22 maggio 2009

 
     

Stalking : aspetti sociali e criminologici
di Antonio Antonuccio *

Per parlare di sindrome dello stalking è necessario che la manifestazione presenti i seguenti elementi costitutivi:

1. un attore (lo stolker) che individui una persona nei cui confronti sviluppare una morbosa attenzione affettiva;

2. una serie ripetuta di comportamenti con caratteristica intrusiva di sorveglianza, contatto e/o di comunicazione;

3. una vittima dello stalking (stalking victim) che percepisca soggettivamente come intrusivi, intensi e sgraditi tali comportamenti, avvertendoli in associazione con senso di angoscia, paura e minaccia.

Diversamente da come era partita l’attenzione, i recenti studi epidemiologici hanno potuto dimostrare che anche gli episodi di stalking avvengono con maggiore frequenza al di fuori del mondo ristretto delle celebrità; essi, di contro, si concretizzano all’interno di quella vasta area che è la violenza domestica, così come per la generica violenza alle donne. A ragione di ciò, è stato dimostrato che dopo una separazione sono frequenti insidie, intimidazioni e molestie che si protraggono per anni, costituendo per le vittime una forte limitazione nella sfera privata e talvolta anche nella pubblica, quindi un generale nocumento. Tanto è confortato da altri studi che fotografano i fatti con un’incidenza del 49% dei casi di stalking che riportano, appunto, come attori gli ex partners, con punte di aggressione fisica che hanno raggiunto il 39% dei casi.

Qual è il profilo criminologico dello stalker? Secondo una condivisa analisi, tali attori si possono classificare in:

- i molestatori rifiutati, sono soggetti che alla fine di una relazione non riescono ad accettare l’abbandono del partner o di altre figure significative. Essi, in tali frangenti, pongono in essere una vera e propria “posta” con l’illusorio intento di ripristinare il rapporto interrotto e/o negato. La rottura della relazione “vera” o, talvolta, “fantasticata” con la vittima innesca in loro l’attuazione di tutta una serie di strategie volte ad impedire l’allontanamento della vittima e prolungare nel tempo il rapporto. Gli studi effettuati pongono in tale categoria i molestatori statisticamente più pericolosi per quanto riguarda la possibilità che lo stalking degeneri in atti criminali di violenza fisica nei confronti della vittima;

- il molestatore “rancoroso”, è un soggetto che, non di rado, presenta disturbi di personalità paranoide. Egli opera contro la vittima con molestie per vendicarsi di un torto che ritiene aver subito. Nelle performances di tale stalker le molestie quindi si rappresentano come “idea” di una difesa o come una giusta rivalsa poiché, in tal senso, si ritiene un danneggiato. E’ questa una tipologia più generica, frequente nel mondo del lavoro o di rapporti con professionisti (consulenti, progettisti, legali, sanitari). In questi casi sono frequenti gli atti devianti contro tali categorie di interlocutori che hanno avuto rapporti con lo stalker; le vittime, nell’ipotesi considerata, sono persone dalle quali egli afferma di essere stato danneggiato. In genere, in questa tipologia di stalkers si configurano soggetti con un grado di pericolosità contenuta che difficilmente sconfina in violenza fisica; il nostro soggetto quindi si rappresentata con le molestie e gli insulti e, solo qualche volta, moderatamente agitato;

- il molestatore “predatore”, questa tipologia di stalker si caratterizza tout court come pedinatore inseguitore della vittima, verso la quale dirigere l’attacco, che il più delle volte viene rappresentato da una violenza sessuale. Egli è il classico “molestatore sessuale” che individua l’oggetto del desiderio nella vittima (non necessariamente conosciuta). Nel suo tentativo di approccio è incapace e incurante dei segnali di fastidio da parte della vittima. Le molestie attuate lo pongono immediatamente su un piano di sadica superiorità psicologica, poiché suscitano in chi le subisce uno stato d’animo di ansia, panico, sfiducia e inferiorità. La vittima cede a un blocco motorio, quindi a paralisi della volontà ed a una condizione di impotenza in cui l’istinto di vita si annulla. In questo gruppo il tasso di violenza è molto alto. I soggetti appartenenti a tale categoria, talvolta presentano modalità compulsive e possono giungere a vere e proprie forme di delirio. Per ciò che attiene agli indici di pericolosità i molestatori sessuali abituali possono divenire potenziali stupratori;

- lo stalker “inadeguato” o “incompetente” o diversamente detto “conquistatore maldestro”. In questa categoria si rappresenta il corteggiatore fallito in cerca di partner. Si differenzia dal molestatore predatore risultando praticamente quasi innocuo poiché, nei fatti, di solito è un soggetto che desiste facilmente e cambia continuamente bersaglio. E’ una persona che risulta chiaramente incapace a stringere un rapporto di qualsiasi tipo con l’altro sesso che si ritrova, suo malgrado, vittima, mentre egli attore principale inadeguato, nell’incertezza e incapacità, finisce, in maniera per lo più involontaria, per assumere il ruolo di molestatore;

- i molestatori “in cerca di intimità”, sono coloro che, nel loro fantasticare, in preda ad una vera e propria erotomania, aggrediscono indifferentemente vittime sconosciute e personaggi celebri di cui si sono innamorati, con i quali si convincono di poter instaurare una relazione. Le loro molestie, in questo caso, tendono ad essere più lunghe nel tempo. L’atto dello stalking si rappresenta come il modo più facile per superare la solitudine e per instaurare un rapporto con un “generico” altro che fino a quel momento era proprio uno sconosciuto.

Nelle dinamiche dello stalking del molestatore “rifiutato” e del “rancoroso” la gelosia e la vendetta si rappresentano chiaramente come “sentimenti” che in prevalenza le determinano, ovvero come veri e propri stati d’animo che avviluppano l’attore fino all’atto deviante. La gelosia, così come nel nostro immaginario collettivo, accompagna alcuni nella vita di tutti i giorni e, non per questo, riveste necessariamente un peculiare carattere patologico; potremmo definirla come l’espressione di un conflitto che oppone la tendenza al possesso del partner al vissuto degli attori calati nel proprio contesto. Tale sentimento esprime una disarmonia che genera da una immaturità della sfera affettivo-libidica.

La gelosia, pertanto, è da ritenere “normale” quando si manifesta e trova i limiti in presenza di un sano ed equilibrato sentimento di amore verso il proprio partner e la presenza di momenti di insicurezza, che si rappresentano con fantasie di tradimento o altro, risultano nella generale dinamica del rapporto più o meno facilmente canalizzabili. Al contrario, è da ritenere “anormale” il sentimento di gelosia dell’individuo che mostra una assoluta incapacità a controllare l’ansia e l’insicurezza scaturite dalla propria fantasia e dal contesto relazionale. L’attore, in questo caso, tende ad esprimere il proprio bisogno di possesso ricorrendo anche a comportamenti compulsivi che degenerano nello stalking.

Per quanto attiene al sentimento di vendetta, essa è una manifestazione, anzi, uno stato emotivo-passionale che, più facilmente, può mostrare una chiara connotazione psicopatologica. In tal senso, manifesta la sua massima espressività psicopatologica nel delirio di persecuzione che, però, non sempre è presente negli stalkers e questo ci consente di ritenere che la vendetta rappresenti più un fenomeno socio-culturale. In generale, lo stalker con il sentimento della vendetta ha una personalità debole o non ancora ben formata e che, per paura di essere abbandonato, magari come ripetizione di esperienze infantili precoci di separazioni avvenute, si lega ossessivamente a qualcuno. In questa fattispecie, sviluppa perciò disturbi relazionali legati ad eventi traumatici che gli “impongono” un gran bisogno di affetto. Il soggetto, allora, non può fare a meno dell’altra persona, la quale diviene funzionale per la propria esistenza.

(< prima parte)

* Master Specialista in 'Criminalità, devianza e sistema penitenziario' - Docente a contratto presso la Facoltà di Scienze Politiche dell'Università degli Studi di Messina / Relazione al Convegno: Violenze sul partner e stalking dell'Osservatorio sulla legalità e sui diritti Onlus - Cosenza, 16 maggio '2009.

Speciale giustizia

___________

NB: I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE PRELEVATI CITANDO L'AUTORE E LINKANDO
www.osservatoriosullalegalita.org