Osservatorio sulla legalita' e sui diritti
Osservatorio sulla legalita' onlusscopi, attivita', referenti, i comitati, il presidenteinvia domande, interventi, suggerimentihome osservatorio onlusnews settimanale gratuitaprima pagina
07 giugno 2010
tutti gli speciali

Sex and the city e il mondo musulmano
di Gabriella Mira Marq*

La donna musulmana e' rappresentata in modo distorto nel film "Sex and the City 2". Lo affermano Asma T. Uddin, avvocato e giornalista impegnata su questioni internazionali di liberta' religiosa con il Becket Fund for Religious Liberty e Sarah Jawaid, giornalista e condirettore, con la prima, di un giornale musulmano commentando le osservazioni di Megan Carpentier, scrittrice femminista e controcorrente, secondo cui il film perpetua lo stereotipo della donna musulmana come oppressa, silenziosa e sottomessa dalla sua controparte apparentemente necessaria: l'uomo musulmano violento e arrabbiato. Le quattro donne in SATC2 ostentano la loro disponibilità sessuale, messa a confronto con la donna musulmana coperta e apparentemente asessuata.

Per Uddin e Jawaid, il ritratto che il film fa delle questioni di genere musulmane sia problematico, non solo perche' stereotipato e condiscendente, ma anche perche' e' "assolutamente falso". Il film, girato in Marocco, ma ambientato negli Emirati Arabi Uniti (EAU), presenta molte cose sbagliate sulle donne degli Emirati. Infatti, le donne negli Emirati Arabi Uniti tendono ad essere piu' istruite degli uomini locali: le donne costituiscono il 60% delle iscrizioni presso gli istituti di istruzione post-secondaria. Inoltre, le donne degli Emirati stanno sempre piu' assumendo posizioni di potere, come il 60 per cento delle posizioni di governo e il 23 per cento dei seggi parlamentari.

Certo, sottolineano le due giornaliste arabe, gli Emirati hanno molto da fare prima che le donne siano pienamente integrate nel mercato del lavoro del Paese, ma il ritratto di una donna araba nel film americano e' comunque quello di una persona subordinata. Un'altra, forse più avvincente, imprecisione, secondo l'Avv. Uddin, e' che SATC2 parte dal presupposto che la donna musulmana sia meno "libera" o indipendente rispetto la sua controparte occidentale in virtu' dei suoi abiti. Anche se il film presenta, in una scena molto discussa, le donne musulmane che gettando via il loro burqa per rivelare vestiti firmati sotto, rimane l'ipotesi che l'esposizione pubblica della modestia sia in qualche modo contrario alla liberazione.

La modestia come scelta volontaria (come negli Emirati Arabi Uniti e, incidentalmente, in Marocco), spiegano le due giornaliste, e' spesso impiegata dalle donne musulmane per esercitare una maggiore abilita' sessuale nella sfera privata. Il velo consente ad alcune donne di raggiungere precisamente il tipo di di obiettivo che per SATC e' tutto: l'indipendenza sessuale femminile. Senza dare facile accesso agli uomini del corpo femminile - sia fisicamente che visivamente - le donne conservano la loro sessualita' misteriosa e irresistibile, aiutandole a prendere il controllo delle interazioni in privato con il sesso opposto, senza le pressioni della societa'. Senza questa possibilita' di svilupparsi in privato, argomentano le due giornaliste, la sessualita' femminile diventa causa di fragilita' emotiva piuttosto che prendere il suo posto come fonte di potere.

L'approccio maschio-centrico alla sessualita' oggi in Occidente - e' la critica - preme per un ambiente in cui le donne cedono al sesso occasionale come metodo piu' adeguato per tenere un uomo. Poiche' invece nel mondo musulmano la sessualita' femminile non e' così accessibile nel mondo musulmano, gli uomini e' piu' probabile che cerchino di ottenere le donne musulmane alle condizioni delle donne.

Ovviamente non manchera' chi discutera' di alcune di queste affermazioni (come si potra' discutere - e molto - su quanto Sex and the city rappresenti la donna occidentale come libera, visto che e' schiava delle griffe e della sua stessa liberta' sessuale) ma in un momento in cui nel nostro paese si affonta l'integrazione di ogni giorno e in cui in Europa diversi parlamenti stanno per discutere su proposte di legge contro il velo, ci premeva mostrare il punto di vista di donne musulmane sicuramente colte, indipendenti e che potremmo definire 'liberate', sulla modestia musulmana.

* si ringrazia Claudio Giusti

per approfondire...

Francia: proposta di legge per vietare il burqa

Razzismo e responsabili secondo Beha, Ben Jelloun, Armenni e Allam

Dossier immigrazione e razzismo

_____
NB: I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE PRELEVATI
CITANDO L'AUTORE E LINKANDO
www.osservatoriosullalegalita.org

°
avviso legale