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Riforme
giustizia : associazioni , a rischio autonomia magistratura
di
Mauro W. Giannini
"Non
ci interessa se le riforme anticipate sulla Giustizia siano
una vendetta per la bocciatura del Lodo Alfano, ciò che ci
interessa e ci preoccupa sono le conseguenze delle annunciate
riforme su separazione delle carriere e CSM, che non ridurranno
di un giorno la durata dei processi, ma ridurranno quelle
garanzie che derivano al cittadino dalla presenza di una Magistratura
autonoma ed indipendente". Lo ha dichiarato il presidente
dei Giuristi Democratici Roberto Lamacchia in risposta alle
dichiarazioni del Ministro Alfano.
"Come
era prevedibile dopo le sentenze sul caso Mondadori del Tribunale
di Milano e della Corte Costituzionale sul Lodo Alfano, è
partita la grande controffensiva del Centrodestra nei confronti
di una Magistratura che si vuole non più autonoma, ma asservita
al risultato delle elezioni politiche; ecco, dunque, ritornare
in auge l’ormai stantio ricorso alla separazione delle carriere,
come panacea di ogni male e la modifica del sistema di elezioni
del CSM, da affidarsi al sorteggio per l’individuazione dell’elettorato
passivo" - ha aggiunto l'avv. la Macchia - "Ormai,
il Presidente del Consiglio e il suo Governo non fanno più
mistero di voler assoggettare il Pubblico Ministero al potere
esecutivo ed è di immediata comprensione che cosa ciò potrebbe
significare nell’attuale situazione politica italiana: si
tratterebbe dell’ennesima riforma ad personam e che finirebbe
inevitabilmente per far perdere ai magistrati della Pubblica
Accusa la loro autonomia e quella cultura della giurisdizione,
che si dovrebbe rendere il più possibile condivisa con giudici
e avvocati".
"Alle
proposte di riforma si aggiungono, poi, le volgari accuse
al Giudice Mesiano (su cui il CSM ha aperto una pratica a
tutela, ndr), che si sarebbe fatto scrivere da altri la sua
sentenza sul caso Cir/Fininvest, quelle ai Giudici della Corte
Costituzionale, nonché le accuse gravissime al Capo dello
Stato, presunto traditore di un impegno ad intervenire presso
quei Giudici costituzionali che costituirebbe un gravissimo
attentato all’indipendenza della Corte Costituzionale e che
infatti il Presidente della Repubblica ha categoricamente
smentito" concludono i Giuristi Democratici: "Insomma,
i tentativi di trasformare l’Italia da repubblica a democrazia
parlamentare e fondata sulla separazione dei poteri a repubblica
presidenziale plebiscitaria, in senso stretto, sono in stadio
molto avanzato e ad essi va data ferma risposta, richiamandoci
ai principi su cui è fondata la nostra Carta Costituzionale".
Preoccupazione
e' stata espressa anche dall'Osservatorio sulla legalita'
e sui diritti Onlus. "Che fossero proposte da destra
o da sinistra, abbiamo sempre criticato le riforme tendenti
a legare le mani alla magistratura, a metterle il bavaglio
o ad assoggettare il potere giudiziario all'esecutivo, poteri
che la Costituzione vuole ben distinti" ha dichiarato
il presidente dell'Osservatorio, Rita Guma. "La separazione
delle carriere e le modifiche al sistema elettorale nonche'
alla composizione del CSM, che vengono oggi ribadite avrebbero
il nefasto effetto di aumentare, non di ridurre la politicizzazione
della magistratura - che si dice di voler contrastare - ma
lo farebbero piegando quest'ultima all'esecutivo".
"Mentre
altri Stati occidentali, come la Gran Bretagna, stanno tornando
indietro sulla separazione della carriere, il nostro Paese,
che gia' ha conosciuto la soggezione della magistratura al
potere durante la dittatura fascista - dovrebbe rifiutare
energicamente simili soluzioni che minano le garanzie per
i cittadini" aggiunge Guma. "Oggi certo la giustizia
non funziona bene anche per responsabilita' di alcuni magistrati
inadempienti o scorretti (ma solo i magistrati ordinari sono
almeno 8000), cosi' come per la disorganicita' o inadeguatezza
di alcune leggi che sono pero' responsabilita' del legislatore,
ma il cittadino e' garantito dalla imparzialita' dell'istituzione
e dalla sua autonomia rispetto ad altri poteri forti. Con
modifiche che rendano vulnerabile l'istituzione questa garanzia
non ci sarebbe piu' e a rimetterci sarebbe il cittadino".
Per
questo l'Osservatorio si augura che l'opposizione ai provvedimenti
che mettono a rischio l'autonomia della magistratura non sia
limitata all'opposizione parlamentare ed ai magistrati stessi,
perche' non si tratta solo di una questione politica o corporativa,
ma sia sostenuta da larga parte della societa' civile.
L'inaugurazione
dell'anno giudiziario ai tempi del duce
Dossier
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