Osservatorio sulla legalita' e sui diritti
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14 ottobre 2009
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Riforme giustizia : separazione carriere , penalisti favorevoli
di Mauro W. Giannini

Anche gli avvocati penalisti, fieri sostenitori della separazione delle carriere in magistratura, intervengono nel dibattito sulle roforme della Giustizia riapertosi a seguito delle dichiarazioni del ministro Alfano che, all'indomani della sentenza sul Lodo Alfano, aveva affermato: "non faremo ritorsioni.... Andremo avanti per la nostra strada in modo chiaro e trasparente. Tanto più che le nostre riforme sulla giustizia sono già depositate in Parlamento" e a Porta a Porta aveva spiegato: "La riforma del processo penale è ... pendente presso la commissione Giustizia del Senato. A compimento delle riforme e delle approvazioni di norme in corso, faremo la riforma costituzionale della giustizia, sulla quale speriamo di trovare una più ampia convergenza in Parlamento".

Per l'Unione Camere Penali Italiane, "La separazione delle carriere fra chi giudica e chi accusa è il fondamento di un ordinamento giuridico che voglia dirsi democratico e l'indispensabile premessa della giustizia della decisione: rispetto ad essa non vi è spazio per parlare di 'ritorsione' o di 'rivincita' né per affrontarla come tale. Si tratta di un adeguamento dell'assetto della magistratura al vigente codice di rito che attende esattamente da venti anni e che proprio per questo non può certo essere tacciata di estemporaneità conseguente a decisioni giudiziarie".

"Né vi è spazio - secondo l'UCPI - per le solite litanie su un preteso attentato all'indipendenza della magistratura. Un giudice effettivamente indipendente e terzo rispetto alla pretesa dello stato, così come alla difesa dell'imputato, è un giudice completamente autonomo e equidistante da entrambe le parti. Il principio è elementare e la sua bontà di immediata percezione. L'opposizione non ceda anche questa volta a polemiche strumentali e la maggioranza affronti finalmente e immediatamente la riforma senza limitarsi ad agitarla come una clava: si tratta di un fondamentale pilastro di civiltà".

Di attentato all'indipendenza della magistratura avevano parlato anche alcune associazioni, come i Giuristi Democratici e l'Osservatorio sulla legalita' e sui diritti. Battuta del presidente di quest'ultima organizzazione, Rita Guma, in risposta alle dichiarazioni dell'UCPI: "Se la separazione delle carriere fra chi giudica e chi accusa e' il fondamento di un ordinamento giuridico che voglia dirsi democratico e l'indispensabile premessa della giustizia della decisione, ne dovremmo dedurre che la Gran Bretagna, che e' tornata sui suoi passi permettendo al PM di fare il giudice, e gli Stati Uniti, dove in molti Stati i magistrati passano da un ruolo all'altro con estrema facilita', non abbiano ordinamenti democratici. Certo noi stessi siamo molto critici verso la giustizia USA, ma per altre ragioni, come l'elezione dei magistrati - che politicizza al massimo la carica - mentre sulla giustizia britannica, molto attenta ai diritti umani, non mi pare nessuno abbia da ridire".

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Dossier giustizia

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