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Divieto
di burqa in Francia : laicita' , dignita' o sicurezza ?
di
Gabriella Mira Marq*
La
Francia sembra orientata a introdurre il divieto di burqa,
o perlomeno questo e' stato il tema in discussione al parlamento
francese martedi' scorso. Il primo passo e' infatti l'esame
di una risoluzione che fungera' da banco di prova dell'umore
politico e che ha buone probabilita' di essere approvata con
un forte consenso trasversale.
Anche se pochissime donne in Francia coprono il volto, non
più di 2.000, secondo le stime ufficiali, si tratta di una
nuova tendenza. I politici e i ricercatori dicono che l'indossare
il velo da parte dei musulmani francesi, molti dei quali sono
di origine nordafricana, dove non esiste una tradizione di
coprirsi il volto, è un segno di manipolazione da parte di
estremisti radicali islamici desiderosi di mettere alla prova
lo stato francese.
In
molti contesti multiculturali occidentali l'idea del divieto
del velo e' legata all'estrema destra o ai nazionalisti. Ad
es. in Gran Bretagna, l'unico partito a proporre un divieto
totale durante la recente campagna elettorale e' stato un
partito per l'indipendenza, che mira a far uscire il Paese
fuori dell'Unione Europea, mentre il British National Party
- di estrema destra - ha chiesto un divieto di burqa nelle
scuole. Un ministro laburista ha risposto che era "non britannico"
dire alla gente cosa indossare in strada, e non va dimenticato
che fu la moglie del laburista Tony Blair, avvocatessa di
successo nel campo dei diritti umani, a difendere una giovane
di fede islamica che chiedeva di indossare il velo nella scuola
che glielo vietava, e che per tale ragione si era rapata a
zero per nascondere comunque i capelli. In
un discorso tenuto al Cairo lo scorso anno, il presidente
democratico Barack Obama ha sostenuto che i paesi occidentali
non dovrebbero "legiferare quali indumenti una donna musulmana
debba indossare".
In Francia, invece, la proposta e' appoggiata anche dalla
sinistra, non solo dal partito del presidente Nicolas Sarkozy,
politico di destra, il quale ha detto l'anno scorso che il
niqab non era "benvenuto" sul suolo francese. Quando la destra
francese ha proposto di vietare il velo (e altri "significativi"
simboli religiosi) nelle scuole statali nel 2004, ad esempio,
la sinistra ha votato massicciamente a favore, e anche questa
volta si prevede che il Partito Socialista dovrebbe votare
a favore della risoluzione parlamentare di questa settimana.
Una ragione di cio' e' la tradizione francese di laicita',
una forma rigorosa di laicita', sancita per legge dal 1905,
che tiene fuori la religione delle istituzioni pubbliche.
Per
l'Economist, che commenta la situazione, si tratta dell'anticlericalismo
che sta alla base della sinistra francese, ma persino la Costituzione
turca (Paese a maggioranza islamica) prevede una rigorosa
laicita', da cui sono scaturiti i vari divieti di velo nelle
universita' approvati anche a livello giudiziario. La stessa
forma di laicita' e di rispetto per i diritti di tutte le
confessioni (e anche quelli dei non credenti) e contestuale
'terzieta' dello Stato che ha indotto la Corte dei Diritti
dell'uomo a respingere il ricorso di un insegnante di scuola
pubblica che chiedeva di non attenersi alle indicazioni della
dirigenza scolastica sull'omissione del velo in classe.
A
differenza del divieto di velo, Kippa, croce, etc, nei luoghi
istituzionali, la legge imminente contro l'uso del burqa non
e' tuttavia formulata in termini di laicita'. Invece, i francesi
stanno valutando altri due motivi per vietare il niqab, ciascuno
delle quali - a differenza della laicita' - potrebbe potenzialmente
essere applicato ad altri paesi. Uno e' la sicurezza, e quindi
la necessita' di essere identificabili in qualsiasi momento,
l'altro e' la "dignita'" e la "parita' tra uomini e donne".
Il
Consiglio di Stato francese ha espresso preoccupazioni circa
le basi giuridiche per un divieto in tal forma. Se sarà approvato,
peraltro, potrebbe essere applicato non solo ai musulmani
di Francia, ma ai visitatori provenienti dal Medio Oriente.
C'e' pero' il rischio, sottolinea l'Economist nel suo commento,
che - sia che il niqab sia davvero imposto alla donna dall'uomo,
sia che manifesti (come avviene in vari casi) una scelta personale
- la legge possa portare ad un ulteriore isolamento delle
donne, dato che queste non se la sentiranno di avventurarsi
fuori di casa. Un risultato paradossale che una legge che
mira in parte a garantire la parita' per le donne.
*
si ringrazia Claudio Giusti
 
Osservatorio
e laicita'
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