bambini, compresi i
loro diritti alla vita, alla salute e all'integrita' fisica",
ha detto Nadya Khalife, ricercatore dei diritti delle donne
in Medio Oriente di Human Rights Watch. "E 'tempo per il governo
regionale di fare il passo e prendere misure concrete per
eliminare questa pratica dannosa perche' semplicemente non
si eliminera' da sola."
*
si ringrazia Claudio Giusti
 
Sex
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