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Sex
and the city e il mondo musulmano
di
Gabriella Mira Marq*
La donna musulmana e' rappresentata in modo distorto nel film
"Sex and the City 2". Lo affermano Asma T. Uddin, avvocato
e giornalista impegnata su questioni internazionali di liberta'
religiosa con il Becket Fund for Religious Liberty e Sarah
Jawaid, giornalista e condirettore, con la prima, di un giornale
musulmano commentando le osservazioni di Megan Carpentier,
scrittrice femminista e controcorrente, secondo cui il film
perpetua lo stereotipo della donna musulmana come oppressa,
silenziosa e sottomessa dalla sua controparte apparentemente
necessaria: l'uomo musulmano violento e arrabbiato. Le
quattro donne in SATC2 ostentano la loro disponibilità sessuale,
messa a confronto con la donna musulmana coperta e apparentemente
asessuata.
Per
Uddin e Jawaid, il ritratto che il film fa delle questioni
di genere musulmane sia problematico, non solo perche' stereotipato
e condiscendente, ma anche perche' e' "assolutamente falso".
Il film, girato in Marocco, ma ambientato negli Emirati Arabi
Uniti (EAU), presenta molte cose sbagliate sulle donne degli
Emirati. Infatti, le donne negli Emirati Arabi Uniti tendono
ad essere piu' istruite degli uomini locali: le donne costituiscono
il 60% delle iscrizioni presso gli istituti di istruzione
post-secondaria. Inoltre, le donne degli Emirati stanno sempre
piu' assumendo posizioni di potere, come il 60 per cento delle
posizioni di governo e il 23 per cento dei seggi parlamentari.
Certo, sottolineano le due giornaliste arabe, gli Emirati
hanno molto da fare prima che le donne siano pienamente integrate
nel mercato del lavoro del Paese, ma il ritratto di una donna
araba nel film americano e' comunque quello di una persona
subordinata. Un'altra, forse più avvincente, imprecisione,
secondo l'Avv. Uddin, e' che SATC2 parte dal presupposto che
la donna musulmana sia meno "libera" o indipendente rispetto
la sua controparte occidentale in virtu' dei suoi abiti. Anche
se il film presenta, in una scena molto discussa, le donne
musulmane che gettando via il loro burqa per rivelare vestiti
firmati sotto, rimane l'ipotesi che l'esposizione pubblica
della modestia sia in qualche modo contrario alla liberazione.
La
modestia come scelta volontaria (come negli Emirati Arabi
Uniti e, incidentalmente, in Marocco), spiegano le due giornaliste,
e' spesso impiegata dalle donne musulmane per esercitare una
maggiore abilita' sessuale nella sfera privata. Il velo consente
ad alcune donne di raggiungere precisamente il tipo di di
obiettivo che per SATC e' tutto: l'indipendenza sessuale femminile.
Senza dare facile accesso agli uomini del corpo femminile
- sia fisicamente che visivamente - le donne conservano la
loro sessualita' misteriosa e irresistibile, aiutandole a
prendere il controllo delle interazioni in privato con il
sesso opposto, senza le pressioni della societa'. Senza questa
possibilita' di svilupparsi in privato, argomentano le due
giornaliste, la sessualita' femminile diventa causa di fragilita'
emotiva piuttosto che prendere il suo posto come fonte di
potere.
L'approccio
maschio-centrico alla sessualita' oggi in Occidente - e' la
critica - preme per un ambiente in cui le donne cedono al
sesso occasionale come metodo piu' adeguato per tenere un
uomo. Poiche' invece nel mondo musulmano la sessualita' femminile
non e' così accessibile nel mondo musulmano, gli uomini e'
piu' probabile che cerchino di ottenere le donne musulmane
alle condizioni delle donne.
Ovviamente
non manchera' chi discutera' di alcune di queste affermazioni
(come si potra' discutere - e molto - su quanto Sex and the
city rappresenti la donna occidentale come libera, visto che
e' schiava delle griffe e della sua stessa liberta' sessuale)
ma in un momento in cui nel nostro paese si affonta l'integrazione
di ogni giorno e in cui in Europa diversi parlamenti stanno
per discutere su proposte di legge contro il velo, ci premeva
mostrare il punto di vista di donne musulmane sicuramente
colte, indipendenti e che potremmo definire 'liberate', sulla
modestia musulmana.
*
si ringrazia Claudio Giusti
 
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