06 maggio 2009

 
     

Parlamento UE dice no a limitazioni europee alla rete Internet
di Gabriella Mira Marq

Durante il voto sul pacchetto per le telecomunicazioni che metteva a rischio la liberta' in rete, il parlamento europeo ha ripescato uno degli elementi della sua prima lettura, e cioe' la convinzione che non vi possa essere censura senza preventivo vaglio - caso per caso - dell'autorita' giudiziaria.

Il parlamento ha infatti ripristinato con 407 voti favorevoli, 57 voti contrari e 171 astensioni, l'emendamento della prima lettura secondo cui "nessuna restrizione può essere imposta sui diritti e le liberta' fondamentali degli utenti finali, senza vaglio da parte delle autorita' giudiziarie (...) salvo quando e' minacciata la pubblica sicurezza". Il Consiglio dei ministri UE aveva invece respinto l'emendamento in prima lettura.

La scelta degli europarlamentari va incontro a quanto chiedevano provider, giuristi e associazioni per i diritti di tutta Europa, convinti che un operatore di servizi in rete non dovesse sostituirsi alla polizia e che gli Stati non potessero mettersi d'accordo preventivamente sulla possibilita' di eliminare alcuni contenuti o applicazioni senza limitare le liberta' fondamentali dei cittadini europei.

Il testo finale del pacchetto include la revisione del quadro per le comunicazioni elettroniche (relatrice Catherine Trautmann, PSE, FR), la direttiva sui diritti (relatore Malcolm Harbour, PPE-DE, UK) e la creazione di un nuovo organismo europeo di regolamentazione delle telecomunicazioni chiamato BEREC (relatrice Pilar del Castillo, PPE-DE, ES).

Il parlamento europeo e' d'accordo con il Consiglio UE in materia di investimenti in nuove infrastrutture di comunicazione, nella riforma dello spettro radio, nel chiarimento dei diritti dei consumatori e nella tutela della privacy e quindi, dal momento che tutte e tre le proposte sono interconnesse, e' probabile che l'intero "pacchetto telecom" sia oggetto di concertazione nella prossima legislatura, dopo le elezioni europee.

Anche il testo sul rafforzamento dei diritti dei consumatori del servizio universale, che mira fra l'altro a modernizzare le disposizioni vigenti, tenendo conto dei cambiamenti tecnologici e del mercato in questo settore in rapida espansione, e' stato oggetto di lunghi negoziati tra Parlamento e Consiglio. Tra le altre cose si rafforza l'obbligo agli operatori di fornire un pacchetto minimo di servizi di una determinata qualità, accessibili a tutti gli utenti finali ad un prezzo abbordabile.

Questo "servizio universale" comprende il diritto a una connessione a una rete pubblica di comunicazioni in grado di sostenere la voce e con una qualita' sufficiente per consentire un accesso efficace ad Internet. L'utente deve inoltre avere garantito il libero accesso ai numeri di telefono di emergenza (112 europeo e nazionali), l'esistenza di almeno un servizio d'informazioni sugli elenchi e un'adeguata copertura geografica dei telefoni pubblici e altri punti di accesso.

La direttiva dara' ai consumatori il diritto ad una migliore informazione in materia di prezzi, tariffe, termini e condizioni. Tutte le informazioni dovranno essere trasparenti e comparabili, adeguate e aggiornate, e dovrebbero essere pubblicate in una forma chiara, comprensibile e facilmente accessibile. L'utente dovrebbe essere in grado di ottenere un contratto con l'operatore di sua scelta prima di firmarlo. Se l'operatore dovesse alterare i termini di un contratto esistente, l'abbonato avrebbe il diritto di recedere dal contratto senza alcuna penalita'.

Per il parlamento UE, gli Stati membri dovranno inoltre promuovere i servizi di "valore sociale", che dovrebbe iniziare con il numero 116, tra questi il numero 116000 per la segnalazione di bambini scomparsi. Ulteriori modifiche riguardano i diritti delle persone con disabilita' consentndo loro di avere accesso ai servizi di comunicazione elettronica, equivalente a quello a disposizione di altri utenti.

La direttiva non autorizza o vieta ai Paesi membri di modificare la legislazione esistente sui limiti interni, anche se stabilisce che l'utente debba essere messo al corrente di eventuali restrizioni esistenti e che gli Stati membri devono rispettare i diritti fondamentali dei cittadini, compresi quelli alla riservatezza e la privacy e le regole del mercato. Secondo l'europarlamento, gli utenti finali dovrebbero essere in grado di decidere quali contenuti desiderano inviare e ricevere, e che i servizi, le applicazioni, hardware e software che si desidera utilizzare per tale scopo, fatte salve le necessità di preservare l'integrita' e la sicurezza delle reti e servizi.

La nuova direttiva estende inoltre l'attuale trattamento dei dati personali per l'armonizzazione del diritto alla privacy, alla riservatezza e alla sicurezza delle tecnologie dell'informazione. Con le nuove norme introdotte per la prima volta nel diritto comunitario, la direttiva prevede che una violazione della sicurezza, come il furto di un elenco di clienti da un fornitore di servizi Internet devono essere immediatamente comunicate all'autorita'.

Gli utenti dovrebbero essere informati della violazione dei loro dati personali e della privacy, se la sua gravita' lo rende necessario. I fornitori di servizi che abbiano dimostrato alle autorita' competenti di aver preso adeguate misure tecniche di protezione non sarebbero obbligate ad informare l'abbonato di una violazione dei suoi dati personali. Dovrebbero comunque mantenere un inventario delle violazioni dei dati personali, al fine di consentire alle autorita' di accertare che le misure di protezione siano adeguate. La direttiva dovrebbe inoltre rafforzare la protezione contro lo spam, i virus, i cavalli di Troia e gli spyware.

Nel testo, gli eurodeputati e il Consiglio convengono di istituire un corpo europeo di regolamentazione per le comunicazioni elettroniche (BEREC) composto da un consiglio dei capi delle 27 autorita' nazionali di regolamentazione e di un rappresentante della Commissione europea. Come organo consultivo, BEREC emette pareri e raccomandazioni per aiutare la Commissione e, su richiesta, il Parlamento europeo e il Consiglio, ad applicare il quadro regolamentare delle comunicazioni elettroniche in modo efficace e coerente. BEREC adotterà le proprie opinioni con una maggioranza dei due terzi.

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