Riforme
giustizia : separazione carriere , penalisti favorevoli
di
Mauro W. Giannini
Anche
gli avvocati penalisti, fieri sostenitori della separazione
delle carriere in magistratura, intervengono nel dibattito
sulle roforme della Giustizia riapertosi a seguito delle dichiarazioni
del ministro Alfano che, all'indomani della sentenza sul Lodo
Alfano, aveva affermato: "non faremo ritorsioni.... Andremo
avanti per la nostra strada in modo chiaro e trasparente.
Tanto più che le nostre riforme sulla giustizia sono già depositate
in Parlamento" e a Porta a Porta aveva spiegato: "La
riforma del processo penale è ... pendente presso la commissione
Giustizia del Senato. A compimento delle riforme e delle approvazioni
di norme in corso, faremo la riforma costituzionale della
giustizia, sulla quale speriamo di trovare una più ampia convergenza
in Parlamento".
Per l'Unione Camere Penali Italiane, "La separazione
delle carriere fra chi giudica e chi accusa è il fondamento
di un ordinamento giuridico che voglia dirsi democratico e
l'indispensabile premessa della giustizia della decisione:
rispetto ad essa non vi è spazio per parlare di 'ritorsione'
o di 'rivincita' né per affrontarla come tale. Si tratta di
un adeguamento dell'assetto della magistratura al vigente
codice di rito che attende esattamente da venti anni e che
proprio per questo non può certo essere tacciata di estemporaneità
conseguente a decisioni giudiziarie".
"Né
vi è spazio - secondo l'UCPI - per le solite litanie su un
preteso attentato all'indipendenza della magistratura. Un
giudice effettivamente indipendente e terzo rispetto alla
pretesa dello stato, così come alla difesa dell'imputato,
è un giudice completamente autonomo e equidistante da entrambe
le parti. Il principio è elementare e la sua bontà di immediata
percezione. L'opposizione non ceda anche questa volta a polemiche
strumentali e la maggioranza affronti finalmente e immediatamente
la riforma senza limitarsi ad agitarla come una clava: si
tratta di un fondamentale pilastro di civiltà".
Di
attentato all'indipendenza della magistratura avevano parlato
anche alcune associazioni, come i Giuristi Democratici e l'Osservatorio
sulla legalita' e sui diritti. Battuta del presidente di quest'ultima
organizzazione, Rita Guma, in risposta alle dichiarazioni
dell'UCPI: "Se la separazione delle carriere fra chi
giudica e chi accusa e' il fondamento di un ordinamento giuridico
che voglia dirsi democratico e l'indispensabile premessa della
giustizia della decisione, ne dovremmo dedurre che la Gran
Bretagna, che e' tornata sui suoi passi permettendo al PM
di fare il giudice, e gli Stati Uniti, dove in molti Stati
i magistrati passano da un ruolo all'altro con estrema facilita',
non abbiano ordinamenti democratici. Certo noi stessi siamo
molto critici verso la giustizia USA, ma per altre ragioni,
come l'elezione dei magistrati - che politicizza al massimo
la carica - mentre sulla giustizia britannica, molto attenta
ai diritti umani, non mi pare nessuno abbia da ridire".
Riforme
giustizia: associazioni, a rischio autonomia magistratura
L'inaugurazione dell'anno giudiziario ai tempi del duce
Dossier
giustizia
|